Uno sguardo veneto sulla Liturgia, musica e arte sacra, le attualità romane e le novità dalle terre della Serenissima.
Sul solco della continuità alla luce della Tradizione.

Splendori patavini: un Avvento di restituzioni



Nella città del Santo due importanti riconsegne per gli amatori dell'arte e per i fedeli: riapre i battenti la Chiesa di Santa Sofia, dopo due anni di interventi di restauro che hanno coinvolto l'edificio tutto. La chiesa, ritenuta la più antica della città fu edificata, secondo la leggenda, sul sito di un tempio pagano probabilmente dedicato al culto del dio Mitra. La conversione a luogo di culto cristiano sembra sia dovuta al Vescovo Prosdocimo in epoca paleocristiana. L'edificio è caratterizzato da due parti distinte, dall'abside con emiciclo risalente al IX-X secolo e le navate, di stile romanico, costruite tra il 1106 e il 1127. Dopo gli ultimi interventi degli anni '50, che eliminarono quel volto barocco che avevano acquisito le navate nel corso dei secoli, i nuovi lavori, all'insegna della modernità hanno portato una ventata di tecnologia all'interno della vecchia chiesa: illuminazione al led, sensori di staticità ed un nuovissimo sistema di riscaldamento a pavimento.







Da domenica 18 dicembre, il Palazzo Vescovile si è arricchito di un altro pezzo della sua storia rinascimentale: la cappella sud, uno dei due oratori gemelli che si aprono sul grande Salone dei Vescovi, dopo lunghi restauri (dal giugno 2010 all’aprile 2011) ha recuperato l'originale decorazione quattro-cinquecentesca commissionata dall'allora vescovo Pietro Barozzi (il suo stemma compare qua e la) che appena un anno fa giaceva celata sotto otto strati di tinteggiature. Per il ripristino della pellicola pittorica si è utilizzata la moderna tecnologia laser oblation. La cappella è stata denominata "del velarium", per la particolare decorazione a tendaggio che la circonda. Resta sconosciuta l'originale destinazione dell'oratorio e delle sue primitive volumetrie: si è accertato che la decorazione pittorica prosegue al disotto dell'attuale calpestabile, come se tra '400 e '500 il pavimento fosse ben più basso dell'attuale.




 
 
immagini da Il Mattino di Padova, G. immage.

1 commento:

Anonimo ha detto...

la cappella del vescovo potrebbe diventare un sacrario ecumenico, vero simbolo del compimento del vaticano 2 a Padova! Che bello!

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