Uno sguardo veneto sulla Liturgia, musica e arte sacra, le attualità romane e le novità dalle terre della Serenissima.
Sul solco della continuità alla luce della Tradizione.

Milano al Patriarca: per Tornielli (quasi) tutto è compiuto


di A. Tornielli
Si avvicina la nomina di Angelo Scola ad arcivescovo di Milano. È il suo nome ad essere uscito dalla riunione della Congregazione dei vescovi che si è svolta ieri mattina nel palazzo apostolico. I cardinali e vescovi membri del dicastero che collabora con il Papa nel vagliare la classe dirigente della Chiesa cattolica, hanno esaminato quattro «provviste», cioè le nomine per tre diocesi più quella di un vescovo ausiliare inglese.
La seconda all’ordine del giorno era quella di Milano, la diocesi più importante d’Europa e forse del mondo. Lo scambio di pareri non è durato a lungo né è stato troppo acceso. Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, in qualità di «ponente», ha dovuto riassumere ai colleghi porporati l’esito delle tre ampie consultazioni condotte dal nunzio in Italia per individuare il candidato più adatto.
I membri della Congregazione dei vescovi, che avevano ricevuto già da qualche giorno tutta la documentazione, si sono trovati di fronte a una terna di nomi – il patriarca di Venenzia Scola, il vescovo di Rimini Francesco Lambiasi, l’osservatore permanente della Santa Sede al Consiglio d’Europa Aldo Giordano – e a seguire una rosa più ampia, formata da altri candidati che avevano ricevuto voti e di segnalazioni, come il «ministro della Cultura» vaticano, il cardinale Gianfranco Ravasi, e il nunzio in Venezuela Pietro Parolin.
Com’era prevedibile, è stata sollevata un’obiezione riguardo all’età di Scola, che ha 69 anni e mezzo e dunque ha davanti a sé un episcopato non lungo. Ma anche questa riserva sembra superata. Del resto, altre due recenti nomine per importanti sedi europee e americane hanno visto Benedetto XVI scegliere candidati non giovani: nel gennaio 2010 il Papa ha infatti designato arcivescovo di Bruxelles il settantenne André-Joseph Léonard, e undici mesi dopo ha nominato arcivescovo di Santiago del Cile l’ormai sessantanovenne Ricardo Ezzati Andrello. Lo stesso arcivescovo uscente, il cardinale Dionigi Tettamanzi, aveva 68 anni e mezzo al momento dell’ingresso a Milano.
Nella riunione di ieri si è discusso anche di un’altra diocesi italiana, Urbino, e di una diocesi spagnola, oltre che del nuovo ausiliare a Londra. Ora il Prefetto della Congregazione dei vescovi, il cardinale Marc Ouellet, preparerà la documentazione da portare sul tavolo del Papa, forse già nell’udienza di domani. Benedetto XVI, il quale ha voluto che la nomina di Milano seguisse l’iter normale, dopo quasi un secolo di designazioni papali dirette, riceverà il dossier con i voti, il verbale della discussione, la rosa finale di nomi, l’indicazione su Scola.
Tutto è ancora possibile, dato che il Pontefice può cambiare le scelte della Congregazione, com’è avvenuto l’anno scorso per l’arcivescovo di Torino, quando Ratzinger scelse su Cesare Nosiglia, da lui conosciuto personalmente.
In questo caso però tutto lascia pensare che il Papa confermi l’indicazione di Scola. L’annuncio ufficiale si prevede per fine mese. Benedetto XVI conosce da molti anni il patriarca di Venezia, che è stato seguace di don Giussani nel movimento di Cl.
Ratzinger e Scola facevano parte della redazione della rivista teologica Communio, nata dopo il Vaticano II per raccogliere la linea dei teologi conciliari che non si riconoscevano nella rivista progressista Concilium. Il nuovo arcivescovo di Milano dovrà confrontrarsi con i malumori per l’accorpamento delle parrocchie nelle nuove unità pastorali, le polemiche sul nuovo lezionario ambrosiano, gli equilibri dell’Istituto Toniolo – la «cassaforte» dell’università Cattolica, e la nuova amministrazione milanese guidata da Giuliano Pisapia. E dovrà preparare la visita del Papa, in arrivo nel capoluogo lombardo fra un anno.

da http://2.andreatornielli.it/, immagine da angeloscola.it

51 commenti:

Anonimo ha detto...

