Uno sguardo veneto sulla Liturgia, musica e arte sacra, le attualità romane e le novità dalle terre della Serenissima.
Sul solco della continuità alla luce della Tradizione.

Avviso Sacro: Vianini e la sua "Schola" in Basilica del Santo




Un appuntamento imperdibile per gli appassionati di Musica Sacra in terra veneta: sabato 2 ottobre alle ore 21 in Basilica del Santo, Giovanni Vianini dirigerà la sua Schola Gregoriana Mediolanensis in un Concerto (ad ingresso libero) dedicato alla figura di San Francesco d'Assisi.




Domenica 3, la Schola animerà la Celebrazione delle ore 11, sempre nella Basilica antoniana. 
Dal graduale romano: INTROITO - Dominus illuminatio mea; Kyrie, Missa De Angelis; Gloria in excelsis Deo; GRADUALE - Dirigatur oratio mea; ALLELUJA - Confitemini Domino; Credo; OFFERTORIO - Exaltabo Te Domine; Sanctus, Benedictus; Agnus Dei; Pater noster; COMMUNIO - Illumina faciem Tuam e Narrabo omnia mirabilia; Dal libretto: Magnificat Senza Te Sacra Regina. 
da Cantuale Antonianum e Arciconfraternita del Santo

Veneti episcopi: Papa Giovanni Paolo I

 Il Patriarca Luciani in Piazzetta San Marco, con l'acqua alta.




Trentadue anni fa moriva improvvisamente Papa Giovanni Paolo I, era il 28 settembre del 1978. Don Albino Luciani nato e cresciuto nella provincia bellunese, fu Vescovo di Vittorio Veneto dal 1959 e Patriarca di Venezia dal 1965. Creato Cardinale col titolo di San Marco nel marzo del '73, uscì Papa dal Conclave dell'agosto 1978.
 

Splendori veneziani: Gabrieli e la Messa "d'Incoronazione" del Doge




Mentre il Palestrina componeva il meglio della sua musica sacra nella Roma "tridentina", nella fastosa Venezia trionfavano le composizioni di Giovanni Gabrieli: da una parte, la scuola romana con il grande successo della polifonia, sulle orme della Riforma, dall'altra la scuola veneziana, con l'esplodere delle più bizzarre formazioni strumentali e dello stile policorale.




Giovanni Gabrieli naque a Venezia verso la metà del '500, studiò con lo zio Andrea. La sua carriera d'organista ruotò tra la Scuola Grande di San Rocco e Basilica di San Marco dove ricoprì, sin dal 1586 il ruolo di primo compositore. Nella Basilica marciana "cappella dogale" direttamente legata allo Stato Veneto, dove si continuava a Celebrare secondo l'antico Rito Patrirchino, fu musicalmente indipendente e libera dai nuovi rigidi regolamenti d'ambito liturgico concepiti in Trento, scatenando l'uso di svariati strumenti a fiato durante i Sacri Riti che finivano nel soverchiare parti dell'Ordinario, il Credo e l'Agnus Dei spesso venivano omessi, come nella Messa "d'Incoronazione" del Doge Marino Grimani, ricostruita nel 1990 da Paul McCreesh in un interessantissima incisione che restituisce in maniera filologica le musiche di Andrea e Giovanni Gabrieli eseguite nella Celebrazione del 1595, di cui vi proponiamo un assaggio, di seguito. L'ascolto si apre con una sonata e fanfara di Cesare Bendinelli, segue poi il mottetto Deus, qui Beatum Marcum di Giovanni Gabrieli:
 



Deus, qui Beatum Marcum
Evangelistam tuum
Evangelicae praedicationis
gratia sublimasti: tribue, quaesumus;
ejus nos semper et eruditione proficere,
et oratione defendi: alleluja.


immagini da w.commons

Blog Sacris Solemniis: qualche novità



Da un paio di giorni il blog ha trovato spazio su Facebook e ora è disponibile un nuovo contatto mail, a disposizione per commenti, suggerimenti, idee. 

blogsacrissolemniis@gmail.com

Il Papa in Venezia a maggio 2011?

Rubiamo l'articolo al blog "amici di Papa Ratzinger":




Papa Ratzinger arriva a Venezia

L'otto maggio inaugura una biblioteca 
Taglio del nastro al Marcianum. Alla base della visita ci sarebbe la grande stima che il pontefice nutre per Scola. Il Patriarcato: attendiamo ancora una risposta. 
VENEZIA - Il Papa a Venezia la primavera prossima. La notizia circola da qualche giorno e nelle ultime ore avrebbe trovato indirette conferme romane. Nulla di ufficiale ma ci sarebbe addirittura una data: 8 maggio 2011. Giorno storico per la laguna che tornerebbe così ad ospitare un pontefice. L'occasione della visita, stando ad autorevoli fonti vaticane, dovrebbe essere l'inaugurazione della biblioteca dello Studium Generale Marcianum danneggiata dalle fiamme il mese scorso. Ma, a leggere tra le righe della notizia, alla base dell'arrivo di Benedetto XVI ci potrebbe essere semplicemente la grande stima che il pontefice nutre per il patriarca di Venezia Angelo Scola. Stima che con questa visita il papa intenderebbe rendere in qualche modo pubblica.


