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Cari Monsignori... l'abito piano!




di Andrea Tornielli per Vatican Insider
L’abito deve fare il monaco, almeno in Vaticano. Lo scorso 15 ottobre il cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, ha firmato una circolare inviata a tutti gli uffici della curia romana per ribadire che sacerdoti e religiosi devono presentarsi al lavoro con l’abito proprio, e cioè il clergyman o la talare nera. E nelle occasioni ufficiali, specie se in presenza del Papa, i monsignori non potranno più lasciare ad ammuffire nell’armadio la veste con i bottoni rossi e la fascia paonazza.
Un richiamo alle norme canoniche che rappresenta un segnale preciso, di portata probabilmente maggiore rispetto ai confini d’Oltretevere: nei sacri palazzi, infatti, i preti che non vestono da preti sono piuttosto rari. Ed è probabile che il richiamo ad essere più ligi e impeccabili, anche formalmente, debba servire da esempio per chi viene da fuori, per i vescovi e i preti di passaggio a Roma. Insomma, un modo di parlare a nuora perché suocera intenda e magari faccia altrettanto.
Il Codice di Diritto Canonico stabilisce che «i chierici portino un abito ecclesiastico decoroso» secondo le norme emanate dalle varie conferenze episcopali. La Cei ha stabilito che «il clero in pubblico deve indossare l’abito talare o il clergyman», cioè il vestito nero o grigio con il colletto bianco. Il nome inglese rivela la sua origine nell’aerea protestante anglosassone: è entrato in uso anche per gli ecclesiastici cattolici, all’inizio come concessione per chi doveva viaggiare.
La Congregazione vaticana del clero, nel 1994, spiegava le motivazioni anche sociologiche dell’abito dei sacerdoti: «In una società secolarizzata e tendenzialmente materialista» è «particolarmente sentita la necessità che il presbitero – uomo di Dio, dispensatore dei suoi misteri – sia riconoscibile agli occhi della comunità».
La circolare di Bertone chiede ai monsignori di indossare «l’abito piano», cioè la veste con i bottoni rossi, negli «atti dove sia presente il Santo Padre» come pure nelle altre occasioni ufficiali. Un invito rivolto anche ai vescovi ricevuti in udienza dal Papa, che d’ora in poi dovranno essere decisamente più attenti all’etichetta.
L’uso degli abiti civili per il clero è stato legato, in passato, a particolari situazioni, come nel caso della Turchia negli anni Quaranta o del Messico fino a tempi molto più recenti, con i vescovi abituati a uscire di casa vestiti come manager. L’usanza ha poi preso piede in Europa: non si devono dimenticare le ben note immagini del giovane teologo Joseph Ratzinger in giacca e cravatta scura negli anni del Concilio. Ma è soprattutto dopo il Vaticano II che la veste talare finisce in soffitta e il prete cerca di distinguersi sempre meno. Da anni ormai, soprattutto nei giovani sacerdoti, si registra però una decisa controtendenza. Una svolta «clerical» messa ora nero su bianco anche nella circolare del Segretario di Stato.

24 commenti:

Levate! ha detto...

Sì: abito "piano", sennò svegliate Mons. Marini sr., che sonnecchia!!

Anonimo ha detto...

Torna il vecchio rigore alla Pacelli... bene direi! Come mi manca il triregno!!

Anonimo ha detto...

Sarebbe bene che il decoro venisse rispolverato non solo a Roma, ma anche nelle diocesi. Ci sono infatti vescovi che hanno il coraggio di presentarsi in pubblico con l'abito piano senza fascia (!).

Credono di essere sportivi, ma in realtà si fanno ridere dietro.

Anonimo ha detto...

Tipo Mattiazzo? Io l'ho visto abbastanza dignitoso solo alla visita del papa ad Aquileia, aveva la pellegrina colla fascia... finesse.

Io in Vaticano vorrei il FERRAJOLONE per tutti i mitrati!

Anonimo ha detto...

xché piano? era portato al piano nobile o se lo mettevano lentamente?

Guy de Maupassant ha detto...

"Credono di essere sportivi, ma in realtà si fanno ridere dietro."