Siamo alla frutta. E a Venezia chi mandano? Inizierò a raccoglier firme per Oliveri...

Anonimo ha detto...

Vorrei tanto sapere chi si è inventato l' idiozia che Milano sia la diocesi Più importante d'italia se non del mondo.....

E a Venezia chi ci mandano, Mattiazzo? per vedere San Marco trasformata in un vespasiano?

Anonimo ha detto...

per carità, a Milano serve un Arcivescovo decente, considerando che è dai tempi di Shuster che non se ne è visto uno: Montini, Martini, Tettamanzi, non si sa chi sia stato il peggiore. però affossare Venezia per salvare le terga a Milano mi pare una stupidaggine, con tutti i Buoni sacerdoti volenterosi che ci sono in giro.

MAGNO MARINI (il primo) ha detto...

Venezia non è più la rosa del '900. Mettetevela via. Finalmente tutti i titoloni "patriarca" ecc. giunti come nodi al pettine, si delineano nella loro sprezzante inutilità. ERA ORA.

Anonimo ha detto...

Eccolo qua, il comandante della decima "R"egio che parla e straparla.

Poveretto, non sa che adesso, al contrario di quello che pensa lui, di titoloni "patriarca" ce ne saranno due in Italia, Milano e Venezia. Mi fa quasi pena.

Anonimo ha detto...

E intanto il MAGNO MARINI rimane confinato dietro al suo tavolino a fare il nulla...peggio che fare il Nunzio in Iran...

MAGNO MARINI (il primo) ha detto...

Come no! Dietro ad una scrivania a farsi due risate quando porteranno un bellissimo altare verso il popolo in marmo,nella chiesa di San Marco e quando faranno fuori quel coro da concerto che anima le messe del Patriarca, mentre i veneziani pizzi e merletti rimpiangeranno i paramenti della X Regio. Sarà da sconpisciarsi! E voi avete in mente i titoli!

Anonimo ha detto...

L'altare verso il popolo in basilica di san Marco c'è già, caro BAGNO...e scusa...MAGNO MARINI...me sa che ti si drio magnarte el servel, altro che...

In ogni caso, se proprio vogliamo credere ai giornali, non si fa il nome di Mattiazzo per la successione di Scola. Ancora un'altra stupida illazione messa in circolo da certi irriducibili nostalgici del 68...

MAGNO MARINI (il primo) ha detto...

C'è l'altare, ma completamente distaccato dall'assemblea, contro ogni norma del Vaticano II.

Mattiazzo è da troppo che frigge a Padova, devono cambiar pentola.

Anonimo ha detto...

'na manega de dementi!

Anonimo ha detto...

Mi dispiace, caro MAGNO, ma in Vaticano di Mattiazzo non si parla. Si fa tanto il nome di Parolin.

Inoltre adesso esigo la citazione, da parte di MAGNO MARINI, delle norme del Vaticano II (e preciso, come hai scritto TU, del Vaticano II) che parlano di altare in mezzo all'assemblea, o che dicano che quello di San Marco è contro ogni norma di detto Concilio.

Son qua che aspetto; il mancato inoltro delle suddette norme, facciamo entro le 20:00 di oggi, sarà per me come se TU dicessi: "Mi sono inventato tutto, in realtà di Concilio Vaticano II sono ignorante".

MAGNO MARINI (il primo) ha detto...

Ma figuriamoci se perdo tempo con quattro pizzofili riuniti. Pensate a che bel lavoro è stato fatto in certe Cattedrali, come in quella di Padova, su idea del vostro odiato Mattiazzo.