Non si conosce ovviamente alcun dettaglio del viaggio papale a Venezia e per il momento non è dato sapere se la sua presenza in Veneto si limiterà al capoluogo lagunare o se, invece, farà altre tappe nella nostra regione. Da parte del patriarcato veneziano una nota stringata: «Il Patriarcato di Venezia precisa che il Santo Padre è stato invitato, ma si attende ancora una sua risposta. Al momento pertanto non si può sapere se tale visita ci sarà». Giovedì 23 settembre è stato convocato il Collegio dei Docenti della Facoltà di Diritto canonico San Pio X di Venezia dal quale, se non l'ufficilità (arriverà solo dal Vaticano), potrebbero giungere nuovi dettagli sulla visita di Benedetto XVI.
© Copyright Corriere del Veneto
immagine da Daylife

Papa Pio VII a Padova (parte II)

Dopo la prima parte, continua la cronaca della visita di Pio VII in Padova.



Nel susseguente giorno di lunedì 26, verso le ore 9, Sua Santità scesa dal suo appartamento, passò a Celebrare la Santa Messa nella Chiesa di Santa Giustina, alla quale assistettero diversi Cardinali, Vescovi, e prelati, Sua Eccellenza Tenente Maresciallo Mounfrault, e Sua Eccellenza Marchese Ghisilieri unitamente a molta Nobiltà.
Erano parimenti assidui al corteggio di Sua Santità li suoi Camerieri segreti di Cappa e Spada, fra i quali si distinsero il N.H. Catterin Corner Veneto, il N.H. Balbi Genovese, e li Co: Co: Matteuzzi, e Remondini.
Quel vastissimo tempio si vide ripieno di immenso popolo. Celebrato che ebbe il santo Sacrifizio, ascoltò la Messa di un suo Cappellano segreto. Dopo passò nel Coro interno, ove ammise al bacio del piede molta Nobiltà, e popolo dell'uno e dell'altro sesso, facendogli sempre corte le L.L. Ecc. Ghisilieri, e Monfrault.
In seguito comparve su la prenominata Loggia, imponendo l'Apostolica Benedizione al sempre numeroso ed esultante popolo.
Preceduto poscia dal Crocifero, e fiancheggiato dalla Cavalleria, si trasferì con numeroso seguito di carrozze al Nobil Ritiro delle Dimesse, a render la visita a S.A.R l'Arciduchessa Maria Anna Ferdinanda, che lo accolse nel suo appartamento. Dopo di essersi trattenuto con essa in privato colloquio, la Santità Sua ammise al bacio del piede tutta quella Comunità.
Restituitosi il Santo Padre al Monastero di Santa Giustina poco dopo le ore 12, e salito al Trono, accolse con singolare umanità il Reverendissimo Capitolo de' Monsignori Canonici della Cattedrale Protonotarj Apostolici col privilegio de' Partecipanti in Abito Prelatizio, colà trasferitisi con seguito di carrozze, e fu umiliato il riverente uffizio da Mons. Illustrissimo e Reverendissimo Canonico Arciprete Co: Marco Regolo San Bonifacio.
Indi fu introdotta la Nobile Deputazione Rappresentante il General Consiglio, vestita con la consueta formalità in mantello nero listato d'oro, accompagnata da numerosa Nobiltà, che si è colà pure tradotta con numeroso seguito di carrozze.
Fu umiliato il complimento di riverenza e di omaggio alla Santità Sua a nome della Città dal Deputato Reg. Delegato Nob. Sig. Marchese Luigi Maria Fantini, a cui il Santo Padre degnò corrispondere con sensi di singolare umanità; ammettendo poscia al bacio del piede tanto la detta Nobile Deputazione, che tutto il Ceto Nobile; dopo di che furono presentati gl'Illustrissimi Signori Professori di questa celebre Regia Università, vestiti con le consuete loro Toghe, ed umiliato il riverente loro omaggio col mezzo del Nob. C: Ab. Matteo Franzoja P.P.P., e sindaco Legista, a cui con espressioni di benignità avendo corrisposto il Santo Padre, furono tutti ammessi al bacio del piede.
Anche la Nob. Presidenza della Veneranda Arca del Santo, e qualche altro Corpo ebbero l'onore di rendere i tributi di omaggio e riverenza a Sua Santità, accolti tutti con paterno affetto.
Verso le ore 6 poi della sera si recò il Santo Padre col solito treno al Monastero di Santa Sofia, ove dopo fatta la consueta visita alla Chiesa, vi si trattenne per lungo spazio di tempo, ed esternò la sua divozione verso le sacre spoglie della B. Beatrice Estense, dalle quali colle sue proprie mani staccò un dito per memoria, e venerazione di una tale Beata.
Passò quindi alla visita della Chiesa, e Monastero della R.R. Monache Francescane della Beata Elena, dove ritrovasi Superiora la sorella di Mons. Illustrissimo e Reverendissimo Vescovo d'Adria don Arnaldo Speroni degli Alvarotti dell'Ordine Cassinense, Prelato assistente al Soglio Pontificio. Ivi con le proprie sue mani il Santo Padre mise l'Anello in dito a quella meritissima Superiora, onorandola, con quelle che gli succederanno al governo, del titolo di Abbadessa.
Ad ora bene avanzata si restituì alla sua residenza in Santa Giustina, passando per le prinicipali strade e piazze della Città, che per un tratto di vera consolazione ed esultanza d'un Ospite, ch'è il Capo di tutto il Mondo Cattolico, furono universalmente, e copiosamente illuminate a giorno con forniture alle botteghe e strati alle finestre.
Essendo il martedì dedicato al Glorioso Sant'Antonio, volle il Santo Padre celebrare il S. Sagrifizio della Messa all'Altare dell'Arca di un tanto Taumaturgo. Alle ore 9 circa adunque del giorno 27 con un corteggio più numeroso del solito, e seguito di carrozze della Nobiltà, si avviò la Santità Sua al magnifico Tempio di detto Santo.
Questo era tutto illuminato, come nelle più solenni Funzioni, e ripieno d'ogni ordine di persone disposte secondo i ranghi, specialmente in luogo distinto il Ceto Nobile tanto della Città, che delle vicine, concorso in gran numero.


