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Il Doge Marino Grimani |
Il trionfo della musica policorale e l'apoteosi della Repubblica di
Venezia nel più caratteristico e celebrativo rito dello Stato Veneto. Ne
avevamo già discusso
qualche tempo fa, ma torniamo volentieri all'argomento, cogliendo al
balzo la comparsa su Youtube dell'intera incisione filologica (1990)
delle musiche della "Messa d'Incoronazione" del Doge Marino Grimani. I Gabrieli Consort e Player,
diretti da un magico Paul Mc Creesh ci regalano pure i suoni delle
campane, del turibolo e del canto dell'Epistola e del Vangelo intonatati
nella mattina del 27 aprile 1595, in una Basilica marciana addobbata a
festa per le celebrare il novello Serenissimo Principe. La fantastiche musiche
di Andrea e Giovanni Gabrieli, zio e nipote, si susseguono tra gregoriano e intermezzi
strumentali di Cesare Bendinelli, plasmando un vero tripudio sonoro, fragmentum di uno splendor liturgiae che merita l'ascolto completo.
La Liturgia si apre con musiche di Giovanni Gabrieli: l'Intonazione ottavo tono, la Canzona [13] à 12. Dopo l'Introito, la Sonata 333 di Cesare Bendinelli. Segue la toccata e l'Intonazione al primo tono di Andrea Gabrieli, Kyrie à 5, Christe à 8, Kyrie à 12 e Gloria à 16 dello stesso autore. Alla conclusione della Colletta l'Intonazione a terzo e quarto tono di Giovanni Gabrieli, sua pure la Canzona [16] à 15 che precede il Vangelo. Il Credo è soverchitato dall'Intonazione al settimo tono dell'Andrea, seguito dal grandioso mottetto Deus qui beatum Marcum à 10 del nipote Giovanni. Dopo il Prefazio, Sanctus e Benedictus à 12. Prima e dopo il Pater Noster, si alternano sonate, intonazioni e fanfare, tra cui la celebre Pian e Forte à 8. L'Agnus Dei è omesso Strepitosa composizione, l'O sacrum convivium à 5 corona i riti di comunione precedendo il Benedictus Dominus Deus sabaoth dello stesso Andrea Gabrieli. La Messa si conclude col monumentale Omnes gentes à 16 di Giovanni.
Quella che può essere definita la “scuola veneziana” vantava perciò
caratteri del tutto all'avanguardia e moderni per l'Europa musicale del
primo '600 e presentava una varietà melodica, armonica e di generi del
tutto unica: ciò si deve al carattere “misto” della sede di San Marco,
ove venivano celebrate non solo funzioni sacre ma anche tutti gli eventi
politici, militari e di rappresentanza che coinvolgevano la Repubblica
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Cerimonia in Piazzetta San Marco, incisione di Giacomo Franco |
Grazie redazione... l'ascolto è già di persè una mistica esperienza. Non ho potuto non trattenere le lacrime al bellissimo O sacrim convivium!
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