Conferenza Episcopale Italiana
COMMISSIONE EPISCOPALE PER LA LITURGIA
L'adeguamento delle chiese
secondo la riforma liturgica
NOTA PASTORALE

"17. L'altare

L'altare nell'assemblea liturgica non è semplicemente un oggetto utile alla celebrazione, ma è il segno della presenza di Cristo, sacerdote e vittima, è la mensa del sacrificio e del convito pasquale che i1 Padre imbandisce per i figli nella casa comune, sorgente di carità e unità1. Per questo è necessario che l'altare sia visibile da tutti, affinché tutti si sentano chiamati a prenderne parte ed è ovviamente necessario che sia unico nella chiesa, per poter essere il centro visibile al quale la comunità riunita si rivolge."

"Poiché l'adeguamento liturgico del presbiterio può incontrare ostacolo nella presenza delle balaustre, non deve essere esclusa, soprattutto per le chiese parrocchiali, l'eventualità o la necessità della loro rimozione.

Le balaustre eventualmente rimosse devono essere conservate con cura, non alienate, e, se del caso, restaurate e collocate opportunamente, evitandone comunque la destinazione ad altri usi."

San Marco non è a norma.

Jijo Stracaganassa ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Anonimo ha detto...

Poveretto MAGNO MARINI, mi fai sempre più compassione, sei come i bambini che dicono pieni di entusiasmo di aver visto babbo Natale, ma poi, appena gli chiedi che cosa gli ha detto, li vedi in evidente difficoltà.

Quello che scrivi ti condanna, poiché manifesta in primo luogo la tua ignoranza sulle norme del Concilio Vaticano II, che dunque non sai (non puoi) citare, in secondo luogo la tua malafede.

Non vuoi perdere tempo perché sai che la ricerca di queste fantomatiche norme sarebbe fatica sprecata, dato che nei documenti del Concilio non esistono, e ti dà noia che "quattro pizzofili riuniti" ti sbattano in faccia quello che non sai; ma è così che succede quando si ha la presunzione di sapere qualcosa ma si sa bene di non sapere nulla.

E poi non mischiare le carte in tavola, scrivi le cose come le trovi scritte in questa NOTA PASTORALE che hai citato: il "Poiché l'adeguamento liturgico del presbiterio etc. etc." non si trova scritto sotto il paragrafo 17, l'Altare, ma su quello precedente, del presbiterio; e dice che l'adeguamento liturgico PUO' trovare ostacolo nelle balaustre, non che trova per forza ostacolo nelle balaustre. Vedi, dai prova di non saper nemmeno leggere (il che mi fa sorgere il dubbio che, invece di MAGNO MARINI, non abbia di fronte uno studentello delle medie, anzi, forse delle elementari).
E' evidente che in san Marco le balaustre non costituiscono alcun ostacolo, né all'adeguamento del presbiterio né alla visibilità dell'altare nel senso inteso dal Concilio, dall'ordinamento del Messale e dalla presente NOTA PASTORALE. D'altra parte (ti sei inguaiato da solo) nella stessa NOTA PASTORALE che hai tirato fuori si sottolinea come non è vero che "se l'altare è completamente distaccato dall'assemblea non è a norma", come vorresti farci credere tu, pensando che ignoriamo le norme (cosa che invece dimostri di fare tu). Infatti troviamo scritto, un po' più su di quello che hai citato (ma è chiaro che google non ti fa vedere tutto quando cerchi "altare"):

«La centralità dell'altare non va però intesa
in senso letterale e statico, ma sacramentale e dinamico, e quindi l'altare non va
collocato nel centro geometrico dell'aula, ma in uno dei suoi punti spazialmente
eminenti».

Cosa concludere, a parte la tua sconfinata ignoranza, nonché arroganza, su questi temi? Che la tua conclusione, "San Marco non è a norma" è del tutto sbagliata.
Un consiglio? Beviti una camomilla, calmati, e prima di parlare di liturgia, cosa che dimostri di non conoscere a sufficienza (ma, d'altra parte, ti sei messo nome MAGNO MARINI il primo) vai a leggerti qualcosa e fatti una cultura.