"Alle ore 9 circa adunque del giorno 27 con un corteggio più numeroso del solito, e seguito di carrozze della Nobiltà, si avviò la Santità Sua al magnifico Tempio di detto Santo. Questo era tutto illuminato, come nelle più solenni Funzioni..."


All'ingresso della Santità Sua, per quanto durò l'adorazione all'Altare del Santissimo Sacramento fu cantata dai Musici della Cappella l'Antifona "Ecce Sacerdos Magnus"; e nel frattempo della preparazione alla Santa Messa furono suonate scelte Sinfonie.
Volle esservi presente al Santo Sacrifizio anche S.A.R. l'Arciduchessa Maria Anna Ferdinanda colla sua prima Dama di Corte, come parimenti Sua Eccellenza il Sig. Marchese Ghisilieri. Assistettero alla Messa di Sua Santità tre eminentissimi Cardinali Livizzani, Borgia e Braschi Onesto, oltre a molti Vescovi e Prelati.
Terminata la Santa Messa, ed ascoltata quella d'un suo Cappellano segreto, si trsferì a visitare il Santuario unitamente alla R. Arciduchessa, e suo nobil seguito, e venerò l'insigne Reliquia della Lingua del Santo, dove poi salito maestoso Trono, ammise al bacio del piede molte Dame, e persone.
S'incamminò poscia alla Sagrestia, dove la benignità del Santo Padre, a soddisfazione della pietà di molte altre pesone, ammise pur queste al bacio del piede. Dopo esser stato servito all'interno del Convento di scelto rinfresco, passò a visitare la Scuola o Confraternita del Santo, situata nella Piazza del prenomianto Tempio, e salito sopra una Loggia a tal oggetto preparato, impartì l'Apostolica Benedizione alla moltitudine concorsavi: ammise poi al bacio del piede quei Confratelli ed altre persone intervenutevi.
Restituitosi alla sua Residenza, dopo un breve giro per la Città, si presentò a prestargli il dovuto omaggio la Congregazione de' Reverendissimi Parrochi della Città, e fece il riverente uffizio il Reverendissimo Parroco don. Alvise Dott. Bottelli, a cui degnò corrispondere il Santo Padre con tenerezza di paterno affetto.
Dopo il pranzo alle ore 6 circa la Santità Sua col solito treno si è trasferita alla Chiesa Cattedrale, ch'era tutta ripiena di popolo, vagamente, e riccamente addobbata, ed illuminata sfarzosamente, anche con molta copia di lampadari di cristallo di cere.
Cantata dal Coro de' Musici con Istrumenti al suo ingresso in Chiesa l'Antifona "Ecce Sacerdos Magnus", orò lungamente all'Altare del Santissimo Sacramento, passò quindi all'Altar Maggiore ad adorare la Santa Croce che v'era esposta, indi si portò alla Sagrestia de' Monsignori Canonici, dove ammise al bacio del piede tutto quel Nobile Capitolo, ove fu servito colle solite formalità di squisito rinfresco, come pure il suo seguito, e Corte Nobile.
Ritornato poi in Chiesa visità l'Altare del B.Gregorio Cardinale Barbarigo, e venerò l'incorrotto suo corpo.
Nel restituirsi che fece a Santa Giustina, visitò il Monastero delle R.R. M.M. Canonichesse Lateranensi dell'Ordine Agostiniano dette di Betlemme. Ivi si trattenne per qualche tempo, e lasciò piene di consolazione quelle pie Religiose, che furono conforme il solito ammesse al bacio del piede.
In detta sera non solo fu replicata l'illuminazione della Città tutta, ma anche la grande facciata della Chiesa di Santa Giustina; e la parte esteriore del Monasterol che riguarda il Prato della Valle, e la vicina strada comparvero tutte vagamente illuminate.
Meriterebbero perciò una dettagliata descrizione per essere state dall'universale pienamente applaudite, ma ci restringeremo ad alcuni cenni, che daranno per altro una qualche idea del ben concepito disegno.
Fu adunque formata una finta facciata architettonica in tre comparti come è la Chiesa. Quello di mezzo fu conformato d'Ordine Corinzio con grandi colonne binate con scanellature e fascie spirali, così pure gli altri due con colonne dello stess'Ordine.
Negl'intervalli vi erano delle nicchie con grandi statue simboleggianti diverse Virtù.
Le parti dell'Architettura, come sono le basi, gli architravi, i fregi, le cornici con li sovrapposti, frontoni, e piedistalli scon altre Statue di mior grandezza, furono di bene dipinti a diversi colori raffiguranti la varietà de' finti marmi, che tutto essendo al di dietro copiosamente illuminato, e perchè trasparente, formava una vaga ampia veduta. Nell'alto poi sostenuto da due Angeli in aria ergevasi il grande stemma getilizio di Sua Santità in egual modo trasparente.
L'esteriore del Monastero fu in simil guisa ridotto a simmetria architettonica. mentre le colonne, e i fregi alle porte, a tutte le finestre in contorno, le piramidi sopra il tetto, e li ben disposti lampioni di deverse vaghe forme, e colori, rendevano un tutto sì ben disposto, e luminoso, che fu l'ammirazione di un'inifinità di spettatori.
Davano risalto venti gran Piramidi ad ombrelle alla Chinese con lumi pendenti a chiocca, disposte lungo lo stradone, che conduce al Monastero.
Al di sotto della Loggia della Benedizione, altra pur ve n'era chiusa da cancellata, dove continuamente una scelta Banda d'Istrumenti da fiato con armoniosi concerti rendea ancor più brillante lo spettacolo, che riuscì tanto più grato allo stesso Santo Padre, quanto che sull'imbrunir della notte usendo dal Monastero di Betlemme gli si presentò per ammirarlo e goderlo all'immprovviso senza alcuna prevenzione.
Tosto che giunse Egli a Santa Giustina comparve sulla Loggia della Benedizione, la quale impartì al numerosissimo popolo, che copriva una gran parte del Prato della Valle, e che non cessava di prorompere in festevoli e divote acclamazioni. 