Infatti senti di quelle sganasciate quando arriva il Vescovo senza fascia.... Ma dai, siete proprio fuori dalla realtà... Delle betoneghe da sacrestia!

Anonimo ha detto...

Ha ragione il Gay francese ! Siete solo delle bettoneghe! E le bettoneghe popolano anche il Vaticano !!!

Anonimo ha detto...

"Siete fuori della realtà".

Fuori della realtà è il monsignore che crede, non mettendosi la fascia, di essere più "alla mano". O che consente al parroco di entrare in motocicletta. O che tollera per anni il parroco canterino (avvicina i giovani!), salvo poi scoprire che...
O che fa finta di niente di fronte al suo prete che va in Municipio con la fascia tricolore a sposare (civilmente!) i divorziati, senza prendere poi nessuna sanzione.
Crede forse costui che la cosa sia stata dimenticata?
O che tollera una commemorazione del Concilio organizzata come un festival antipapale all'insegna dell'Amarcord sessantottino.
O che fa scenate di fronte ad una pianeta (sic).

Ripeto: l'importante è che Roma sia informata di tutto questo sfacelo. E tanti auguri al nuovo Presule che dovrà cominciare da zero, anzi da sotto zero.

Guy de Maupassant ha detto...

Caro anonimo, alcune delle cose che descrive lei sono realmente gravi. Ma quella della fascia, ne converrà, è una bazzeccola...la noterebbe solo una betonega da sacrestia!

Guy de Maupassant ha detto...

...e all'anonimo delle 12:33, gay sarà sua sorella.

Anonimo ha detto...

Caro Guy

in sé, la fascia, non è nulla, anzi è un pezzo di stoffa. Ma non portarla, quando la legge ecclesiastica dice che deve essere portata, è indice di qualcosa di profondo. E proviamo a pensare che cosa sia questo qualcosa.

Non a caso, su questo tema, è intervenuto anche il Segretario di Stato. Ora, pensare che il Segretario di Stato si occupi di cose da "betoneghe di sacrestia" mi sembra un po' riduttivo.

Cordiali saluti

Anonimo ha detto...

Ops, era GUY, non GAY!

Mia sorella è sana e sa scegliere pseudonimi meno strani e femminei non da lacché della Montespan.

Anonimo ha detto...

Io non penso che Bertone si occupi di cose da betonega da sacrestia,io penso che Bertone SIA una betonega da sacrestia!

Anonimo ha detto...

Qualcuno sa se Tony mette la fascia da 13 o quella bella alta da 15cm?

Anonimo ha detto...

....Ma ci sono Gay tra le mura dei portatori di abito piano ? Spero di no!!!E....cosa sono le bettoneghe..scusate la ignuransa!!! ahah ah

Anonimo ha detto...

Nella foto c'è anche il pennuto Palombella?

Gay-Lussac ha detto...

Vorrei che venisse ripristinata la cotta sopra al rocchetto. Bei tempi quelli.

Anonimo ha detto...

Eh sì che è Palombella quello in seconda fila a sinistra nella foto. Che ci fa vestito da monsignore, lui che non lo è?

Anonimo ha detto...

C'è anche il cerimoniere mons. kawabonga!

Anonimo ha detto...

Mons. Palombella ha la veste filettata di color rubino, segno che è Prelato d'Onore. Dubito che sia Protonotario Apostolico, dato che il suo predecessore mons. Giuseppe Liberto ricevette tale onorificenza quando dovette rinunciare all'incarico di Maestro della Cappella Musicale Pontificia Sistina. Se fosse Cappellano di Sua Santità la filettatura sarebbe invece di color paonazzo.

Anonimo ha detto...

Al Concistoro odierno grandissimo decoro.
Una bella differenza rispetto ai tempi di Marini 1 in cui vestivano il Papa con lurex ed affini e lo facevano sedere su una sedia color caffelatte.

A mons. Guido: lunga vita.

Anonimo ha detto...

palombella, in quanto salesiano, non ha nessun titolo per indossare l'abito da monsignore

Anonimo ha detto...

"Non ha nessun titolo per indossare l'abito da monsignore"

E chi lo dice? Queo che vende folpi in piassa dee Erbe?

Anonimo ha detto...

Non interessa a nessuno che non abbia i titoli. Fa bene e stop.

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