MAGNO MARINI (il primo) ha detto...

Allora tutti i vescovi che si sono presi la briga di ADEGUARE quegli orrori d'altaracci gerarchici coperti da baldacchini e VECCHIUME (non è più il 1743) sono tutti dementi e pazzi? Devono tornare alle ELEMENTARI per imparare a leggere? Io non vado alle messe dove il vescovo di turno si addobba come un albero di natale! Io vado alle messe dove c'è amore, dove il prete non ha paura di celebrare in stola e jeans e di parlare di Gesù! Questa è comunità! Altro che cibori e balaustre...

Convertitevi cari merlettai e trovate la vostra strada (e la vostrà vera identità) nell'anno del Signore 2011.

Spero che la redazione di questo blog non sia così piena di sè quanto i commentatori!

Anonimo ha detto...

Peccator videbit et irascetur,
Dentibus suis fremet et tabescet;
Desiderium peccatorum peribit.

(Ho scritto in latino, tanto per dare l'impressione del merlettaio...)

Un'ultima cosa:
"Allora tutti i vescovi che si sono presi la briga di ADEGUARE quegli orrori d'altaracci gerarchici coperti da baldacchini e VECCHIUME (non è più il 1743) sono tutti dementi e pazzi?"

Sì. Devo ammetterlo, però, parlo per me.

Anonimo ha detto...

Ma questo è un figlio (spirituale) del PIERO!

Anonimo ha detto...

"dove il prete non ha paura di celebrare in stola e jeans e di parlare di Gesù"

Perché questo, invece, rispetta tutte le norme, vero?

MAGNO MARINI (il primo) ha detto...

Tanto i Vescovi la pensano come me, anche se con l'aria che tira hanno recuperato le cotticine coi merletti e pizzi, perchè fa molto Concilio di Trento.

Jijo Stracaganassa ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
d. DD ha detto...

State tranquilli, Mattiazzo non va da nessuna parte. E' troppo pericoloso, non possono farlo Patriarca.

Anonimo ha detto...

Non importa, MAGNO MARINI, come la pensano i vescovi. Fortunatamente nella Chiesa non comandano loro. Mi dispiace per te e per il tuo parroco casual.

pietro ha detto...

Mi fa paura questa acidità di salotto di comari. E questi sarebbero i Cattolici di oggi?

Redazione Sacris Solemniis ha detto...

Da così a peggio! Torniamo in tema per cortesia!

Anonimo ha detto...

...finesse oblige...

Pietro Il Romano ha detto...

Bravo anonimo, l'hai capito, finalmente.

Anonimo ha detto...

Spariranno tutti i titoli tanto cari alla basilica.....Ciao ciao "arcidiacono", d'ora in poi sarai chiamato solamente Folparo

Redazione Sacris Solemniis ha detto...

Caro Pietro Il Romano e compagnia, se si vuol commentare su Sacris Solemniis, le volgarità e le offese vanno lasciate all'osteria.

Buona gioviale continuazione.

Pietro Il Romano ha detto...

Ma cosa vuoi lasciare all'osteria...
Sono veramente e profondamente amareggiato, di questo bieco gioco di carriere, che lascia Venezia nella scoasse e che rivaluta Venezia al rango di scoassa delle scoasse. Puoi dire forse il contrario? Certamente no, perchè questa è la verità.
Come si potrebbe sentire uno che dice "adesso si apre la successione per Venezia", e aggiunge che manderano Parolin, appena scartato per Milano, come dire: "Chi mandemo? Ah sì, ghe xe queo là, manda iu, tanto par eori va ben na scoassa"
Robe da matti, anzi robe gravi e avvilenti.

