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Un ciclone al Montello: immagini di una perdita

L'Altar maggiore prima della tromba d'aria: la mensa, proveniente dal monastero di San Secondo in Isola a Venezia, ed il grande dossale del Massari, proveniente dalla Certosa del Montello ricomposti secondo le istruzioni del Parroco Saccardo, agli inizi dell'800.

“Se di solito le chiese della diocesi di Treviso sono povere di arredi sacri quella di Selva ne è strabocchevole ” 

La fine della Parrocchiale settecentesca di San Silvestro in Selva del Montello, in qualche scatto d'epoca. Colpita da una tromba d'aria nel pomeriggio del 24 luglio del 1930, era contenitore di opere insestimabili, acquistate dal parroco don Giovanni Saccardo agli inizi dell'800 e provenienti dalle chiese, dai conventi e monasteri soppressi in Venezia e Murano durante l'occupazione napoleonica.

La chiesa colpita dalla tromba d'aria: unici supersiti, facciata e campanile risalente al 1704.
Il lato destro dell'edificio su cui si scagliò con violenza il turbine. Sulla collina, gli alberi aterrati dalla furia del vento.

La spettacolare demolizione del campanile e degli ultimi resti dell'edificio, nel pomeriggio del 25 agosto 1934. Subito dopo la tromba d'aria si pensò ad una nuova chiesa dove disporre i beni sopravvissuti.

"A mano a mano che veniva tolta la base muraria si introduceva un sistema di travature di sostegno. Completata questa prima operazione, la base del campanile risultava per tre quarti traforata. Si riempì tutto lo spazio possibile di legna molto secca e robusta, atta a sostenere un fuoco gagliardo e prolungato, tale da intaccare il sistema di travature che ormai reggeva la torre campanaria. Già prima dell'alba del 25 Agosto fu appiccato il fuoco che arse, possente e vivace, per ore. Testimoni oculari affermano che erano verso le due di quel rovente pomeriggio quando la croce cuspidale cominciò a dondolare. In pochi secondi, cadenzati dall'emozione che serrava la gola e dall'aspettativa che turbava il respiro, si aprirono larghe crepe sul tamburo e sulla cella campanaria e quindi quasi interamente il campanile si ripiegò su se stesso diventando un cumulo di rovine da cui sorgeva un'abbondante nube di pulviscolo calcinoso."

Per approfondire, le sezioni "cenni storici" e "patrimonio artistico" del sito della Parrocchia di Selva al Montello.


immagini da sito della Parrocchia di Selva, Regione Veneto

4 commenti:

Anonimo ha detto...

che immpressione il campanile che si affloscia....

pietro ha detto...

Brutto segno questa chiesa rasa al suolo, così pure il campanile afflosciato. Che sia un segno premonitore per la Chiesa attuale che sta cadendo a pezzi da tutte le parti nel mondo intero? Preghiamo tanto e sempre per la Chiesa Universale, per il PAPA, i nostri Vescovi, i Sacerdoti, Religiosi e fedeli tutti, perché consapevoli dei nostri limiti umani, possiamo, noi tutti insieme, risollevarci e risollevare la CHIESA TUTTA. Allez cordialmente.

Anonimo ha detto...

mi colpisce... la navata è andata distrutta, ma l'altare maggiore ed il tabernacolo restano saldi!

Anonimo ha detto...

"Stat Crux dum volvitur orbis" (Sta salda la croce mentre s'agita il mondo)
Questo è il motto dei Pp. Certosini, di cui molti arredi della chiesa facevano parte.
Parole che fanno davvero riflettere...

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