Biglietti, ma soprattutto spettacoli e concerti nelle chiese veneziane: il Patriarca Moraglia ci da un taglio. Più sacro e meno danaro.
di Daniela Ghio per Il Gazzettino
Il Patriarca mette un freno alle chiese museo e soprattutto allo sfruttamento in termini economici dei beni ecclesiastici: una posizione chiara contro le chiese a pagamento. Nella prefazione del calendario liturgico diocesano, distribuito alle parrocchie, monsignor Francesco Moraglia sollecita i parroci e i fedeli a riscoprire la vera sacralità dell’azione liturgica, valorizzando la specificità liturgica e non museale delle chiese di Venezia.
Il Patriarca si richiama alla Costituzione Sacrosanctum Concilium e spiega come ci si trovi talvolta agli antipodi dell’uso degli spazi sacri per fini diversi da quelli per cui sono stati progettati e costruiti: «Talune proposte – afferma il presule - che inizialmente si presentano in termini catechistici e culturali, alla fine sembrano rispondere ad altre logiche».
Lo spazio sacro di una chiesa, nata per il culto, sottolinea il Patriarca, deve quindi rimanere riferimento all’azione liturgica o a momenti che direttamente o indirettamente preparano o seguono tale azione. «È essenziale – continua – che ogni uso differente da quello liturgico sia regolamentato e comunque si svolga sotto la guida dei competenti organi e uffici diocesani. Anche senza esplicita volontà, è facile usufruire in maniera non consona di spazi liturgici destinandoli ad un uso improprio per cui non sono stati pensati, progettati e costruiti. Il rischio, non sempre presente a tutti, è che una mentalità funzionalistica si affermi in seno alla stessa comunità dei credenti e alle sue guide; l’uso improprio degli spazi sacri, soprattutto quando istituzionalizzato, facilità l’instaurarsi di tale mentalità. In tal modo, smarrita, per esempio, la capacità di percepire il linguaggio del simbolo, ci si interroga sull’uso di un edificio sacro: “ma… cosa ne posso fare?”, “che cosa ne posso ricavare?”, e “cosa ci guadagno?”. Non di rado succede che la mentalità funzionalistica si trasformi in mentalità imprenditoriale; fronteggiare tale tendenza e soprattutto recuperare il senso del sacro, del mistero e dell’adorazione è essenziale».
Viene messa in discussione pertanto l’attività “istituzionalizzata” di Chorus, associazione per le chiese del patriarcato di Venezia, che prevede la visita turistica delle chiese a pagamento, assicurandone l’apertura e la guardiania. Così come viene messa in discussione l’attività concertistica e di mostre di alcuni templi sottratti al culto. Scaduti i contratti in corso, gli uffici diocesani potrebbero bloccare questo tipo di attività, almeno per le chiese di diretta dipendenza dal patriarcato e non di uso pubblico. Moraglia in particolare desidera che chiunque possa entrare nelle chiese senza pagare il biglietto. E già sì è avuta una prima risposta: dal 1° gennaio la chiesa della Madonna dell’Orto si è tolta dal circuito di Chorus.
29 commenti:
Questo mo lo fanno papa!
Nulla di nuovo sotto il sole. Infatti:
Nota del Consiglio Episcopale Permanente della CEI, L'accesso nelle chiese, 31 gennaio 2012
L’accesso nelle chiese
1. Secondo la tradizione italiana, è garantito a tutti l’accesso gratuito alle chiese aperte al culto, perché ne risalti la primaria e costitutiva destinazione alla preghiera liturgica e individuale. Tale finalizzazione è tutelata anche dalle leggi dello Stato.
2. La Conferenza Episcopale Italiana ritiene che tale principio debba essere mantenuto anche in presenza di flussi turistici rilevanti, consentendo l’accesso gratuito nelle chiese nelle fasce orarie tradizionali, salvo casi eccezionali a giudizio dell’Ordinario diocesano. Pertanto le comunità cristiane si impegnano ad assicurare l’apertura delle chiese destinate al culto, in special modo quelle di particolare interesse storico e artistico situate nei centri storici e nelle città d’arte, sulla base di calendari e orari certi, stabili e noti.
3. Le comunità cristiane accolgono nelle chiese come ospiti graditi tutti coloro che desiderano entrarvi per pregare, per sostare in silenzio, per ammirare le opere d’arte sacra in esse presenti.