Venezia e il Patriarcato non si rialzeranno al colpo. Il Papa priva Venezia dell'importanza del Patriarcato, sancendo di fatto la supremazia di Milano. Io non ho più nulla da dire, se non che personalmente mi sento giudicato una scoassa delle scoasse. Che schifo.

d. Vittorio ha detto...

Brava redazione.
Lasciamo da parte volgarità e brutte espressioni.

Altra cosa: sono aperte le scommesse sulla cattedra Marciana??

Anonimo ha detto...

...una misura di Valium e due di Serenase, poi sevire ghiacciato e tutto all'improvviso appare bello e roseo come non mai.

Adelchi ha detto...

E' nei progetti di Benedetto XVI modificare alcune sedi cardinalizie... secondo voi a Torino, faranno ancora cardinali col Nosiglia che si ritrovano? Anche Firenze rischia assai. Il papa ha capito che l'Italia non è più il centro della cattolicità e tutti i titoli cardinalizi da rinascimento sono da eliminare a favore di uno sguardo più universale. Molto montiniano come pensiero...

Secondo me non è detto che il futuro Patriarca di Venezia sarà cardinale, perchè come qualcuno ha scritto, Venezia non è più la sede-trampolino del '900.

Aggiungerei che per i Veneziani sarebbe preferibile un Mattiazzo che un Parolin. Mattiazzo è un soggetto conosciuto, se ben indirizzato farà comunque la Sua figura. A Padova la siatuazione è disastrosa soprattutto perchè l'ambiente intorno alls curia è puramente elittario, robe da aristocrazia nera che per facciata frequenta le messe neocat., ma in Patriarcato non sarà mai così. Magari si chiuderanno nei cassetti mitrie, rocchetti e pianete, ma sempre meglio che un salto nel buio.

Anonimo ha detto...

Giusto! Come una volta, Cardinale a Cesena, a Ravenna, a Verona, a Orvieto, Padova, Catania e altre bellissime città. Basta Milano, Torino, Genova, Venezia... non se ne può più...!

Pietro Il Romano ha detto...

Le schifezze che sto leggendo dopo il mio ultimo intervento mi fanno veramente vomitare.
Tra l'altro d. Vittorio, che apre il toto-scommesse per il patriarcato, deve rispondere ancora a una domanda che gli feci.
Ma qui tutti si preoccupano solo di tirare l'acqua al loro mulino. I Padovani che pur di disfarsi di Mattiasso sarebbero pronti a venire a patti col diavolo... Robe folli.

Abbiamo perso il lume della ragione. E noi, veneziani, siamo diventati ancora più scoassa di quanto non lo fossimo prima.

Una città in declino, una diocesi in declino, siamo al si salvi chi può.

Adelchi ha detto...

Che catastrofista il nostro Pietro Il romanesco...

Tony Patataro ha detto...

Par mi ai paduani no ghe intaresa gnente de Mattiasso e compagnia.

In verità in verità vi dico: la curia paduana si tiene stretta Mattiazzo perchè se no capita il finimondo. Per cosa credete che Mattiazzo abbia fatto richiesta alla Segreteria di Stato Vaticano per scongiurare qualsiasi visita papale in città? Padova è una Babilonia, più di quel che trapela da Spoladore e Sguotti...

Pietro Il Romano ha detto...

Non sono affatto un catastrofista. Dico la verità.
E' evidente che conosci poco di Venezia, della sua realtà ecclesiale e sociale.
Venezia è una città in fortissimo e inesorabile declino. Fatti una passeggiata e capirai: spussa de pisso dappartutto, cacca per terra in ogni dove, spalmate specialmente sugli scalini dei ponti, scritte che deturpano tutti gli angoli possibili dei palazzi veneziani, senza che nessuno sia mai intervenuto a fare qualcosa, centri sociali che impazzano mentre la ricca borghesia e la nobiltà decaduta si diletta tra le porcate che succedono specialmente a carnevale, la biennale, dove quest'anno ci è stata proposta la "sodomia d'artista", vale a dire uno tutto nudo che si ficcava una banana con la buccia su per il culo, e gli astanti che applaudivano,(e tutti giù a gridare allo scandalo perchè c'è Sgarbi, ma tutti gli anni è sempre la stessa schifezza), il festival del cinema dei puareti, con film che fanno letteralmente cagare, ecc... ecc...
Le amministrazioni che si succedono hanno solo un chiodo fisso, e cioè tenere buoni i lavoratori di PortoMarghera e della Fincantieri, vedi mai che non si uniscano a quelli del Rivolta che sta proprio lì vicino.

