Tra le belle opere, gli Altari, i preziosi monumenti e gli affreschi della Cattedrale veronese si può incontrare un curioso sigillo tombale: è plasmato nel marmo locale e consunto dai piedi che nei secoli l'hanno calpestato, forse inconsapevoli di stare sulla tomba di Lucio III. Eletto Pontefice nel 1181 a Velletri dove sedeva vescovo, fu Papa poco romano, obbligato a fuggire in esilio verso Anagni per poi ripiegare in Verona dove nel 1184 tenne un Sinodo in cui ebbe occasione di pronunciarsi contro i Catari, Patarini, Arnaldisti e Valdesi. Schiettamente anti-imperiale, Regnò tra le angherie dell'Imperatore Federico I che mirava alle eredità di Matilde di Canossa, e le pretese di Enrico VI che il Lucio rifiutò d'incoronare poco prima di morire, nel novembre del 1185. La salma fu inumata in un loculo terragno nel presbiterio della Cattedrale cittadina e coperto da una lastra tombale raffigurante il Pontefice disteso, abbigliato con i paramenti papali e con tiara in capo, affiancato da cherubini incensanti e da una figura riverente che si appresta a baciar la papal pantofola. La pietra restò a suo posto sino al 1879 quando, per motivi di conservazione, fu levata da terra e addossata alla navata destra, dove ancora di trova.
La lastra tombale di Lucio III |
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