4. Ai turisti che desiderano visitare le chiese, le comunità cristiane chiedono l’osservanza di alcune regole riguardanti l’abbigliamento e lo stile di comportamento e soprattutto il più rigoroso rispetto del silenzio, in modo da facilitare il clima di preghiera: anche durante le visite turistiche, infatti, le chiese continuano a essere “case di preghiera”.
5. In presenza di flussi turistici molto elevati gli enti proprietari, allo scopo di assicurare il rispetto del carattere sacro delle chiese e di garantire la visita in condizioni adeguate, si riservano di limitare il numero di persone che vengono accolte (ricorrendo al cosiddetto contingentamento) e/o di limitarne il tempo di permanenza.
6. Deve essere sempre assicurata la possibilità dell’accesso gratuito a quanti intendono recarsi in chiesa per pregare e deve essere sempre consentito l’accesso gratuito ai residenti nel territorio comunale.
7. L’adozione di un biglietto d’ingresso a pagamento è ammissibile soltanto per la visita turistica di parti del complesso (cripta, tesoro, battistero autonomo, campanile, chiostro, singola cappella, ecc.), chiaramente distinte dall’edificio principale della chiesa, che deve rimanere a disposizione per la preghiera.
Roma, 31 gennaio 2012
Memoria di San Giovanni Bosco
Il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana
Alzi la mano chi segue le note della CEI... nessuno? Ma dai!
Gli passerà la voglia - al papabile - di fare l'eroe quando i soldi finiranno e le chiese non potranno più essere mantenute o saranno preda di furti o vandalismi. Certo che c'è sempre il genio di turno eh!?
Moraglia deve capire che a Venezia i veneziani sono un numero misero. La città è in mano ai turisti visitatori. Chi manterrà le chiese? Gia ora come ora le risorse non bastano. La soluzione di chorus era buona, permetteva di avere alcune chiese aperte, discretamente mantenute e restaurate.
Ben fatto, che torni la sacralità in San Marco.
E chorus ?
è chiaro che l'obbiettivo di Moraglia non è chorus ma le cosacce e gli spettacoli che fanno nelle chiese tipo ai frari che fanno i concerti di venicio capoclasse o le robe jazz.
Grande Patriarca!
Le chiese vanno mantenute, ma non a discapito della loro natura.
Fuori i mercanti dal tempio.
Questo patriarca salverà Venezia.
... eh già, ogni tanto spunta fuori il salvator della patria osannato dal popolino ...
...oppure quel che combinano a san giovvani evangelista, con le mostre sui faraoni egiziani in chiesa.
Una mostra sulla faraona l'avrei vista bene in episcopio a Padova. Non capisco perchè farla a Venezia.
W il popolino!
Nella cripta della cattedrale di Padova l'anno scorso si è tenuta la prima fiera triennale della patata americana. Molto il popolo accorso, trionfo dell'episcopo.
...assaggi gratuiti!
Ho l'impressione che molti sacerdoti del gramo patriarcato siano sempre qua a spidocchiare su questo blog. infatti è nota l'eterna inimicizia per l'episcopio patavino ed ecco che nascono tacchini e ruberà magna. inizieremo noi a rispondere alle vostre fiere del pizzo e della vestina rosa.
Ma anche se qualcuno comincerà a "rispondere alle fiere del pizzo", queste continueranno lo stesso.
Bella la foto messa dal blog.
Degno di nota il decoro dei prelati collaboratori del Patriarca.
La verità brucia eh, amministrazione dei miei stivali !
Un bel grazie all'Amministrazione del blog che, oltre a lavorarci sopra, deve occuparsi anche di quelli che incarnano, o ritengono di incarnare, la verità.
A me pare ridicolo che nel 2013 qualcuno pretenda le messe tutte pauperismo e libertà che venivano celebrate dal papa sino al 2007 quando venivano portati all'offertorio palloni, scarpe e giumente varie.
Concordo ... ma perchè mai a un ridicolismo si contrappone un altro ridicolismo? Dalle giumente all'offertorio al travestitismo settecentesco non c'è via di mezzo?
Attenti al segretario doppia-faccia.
Che segretario?
Attenti.
All'attenzione del curatore del blog: ha senso mantenere i commenti liberi se sono tutti di livello infimo come questi? Insulti e battute volgari che hanno da spartire con il nome di questo blog, che ripeto: Sacris Solemniis.
Posta un commento