In tutto questo schifo desolante, una parentesi inaspettata è stato l'arrivo di Angelo Scola: facendo la lotta con tutti (ma proprio tutti, dai preti ai vari cardinali che lo odiavano) ha portato a Venezia il Marcianum, la rivista Oasis, ha restaurato i locali del seminario e la basilica della Salute, ha instaurato la facoltà teologica a Padova, ha rilanciato il ruolo culturale di Venezia come ponte tra occidente e oriente.

Ora, tutto questo si avvia alla conclusione. Venezia ricadrà nel suo torpore, oltraggiata in più dal fatto che d'ora in poi sarà considerata a tutti i livelli e con tutti i crismi "diocesi di serie B", una rampa che serve a fare carriera, ecco perchè continuo a dire "scoassa delle scoasse".

Questa analisi è reale, e sfido chiunque a contraddirmi, ma tanto sono certo che nessuno potrà, anche per la povertà intellettuale che leggo in molti interventi fatti soltanto per il gusto di fare battute a buon mercato.

Tony Patataro ha detto...

Amen, e vivi in paxe! No more nessun se a Venessia el patriarca xe o no xe cardinal papabie! Tachè a tirar su un bel feston pa' Scola, parchè seo merita, TANTO. Comunque, se proprio si aea desperassion, mandeghe na' lettara al papa firmada da mie e mie venessiani domandandoghe chel ve manda un vescovo co i contrototani, tipo OLIVERI.

Pietro Il Romano ha detto...

No ti capissi ninte, a Venessia i mandarà na scoassa, altro che Oliveri. I ga sa ditto paroìn, che basta che ti o vedi dae fotografie, e'l xe rosso ingaonà... beo, proprio beo, prima el vicario general e dopo el Patriarca. Complimenti.

Faremo a fine de Mattiasso e de i so preti, aeo sbando total.

Ma tanto questo xe el nostro destin. Grasie Papa, che prima te fa ea visita e dopo se porta via el cardinal, che coerensa.

Tony Patataro ha detto...

Eco uno de quei che no vede oltre el campanie de a so ciesa... sarà mejo che Scola vaga a Milan fare el papa che stare so na Venessia scarognà! Da la el sarà papa, no da Venessia...

El papa sà come che xe ciapà el Veneto, nol manda xente da gnente... o Padova o Venessia, i ve manda uno coi controtani.

Pietro Il Romano ha detto...

Se volessero mandare uno coi contro-coj...
1) non manderebbero via Scola
2) farebbero una trafila uguale a quella che hanno fatto a Milano, e no il primo che capita.

Hanno scartato i nomi della terna per Torino, hanno messo Scola a Milano, gli scarti (scoasse) vanno a Venezia, 100 euro che non è così.

Vergogna.

Tony Patataro ha detto...

Scola è papabileeeeee! Ma te si duro eh!

Pietro Il Romano ha detto...

Ti ti xe duro. Se scola è papabile, lo è adesso come lo sarà dopo. Venezia ha dato 3 papi lo scorso secolo, Milano 2, ricordatelo. E se si continua a parlare tanto di Scola, non è forse perchè è stato Patriarca di Venezia?
Sveglia.

Tony Patataro ha detto...

Se parla de Scola parchè l'è bravo, punto. No parchè l'è patriarca de Venessia! Te si proprio de egno... Pa farlo PAPA el gà da n'dare MIAN! Basta, venessia desso xe de serie B parchè no semo pì nel secoeo XX! Sì fissai co' el primato eclesiastico venessian... l'è durà dusento anni e l'è FINIO,come Venessia.