"passò a visitare la Scuola o Confraternita del Santo, situata nella Piazza del prenomianto Tempio, e salito sopra una Loggia a tal oggetto preparato, impartì l'Apostolica Benedizione alla moltitudine concorsavi"

Il Papa a Wesminster Cathedral: l'imperdibile omelia


 

Non poteva trovare miglior contesto l'Omelia del Santa Padre, oggi in Westminster Cathedral: la superba Celebrazione Eucaristica si è compiuta in forma ammirabile, con una musica celestiale eseguita magistralmente dal coro della Cattedrale londinese. 

Le parole del Santo Padre, come un grande richiamo a riconoscere il fondamenento del Sacrificio di Cristo, senza dimenticare il grande dramma degli abusi, hanno trovano come punto di forza la presenza del grande Crocifisso appeso sulla navata nella Cattedrale di Westminster:

Cari amici in Cristo,

vi saluto tutti con gioia nel Signore e vi ringrazio per la vostra calorosa accoglienza. Ringrazio l’Arcivescovo Nichols per le parole di benvenuto che mi ha rivolto in nome vostro. Davvero in questo incontro del successore di Pietro con i fedeli della Gran Bretagna, "il cuore parla al cuore" e ci fa gioire nell’amore di Cristo e nella nostra comune professione della fede cattolica che ci è stata trasmessa dagli Apostoli. Sono particolarmente lieto che il nostro incontro abbia luogo in questa Cattedrale dedicata al Preziosissimo Sangue, che è il segno della misericordia redentrice di Dio riversatasi sul mondo mediante la passione, morte e resurrezione del suo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo. Un particolare saluto rivolgo all’Arcivescovo di Canterbury che ci onora della sua presenza.
Il visitatore di questa cattedrale non può non rimanere colpito dal grande crocifisso che domina la navata, che ritrae il corpo di Cristo schiacciato dalla sofferenza, sopraffatto dal dolore, vittima innocente la cui morte ci ha riconciliati con il Padre e ci ha donato di partecipare alla vita stessa di Dio. Le braccia spalancate del Signore sembrano abbracciare questa chiesa intera, innalzando verso il Padre le schiere di fedeli che si raccolgono attorno all’altare del sacrificio Eucaristico e partecipano dei suoi frutti. Il Signore crocifisso sta sopra di noi e davanti a noi, come la sorgente della nostra vita e salvezza, "il sommo sacerdote dei beni futuri", come lo definisce l’autore della Lettera agli Ebrei nella prima lettura odierna (9,11).
È, per così dire, all’ombra di questa impressionante immagine, che vorrei riferirmi alla parola di Dio che è stata proclamata in mezzo a noi e riflettere sul mistero del Sangue Prezioso, poiché è questo mistero che ci conduce a riconoscere l’unità fra il sacrificio di Cristo sulla Croce, il sacrificio Eucaristico che egli ha donato alla sua Chiesa, e il suo eterno sacerdozio, per mezzo del quale, assiso alla destra del Padre, egli non cessa di intercedere per noi, le membra del suo mistico corpo.
Incominciamo dal sacrificio della Croce. Lo scaturire del sangue di Cristo è la sorgente della vita della Chiesa. San Giovanni, come sappiamo, vede nell’acqua e nel sangue che sgorgano dal corpo di nostro Signore la sorgente di quella vita divina che è donata dallo Spirito Santo e ci viene comunicata nei sacramenti (Gv 19,34; cfr 1 Gv 1,7;5,6-7). La Lettera agli Ebrei ricava, potremmo dire, le implicazioni liturgiche di questo mistero. Gesù, attraverso la sua sofferenza e morte, la sua auto-donazione nello Spirito eterno, è divenuto il nostro sommo sacerdote e "il mediatore di un’alleanza nuova" (9,15). Queste parole richiamano le stesse parole di nostro Signore nell’Ultima Cena, quando egli istituì l’Eucarestia come sacramento del suo corpo, donato per noi, e del suo sangue, il sangue della nuova ed eterna alleanza sparso per la remissione dei peccati (cfr Mc 14,24; Mt 26,28; Lc 22,20).
Fedele al comando di Cristo "fate questo in memoria di me" (Lc 22,19), la Chiesa in ogni tempo e luogo celebra l’Eucarestia, fino a che il Signore ritorni nella gloria, rallegrandosi nella sua presenza sacramentale e attingendo alla forza del suo sacrificio di salvezza per la redenzione del mondo. La realtà del sacrificio Eucaristico è sempre stata al cuore della fede cattolica; messa in discussione nel sedicesimo secolo, essa venne solennemente riaffermata al Concilio di Trento, nel contesto della nostra giustificazione in Cristo. Qui in Inghilterra, come sappiamo, molti difesero strenuamente la Messa, sovente a caro prezzo, dando vita a quella devozione alla Santissima Eucaristia che è stata una caratteristica del cattolicesimo in queste terre.
Il sacrificio Eucaristico del Corpo e Sangue di Cristo comprende a sua volta il mistero della passione di nostro Signore che continua nei membri del suo Corpo mistico, la Chiesa in ogni epoca. Il grande crocifisso che qui ci sovrasta, ci ricorda che Cristo, nostro eterno sommo sacerdote, unisce quotidianamente i nostri sacrifici, le nostre sofferenze, i nostri bisogni, speranze e aspirazioni agli infiniti meriti del suo sacrificio. Per lui, con lui ed in lui noi eleviamo i nostri corpi come un sacrificio santo e gradito a Dio (cfr Rm 12,1). In questo senso siamo presi nella sua eterna oblazione, completando, come afferma san Paolo, nella nostra carne ciò che manca alle sofferenze di Cristo a favore del suo corpo, che è la Chiesa (cfr Col 1,24). Nella vita della Chiesa, nelle sue prove e tribolazioni, Cristo continua, secondo l’incisiva espressione di Pascal, ad essere in agonia fino alla fine del mondo (Pensées, 553, éd. Brunschvicg).
