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Moraglia Patriarca: la Messa Crismale





La prima Messa Crismale del Patriarca Moraglia celebrata quest'oggi nella Basilica marciana. Qualche immagine (da Flickr) e un'assaggio dell'omelia.

"Fuori di metafora, più che mai, coloro che sono costituiti nel sacerdozio di primo e secondo grado, ovvero i vescovi e i presbiteri, non devono, come prima cosa, confidare in se stessi ma, piuttosto, nell’onnipotenza chi li ha scelti e mandati; l’esperienza dice che un presbitero o un vescovo fondato sulla consapevolezza di sé, che ha grande considerazione delle proprie doti umane, che conta molto sulla sua cultura, alla fine, alla prova dei fatti, non sarà mai al servizio di Dio. 

E’ chiaro che ciò che vale per il sacerdozio di secondo grado - i presbiteri - vale a maggior ragione per quello di primo grado - i vescovi - che, proprio in forza della pienezza del sacerdozio, devono calarsi ancor più nel loro servizio a Dio e all’uomo. 

Tutto ciò, ovviamente, vale ancor più nei confronti del Papa che, prima di tutto, è il nostro padre comune, il padre di tutti di fronte al quale tutti nella Chiesa sono figli. 

Guardiamo, allora, al principio spirituale che secondo modalità specifiche essenzialmente differenti - come insegna il Concilio Ecumenico Vaticano II, al n. 10 della Costituzione Dogmatica sulla Chiesa - chiede d’essere tradotto nella propria vita da parte di chi è rivestito del sacerdozio battesimale e ministeriale. 

Il principio spirituale è: quanto più ci abbandoniamo a Dio, non contando su se stessi, tanto più Dio opera in noi e attraverso di noi; l’umiltà, quindi, è la virtù che lascia operare Dio in noi e soltanto la fede rende possibile l’esprimersi dell’umiltà. 
A tutti voi carissimi presbiteri, circondati oggi dalla comunità dei fedeli, esprimo la gioia di poter celebrare insieme, per la prima volta, il giovedì santo. 
La celebrazione crismale unisce tutto il presbiterio diocesano intorno al vescovo che è - pur nella sua indegnità - capo, sommo sacerdote e grande liturgo della sua Chiesa; si tratta, in tal modo,di una celebrazione di tutta la Chiesa, non solo di una sua parte, di una corporazione, ma di tutta laChiesa; la connotazione di questa assemblea è pienamente e compiutamente ecclesiale nel suo riferirsi a Cristo e ciò viene ribadito al momento delle promesse sacerdotali che sono rinnovate - dinanzi alla Chiesa e al mondo - nelle mani del Vescovo e, per suo tramite,  in quelle di Dio."


+ Francesco Moraglia
Patriarca di Venezia




6 commenti:

Anonimo ha detto...

Sia lodato il Signore per aver donato al Triveneto S.E.R. Mons. Moraglia

Anonimo ha detto...

Ugualmente lodato se ce lo vorrà togliere !

Anonimo ha detto...

i veneziani hanno gusto da signorina: ditemi se è normale usare una candelabra di vetro su un altare... e la aspetto sul bancone del Florian o sulla console di madame Contarini una cosa così! Per non parlare di quelli sparsi sull'iconostasi! Che cattivo gusto... è meglio che queste celebrazioni di massa le facciano a San Pietro di Castello!

Antonio de Poli ha detto...

concordo con l'anonimo delle 00:51. Inguardabile il lampadario appoggiato sull'altare. Per carità , sarà sicuramente di valore ma totalmete fuori luogo.

Anonimo ha detto...

I Veneziani si meritano Mattiazzo, tutto qui.. Dai che mancano 3 anni e poi Padova avrà un Vescovo degno di tal nome, chissà che passino in fretta..

Anonimo ha detto...

Purtroppo ilcandelabro di vetro di murano sull'altare lo si trova spesso a Venezia. La cosa che mi indispettisce che un altare con i cadelabri da una parte è un altare massonico.
Altra piccola cosa, ho notato il vaso del crisma molto piccolo e di vetro,possibile che a Venezia con tutta l'argenteria che ha prodotto nei secoli non ci siano dei capaci vasi degli oli d'argento?

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