Anonimo ha detto...

Io non credo che Roma svaluti così Venezia.
Credo che se il card. Scola và a Milano non và controvoglia...

In ogni caso sono certo che il Papa non agisce in modo avventato come uno sprovveduto qualunque...

E poi di questo mons. Parolin cosa sappiamo? Che è un canonista e un diplomatico della Santa Sede... beh se è così ben venga... l'ultimo diplomatico salito alla sede di Marco ha fatto una bella figura mi pare... o no???

Pietro Il Romano ha detto...

Se è cos' bravo "questo" Mons. Parolin, che nessuno conosce, allora perché non va a Milano?? Farebbe bella figura anche là, non trovi?

Anonimo ha detto...

Io non conosco mons. Parolin chiedevo... beh può essere che per Milano la Congregazione dei Vescovi non ha ritenuto Parolin all'altezza di una diocesi di quelle dimensioni.

Io credo che come prestigio Milano e Venezia stanno sullo stesso piano...

Ma bisogna considerare una cosa pratica che riguarda le dimensioni concrete che sono ben differenti Milano è quasi 10 volte più grande di Venezia...

Pietro Il Romano ha detto...

Quindi siamo, come d'altra parte ammettono tutti, alla teoria della "scoassa": Venezia, diocesi con pochi abitanti, vera scoassa, non merita uno Scola (molti qui hanno detto che Scola è sprecato per Venezia). Molto meglio lo sconosciuto Pirulin, rosso ingaonà che sembra essersi scolato una damigiana di merlot. Lui sì che è un nome adatto per Venezia (e infatti prima chi se l'è cagato? Zero esperienza pastorale, zero profilo culturale... ah però dimenticavo, è vicentino. Allora perché non mi fanno Patriarca di Venezia, a questo punto?)

Punto e a capo.

Tony Patataro ha detto...

Scola è il Principe di Ratzinger. Basta. Come prediletto a Venezia non poteva restare.

Venezia può accogliere SOLO qualche Arcivescovo o qualche nunzio. STOP.

VIVA LA CONCRETEZZA!

Anonimo ha detto...

Sono lo stesso Anonimo delle 15.39
Io non ho mai ritenuto Venezia una "scoassa" perchè ci vivo e tantomeno non ritengo il sprecato il card. Scola in laguna.

Però non mi permetterei mai di giudicare un prelato della Santa Chiesa da una foto sfocata come prima cosa. Poi non mi pare il primo curato di campagna preso a casa è comunque un Arcivescovo ordinato da Benedetto XVI, un canonista e un diplomatico della Santa Sede, che ha ricoperto ruoli importanti.

Io credo che un giudizio così spietato su Parolin, che io non conosco e neanche voi, sia molto maleducato e rischioso chissà magari che costui non sia un validissimo e saggio pastore?

Non mettiamo lacci alla Provvidenza per favore...

Pietro Il Romano ha detto...

Il mio, caro Anonimo, non è un giudizio spietato su Parolin. Non ce l'ho con Parolin, ma è indubbio che non è tollerabile che un nome SCARTATO per Milano finisca come SCARTO e SCOASSA a Venezia.
Perché se si parte dal presupposto che Milano e Venezia hanno pari dignità, allora per lo stesso principio Parolin potrebbe andare a Milano.
Perché sollevare un vescovo dalla propria diocesi (che, lo ricordiamo, in linea di principio dovrebbe restarvi a vita e solo in casi eccezionali mandato altrove), rimettere in moto tutto il meccanismo delle provviste, la riunione della Congregazione dei Vescovi, la terna ecc... se sarebbe tanto più semplice nominare una persona per Milano?

La verità è che Parolin è uno scarto. Come chiunque altro al posto di Scola. Uno scarto, né più, né meno.

E Venezia, automaticamente, diventerà uno scarto. Sic et simpliciter.

Spero di essere stato abbastanza chiaro.

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