Vediamo rappresentato nella forma più eloquente questo aspetto del mistero del prezioso sangue di Cristo dai martiri di ogni tempo, che hanno bevuto al calice da cui Cristo stesso ha bevuto, ed il cui sangue, sparso in unione al suo sacrificio, dà nuova vita alla Chiesa. Ciò è anche riflesso nei nostri fratelli e sorelle nel mondo, che ancora oggi soffrono discriminazioni e persecuzioni per la loro fede cristiana. Ma è anche presente, spesso nascosto nelle sofferenze di tutti quei singoli cristiani che quotidianamente uniscono i loro sacrifici a quelli del Signore per la santificazione della Chiesa e la redenzione del mondo. Il mio pensiero va in modo particolare a tutti quelli che sono spiritualmente uniti a questa celebrazione Eucaristica, in particolare i malati, gli anziani, gli handicappati e coloro che soffrono nella mente e nello spirito.
Qui penso anche alle immense sofferenze causate dall’abuso dei bambini, specialmente nella Chiesa e da parte dei suoi ministri. Esprimo soprattutto il mio profondo dolore alle vittime innocenti di questi inqualificabili crimini, insieme con la speranza che il potere della grazia di Cristo, il suo sacrificio di riconciliazione, porterà profonda guarigione e pace alle loro vite. Riconosco anche, con voi, la vergogna e l’umiliazione che tutti abbiamo sofferto a causa di questi peccati; vi invito a offrirle al Signore con la fiducia che questo castigo contribuirà alla guarigione delle vittime, alla purificazione della Chiesa ed al rinnovamento del suo secolare compito di formazione e cura dei giovani. Esprimo la mia gratitudine per gli sforzi fatti per affrontare questo problema responsabilmente, e chiedo a tutti voi di mostrare la vostra sollecitudine per le vittime e la solidarietà verso i vostri sacerdoti.
Cari amici, ritorniamo alla contemplazione del grande crocifisso che troneggia sopra noi. Le mani di nostro Signore, stese sulla Croce, ci invitano a contemplare anche la nostra partecipazione al suo eterno sacerdozio e la responsabilità che abbiamo, in quanto membra del suo corpo, di portare al mondo in cui viviamo il potere riconciliante del suo sacrificio. Il Concilio Vaticano II parlò in maniera eloquente dell’indispensabile ruolo del laicato di portare avanti la missione della Chiesa, attraverso lo sforzo di servire da fermento del Vangelo nella società, lavorando per l’avanzamento del Regno di Dio nel mondo (cfr Lumen gentium, 31; Apostolicam actuositatem, 7). Il richiamo del Concilio ai fedeli laici ad assumere il loro impegno battesimale partecipando alla missione di Cristo richiama le intuizioni e gli insegnamenti di John Henry Newman. Possano le profonde idee di questo grande Inglese continuare ad ispirare tutti i seguaci di Cristo in questa terra a conformare a lui ogni loro pensiero, parola ed azione e a lavorare strenuamente per difendere quelle immutabili verità morali che, riprese, illuminate e confermate dal Vangelo, stanno alla base di una società veramente umana, giusta e libera.
Quanto ha bisogno la società contemporanea di questa testimonianza! Quanto abbiamo bisogno, nella Chiesa e nella società, di testimoni della bellezza della santità, testimoni dello splendore della verità, testimoni della gioia e libertà che nascono da una relazione viva con Cristo! Una delle più grandi sfide che oggi dobbiamo affrontare è come parlare in maniera convincente della sapienza e del potere liberante della parola di Dio ad un mondo che troppo spesso vede il Vangelo come un limite alla libertà umana, invece che come verità che libera le nostre menti e illumina i nostri sforzi per vivere in modo saggio e buono, sia come individui che come membri della società.
Preghiamo quindi affinché i cattolici di questa terra diventino sempre più consapevoli della loro dignità di popolo sacerdotale, chiamato a consacrare il mondo a Dio mediante una vita di fede e di santità. E possa questa crescita di zelo apostolico essere accompagnata da un aumento di preghiera per le vocazioni al sacerdozio ministeriale. Più si sviluppa l’apostolato dei laici, più urgente viene sentito il bisogno di sacerdoti, e più il laicato approfondisce la consapevolezza della propria specifica vocazione, più si rende evidente ciò che è proprio del sacerdote. Possano molti giovani di questa terra trovare la forza di rispondere alla chiamata del Maestro al sacerdozio ministeriale, offrendo le loro vite, le loro energie e i loro talenti a Dio, edificando così il suo popolo nell’unità e nella fedeltà al Vangelo, specialmente attraverso la celebrazione del sacrificio Eucaristico.
Cari amici, in questa Cattedrale del Preziosissimo Sangue vi invito ancora una volta a guardare a Cristo, autore e perfezionatore della nostra fede (cfr Eb 12,2). Vi chiedo di unirvi ancor più pienamente al Signore, partecipando al suo sacrificio sulla Croce ed offrendogli questo "culto spirituale" (cfr Rm 12,1) che abbraccia ogni aspetto della nostra vita e si esprime nell’impegno di contribuire all’avvento del suo Regno. Prego affinché, così facendo, possiate unirvi alle schiere di credenti della lunga storia cristiana di questa terra nel costruire una società veramente degna dell’uomo, degna delle più nobili tradizioni della vostra nazione.
[01222-01.01] [Testo originale: Inglese]

