de La Tribuna di Treviso
Il fenomeno astronomico si è ripetuto anche ieri. Nonostante la giornata incerta; alle 12, i raggi del (pallido) sole hanno illuminato i sei santi che sovrastano le arcate della navata Nord di San Nicolò. Niente di miracoloso, ma pura astronomia, sfruttata nel Medioevo per un messaggio spirituale di rinascita: dal buio, i santi emergevano alla luce, la nuova vita al congedo dell’anno uscente. I committenti del tempo, edificato fra Due e Trecento, vollero che i mastri costruissero il tempi con disposizione precisa di finestre, medaglioni e affreschi. Così la chiesa è stata costruita con un’angolazione di 91 gradi e 4 primi rispetto alla linea del sole, e nel giorno del solstizio i raggi vanno a colpire perfettamente i sei medaglioni disposti sul lato Nord della chiesa. I santi e le sante effigiate sono opera di un artista veneto attivo fra il 1220 e il 1330, ma c’è chi ipotizza possano essere anche, almeno in perte, opera di Tomaso da Modena.
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