de Vatican Insider
«Le chiese di Venezia sono vittime del tempo e di interventi che spesso non sono possibili per mancanza di risorse economiche: per questo si potrà studiare un diverso uso, uscendo dalle restrizioni della liturgia, destinarle ad altri utilizzi. È il concetto espresso, oggi al convegno «Chiese tra culto e cultura», dal Patriarca di Venezia monsignor Francesco Moraglia.
«È importante ricordare che, a Venezia - ha detto il patriarca Moraglia -, vi sono problemi conservativi urgenti che riguardano molte chiese e che il loro numero, un centinaio in città e oltre 200 nell'intera Diocesi, richiede una riflessione su una razionalizzazione del loro ruolo liturgico e pastorale, spesso anche a fronte di una innegabile flessione demografica, specie del centro storico».
«Sarà necessario individuare gli edifici che, effettivamente, non rispondono più ai bisogni pastorali - ha aggiunto mons. Moraglia - ed è compito della Chiesa locale individuare soluzioni e proposte per rendere `utili´ anche alla stessa collettività quei luoghi, ma senza far perdere la loro dimensione simbolica in nome di un funzionalismo e di una polivalenza che non solo li impoverisce ma addirittura li snatura».
Prenoto San Giacometto per la festa di laurea del mio nipotino.
RispondiEliminae...il s. Moise' a chi lo affittiamo?
RispondiEliminaDiscorsi campati in aria da uno che espone Venezia con le sue fragilità per farsi bello e agguantare il cardinalato. Altro che poveri... sono altri gli interessi.
RispondiEliminaChi paga i costi di questa operazione?
RispondiEliminaMoraglia che ne pensa?
RispondiElimina«In questo giorno che la Chiesa dedica alla venerazione di tutti i Santi volgiamo particolarmente la nostra preghiera ai Martiri di Cristo di ieri e di oggi così come abbiamo fatto nel secondo giorno del recente Pellegrinaggio romano .
Nell’Omelia del Pontificale nella Parrocchia della Trinità dei Pellegrini S.E.R. Mons. Athanasius Schneider ha ricordato i Martiri della Fede che sono fioriti nell’epoca della persecuzione staliniana.
Un segno del martirio e della sofferenza della fede nei nostri giorni sono le chiese chiuse al culto in una società perennemente " distratta " ( soprattutto da 50 anni in qua ) verso tutto quello che è Sacro .
Molte chiese sono state distrutte “ in odium” contro Cristo e i suoi ministri mentre tantissime altre, soprattutto in Italia e nell'Europa post-cristiana, sono state destinate ad uso profano proprio da quei Chierici che ne avrebbero dovuto difendere il primiero scopo sacro per il quale erano state erette .
Dal sito Lettera 43 prendiamo un articolo che illustra l’inquietante “ cambiamento d’uso” di tante chiese trasformate in moschee nell’indifferenza generale dei chierici, dei mass media e della maggior parte dei fedeli la cui mente è stata ormai violentemente rivolta verso un tipo di chiesa-umanitaria-assistenziale-sindacalista-mondamente attivista .
Ogni chiesa chiusa è una vittoria del demonio !
Regina Martyrum, ora pro nobis !»
(dal sito www.messainlatino.it)