dalla Sala Stampa della Santa Sede


immagini da Daylife

Papa in Gran Bretagna: qualche "musicale" anticipazione



Mentre il terremoto "Palombella" scuote Vaticano e musicisti, seguendo la rosa delle Celebrazioni Papali in Inghilterra, domani si giungerà all'apice nell'ambito della musica sacra: il fantastico coro della Cattedrale londinese eseguirà brani a cinque voci di William Byrd, e un inedito Tu es Petrus composto per l'occasione da James Mac Millan. Il Westminster Cathedral Choir è senza dubbio una delle più belle realtà musicali inglesi e le esecuzioni raggiungono altissimi livelli, come in questo Sicut Cervus di Palestrina che, anche se interpretato in maniera poco "romana", merita l'ascolto:



 

Domenica, alla Beatificazione del Newman, oltre al Te Deum di Haydn, sarà eseguita la Newman Mass del prolifico Mac Millan. Ecco qualche anticipazione: 


 


immagine da Daylife

La Festa della Madonna dell'Angelo in Caorle

il Santuario della Madonna dell'Angelo


Un evento che si ripete ogni cinque anni, in una Caorle devota e trepidante: la Festa della Madonna dell'Angelo. Secondo la tradizione risalente almeno al secolo VIII, alcuni pescatori caorlotti intenti ad armeggiare con reti e remi poco distanti dalla spiaggia, videro in lontananza una statua della Vergine Maria in trono, che galleggiava sulla superficie del mare. I pescatori, dopo aver recuperato il prezioso simulacro con le loro reti, si curarono di trasportarlo alla Chiesa di San Michele, poi divenuta "della Madonnna dell'Angelo". Una leggenda popolare ricorda come la statua della Vergine fosse pesante, anche a causa di un grosso blocco di marmo fissato alla base del trono sui cui sedeva, e come solo alcuni bambini, con la loro innocenza riuscirono a trasportarla all'interno della Chiesa. L'attuale statua è del 1923 e sostituisce l'antica, bruciata durante un tentativo di furto.


Quest'anno, nella settimana che comprende l'8 settembre, come tradizione vuole, si sono svolti i solenni festeggiamenti con la grande processione su barche, dal Duomo di Caorle sino al Santuario. Presente anche il Patriarca di Venezia, il Cardinal Angelo Scola.







immagini da Flickr (da angeloscola.it) e meineadria.com/caorle.1375.0.html

Sistina: Liberto au revoir, arriva Palombella




Cambio di direzione alla Sistina? Magister già a gennaio accennava ad una sostituzione ai vertici del coro dei Papi, con un Don Palombella al posto del Liberto. Sei giorni dopo il vaticanista de "L'Espresso" si affrettava a smentire. Ora, mentre il Pontefice si appresta a partire per il suo viaggio in Inghilterra, la direzione della Cappella Musicale Sistina sembra davvero vacillare, pronta per un salesiano (e bertoniano) Palombella. Svolta "conservatrice" del Ratzinger che non ha mai digerito la memorabile espulsione del 1997? Rispunterà la Papae Marcelli e il Miserere dell'Allegri? Una cosa è sicura, Palombella è giovane, non è Bartolucci e neanche "la stella in Roma" Miserachs Grau, che perde ancora l'occasione di ricoprire un (meritato?) importante incarico. 
 
-Città del Vaticano, 15 set. (Adnkronos/Ign) - Sarà don Massimo Palombella il nuovo direttore del Coro della Cappella Sistina. Musicista e compositore, don Palombella è al momento direttore del Coro Universitario ed è un grande conoscitore di musica sacra molto apprezzato in Vaticano e non solo.

Diplomato al Conservatorio di Torino, docente di Teologia dogmatica presso la facoltà di Teologia dell'Università Pontificia Salesiana e di Linguaggi della Musica alla facoltà di Scienze della Comunicazione della Sapienza, è stato proprio lui a fondare nel 1995 il Coro Interuniversitario di Roma, una sorta di "laboratorio" a disposizione degli studenti delle numerose università presenti nella Capitale, nel quale apprendere l'arte della polifonia e la vocalità e conoscere i grandi polifonisti classici della "Scuola Romana" che va da Giovanni Pierluigi da Palestrina a Domenico Bartolucci.

Un'esperienza, quella del Coro Interuniversitario, che ha avuto numerosi riconoscimenti, a cominciare dal patrocinio concesso dal Pontificio Consiglio della Cultura in virtù delle ''qualità culturale delle sue prestazioni'' e ''dell'impegno di formazione del complesso musicale'' e dal conferimento nel 2004 della Medaglia del Pontificato da parte di papa Giovanni Paolo II ''per il servizio reso al culto divino e alla cultura musicale''.

Don Palombella gode della stima di illustri maestri di Conservatorio e soprattutto dei musicisti del Coro universitario da lui creato e finora diretto, e risiedono proprio nella freschezza dell'approccio, nella grande competenza e nel costante impegno formativo nel campo della musica sacra le ragioni della sua nomina. Tanto che, se a volerlo alla guida del Coro sembra essere stato proprio il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie da cui dipende il maestro della Cappella Sistina, anche don Giuseppe Liberto, con il quale don Palombella si avvicenderà, avrebbe espresso più volte la sua opinione favorevole in merito alla nomina.

Tra l'altro don Palombella è stato l'ideatore di un Coro che riunisse i cantori delle Università e dei Conservatori di Musica italiani, e di un'Orchestra formata dai migliori studenti dei Conservatori di Musica italiani In occasione della laurea honoris causa conferita il 17 maggio 2003 a Giovanni Paolo II. Un'idea raccolta dal ministero dell'Università e della Ricerca (Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica), che lo ha nominato responsabile dell'Orchestra e del Coro dei Conservatori di Musica italiani in ordine agli incontri del Papa con la cultura universitaria europea in Vaticano. 

 -Palermo, 15 set. (Adnkronos) - ''Don Palombella è un musicista preparato ed è custode della tradizione musicale antica, in linea con la Cappella Sistina''. Lo afferma all'ADNKRONOS il direttore del Conservatorio 'Vincenzo Bellini' di Palermo, Carmelo Caruso, che ha avuto più volte occasione di collaborare con il nuovo direttore del coro della Cappella Sistina, don Massimo Palombella. ''Con padre Liberto - aggiunge Caruso - il repertorio della Cappella Sistina si era spinto verso scelte più ardite e moderne. Don Palombella invece è più conservatore e predilige certamente il repertorio dei grandi polifonisti classici della 'Scuola Romana'''.
Caruso e don Palombella si sono incontrati in ''occasione delle manifestazioni che il Santo Padre - spiega il direttore del conservatorio - organizza ogni anno in collaborazione con il ministero dell'Università e della Ricerca scientifica. E noi del conservatorio di Palermo - conclude Caruso - abbiamo sempre partecipato, mandando moltissimi studenti a fare parte del coro Interuniversitario che proprio Palombella ha fondato e diretto''.


 Articoli da Adnkronos, immagine da Orbis Catholicus secundus

Il Papa nel Regno di Sua Maestà: continuano i preparativi

Mentre Mons. Guido Marini rilascia interviste sull'uso del latino nelle Liturgie che il Papa presiederà nel suo viaggio in Gran Bretagna, continuano i preparativi per l'evento che sembra sconvolgere il tranquillo autunno inglese. 
A Melrose (Scozia) si espongono i paramenti appartenuti al Cardinal Newman che Benedetto XVI visionerà nella sua tappa ad Edimburgo.  
Ecco qualche immagine:





A Birmingham è a buon punto la grande struttura metallica (a cui avevamo già dedicato un post) che ospiterà la Beatificazione del Cardinal Newman:





Dal punto di vista musicale, i sudditi della Regina stanno preparando il meglio: Alla Celebrazione Liturgica di Birmingham si preparano brani di compositori come Byrd e Monteverdi, per chiudere in bellezza con lo strepitoso Te Deum (n.2) di Joseph Haydn, uno dei brani sacri più interessanti del compositore austriaco ...




immagini da Daylife

Pietre veneziane





Venezia, Campo Santi Apostoli, iscrizione.


MCCCLI DEL
MEXE DE LVIO
FOCOMPLIDA SSTCHAXA
DELLA SCVOLA DELI
DODEXE APOSTOLI

Splendori patavini: le campane della Basilica di Santa Giustina





Secondo gli esperti uno tra più sontuosi concerti a sette campane del nord d'Italia è ospitato nel campanile della Basilica di Santa Giustina in Padova. La storia dell'alta costruzione affonda le radici a quasi mille anni fa, anche se l'attuale fisionomia è dovuta ad una delle ultime sfide architettoniche dei Monaci Cassinesi dell'Abbazia che allo scadere del '500 si interessarono a sopraelevare l'antica canna romanica ormai oppressa dalle imponenti costruzioni rinascimentali. Alla fine dei lavori la torre rivelò i suoi nuovi 72 metri d'altezza, una notevole imponenza che Galileo Galilei riuscì a distinguere chiaramente da Venezia grazie ai suoi moderni cannocchiali. Ma veniamo alle campane: tra tutte spicca il grande campanone del 1733 uscito dalle fonderie Demaria, di Vicenza. Meno imponenti le altre campane settecentesce, come il bronzo del 1765 frutto delle fonderie Soletti di Brescia. La più recente è la campana del 1954 della fonderia De Poli di Vittorio Veneto. Ecco l'elenco completo:




Affresco cinquecentesco: la Basilica di Santa Giustina e a fianco, l'originario campanile romanico.





7 Campane in Do3:

DO3 cm 155,8 kg2500 - DE MARIA VICENZA 1733

RE3 cm140,1 kg1700 - ALBERTO SOLETTI BRIXENSIS 1765

MI3 cm 122,7 kg1100 - COLBACHINI Angarano 1791

FA3 cm 110 kg780 - COLBACHINI Bassano 1889

SOL3 cm 103 kg660 - fonditore?? 1771

LA3 cm 85,7 kg350 - DE POLI Vittorio Veneto 1957

DO4 cm 73 kg240 - LUIGI CAVADINI 1887

Di seguito vi proponiamo qualche ascolto tratto da You Tube, che si rivela un ottimo canale anche per gli appassionati di campane:












l'elenco delle campane da You Tube, immagini da Flickr, Il Mattino di Padova, Abbazia di Santa Giustina.

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Come servire la Santa Messa nella Forma Ordinaria del Rito Romano: parte II





Oggi tratteremo della Messa servita da due ministranti.

Innanzitutto, già in sacrestia bisognerà dividersi i compiti: servirà un primo ministrante e un secondo ministrante:

  • Il primo ministrante sta sempre alla destra del Sacerdote, il secondo alla sinistra.
  • Per tutta la prima parte della Messa si seguiranno le istruzioni riportate nel precedente articolo riguardante la Messa servita da un solo ministrante.
  • Giunti all'offertorio il 2° ministrante porterà il messale sull'altare e il 1° il calice. Poi il 1° porterà l'ampollina del vino e il 2° quella dell'acqua, entrambi torneranno alla credenza e il 2° passerà l'ampollina dell'acqua al primo e prenderà il manutergio mentre il 1°, tenendo l'ampollina nella mano destra prenderà il piattino con la sinistra ed entrambi raggiungerete il Celebrante per il lavabo.
  • Alla consacrazione sarà compito del 1° ministrante suonare il campanello, mentre il 2° amministrerà il piattino durante la comunione dei fedeli. Al ritorno all'altare il 1° verserà l'acqua nel calice e il 2° riporterà il calice alla credenza. 
  • Per il resto della Celebrazione, si seguiranno le solite norme.

Beatificazione del Card. Newman: ecco la scenografia

Messainlatino.it ha da poco pubblicato due bozzetti della grandiosa "scena" che ospiterà l'Altare e la sede su cui il Papa presiederà la Beatificazione del Cardinal Newman. Eccoli:




Sicuramente una delle strutture (temporanee) più complesse pensate per una Celebrazione papale. Chissà se dopo il Rito sarà disponibile per concerti ed eventi, magari per il veneziano Heineken Jammin Festival, sempre se ben costruito...
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