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Era un monsignore: il riordino dei titoli in Patriarcato




di Alvise Sperandio per Il Gazzettino 
Niente più monsignori senza titolo nella diocesi di Venezia. È all'insegna del ligio rispetto del diritto canonico, uno dei primi provvedimenti del nuovo vicario generale della diocesi ed esperto in materia, don Angelo Pagan, firmato nei giorni scorsi dal patriarca Francesco Moraglia prima della partenza per le ferie.
Dispone che quei sacerdoti che finora, e da tempo, si sono chiamati monsignori perché canonici residenziali oppure onorari di San Marco, vengono ora retrocessi a semplici "don", dal momento che solo la nomina pontificia dà diritto a fregiarsi del grado superiore. 
«Una decisione - spiega un docente del Marcianum - che intende fare chiarezza, mettendo i puntini sulle "i" e dando a ciascuno al suo». Il titolo, d'altronde, è solamente onorifico e non ha alcun peso sul piano dei poteri. La valutazione va fatta caso per caso ma ad essere coinvolti dalla novità ci sono sacerdoti molto in vista, come i vicari episcopali don Danilo Barlese e don Dino Pistolato, il delegato per la catechesi e la scuola don Valter Perini, quello per il sociale e il lavoro don Fabiano Longoni, l'ex economo e neo parroco di Santa Barbara don Guido Scattolin, ma anche arcipreti importanti e molto popolari come don Fausto Bonini a Mestre, don Luigi Casarin a Gambarare, don Angelo Munaretto a Eraclea e don Giuseppe Manzato a Caorle. 
Una piccola rivoluzione che va a scontrarsi con una consuetudine consolidata da decenni e che rischia di essere mal digerita dai fedeli, in molti casi abituati a identificare con il solo appellativo di monsignore il proprio prete di riferimento. A molti non è sfuggito che già nei documenti ufficiali il patriarca Moraglia è attento sull'utilizzo del "don" e non del "mons.", così come nel comunicato stampa successivo alla comunicazione delle recenti nomine. Gli interessati sono dubbiosi. «Ne ho sentito parlare, ma non ho ricevuto alcuna comunicazione in proposito», dice don Bonini mentre don Perini spiega «di aspettare indicazioni: forse la nuova edizione del prontuario sarà utile a fare chiarezza».
Alla base della decisione c'è il desiderio di rispettare fino in fondo le regole, ma forse anche la volontà di trasmettere un messaggio di semplicità e sobrietà in linea con gli insegnamenti di papa Francesco e quanto detto dallo stesso Moraglia nel definire il nuovo assetto di governo della diocesi: «La Curia - ha affermato nell'occasione - non è un luogo di privilegio ma un luogo di servizio, in cui ognuno è chiamato a servire la comunità diocesana sul territorio. La Curia non è fine a se stessa, è un mezzo, perché il fine è sempre il bene delle anime».

51 commenti:

de profundis ha detto...

Allora il caro Patriarca si tolga il rosso che non gli spetta!

Anonimo ha detto...

Era ora. A Venezia c'è una sola sede episcopale, non 45.

Sisto IV ha detto...

Nel resto delle diocesi venete è da anni che non ci sono monsignorini volanti per le parrocchie ma si sa che a venenzia smaniano per le sottane colorate e quindi se non sono almeno monsignori si mettono a fare i capricci.

Anonimo ha detto...

Il fu monsignor Pascal!

Anonimo ha detto...

Che puttanata.

Tony Bueghin ha detto...

Scuseme tanto, ma tra cotanto senno e tuti sti coeori gavè visto a me Jole, a vaca scampada par pii motivi dal saco recinto de San Zulian do ani fa e che a se ga dato a santa vita? A me manca tanto, voria saver se a sta ben, se a se contenta eco. Grassie saveu, grassie.

Anonimo ha detto...

Chissà che Venezia perda il cardinalato. Meglio darlo a Verona.

Meditabor ha detto...

A quanto pare molti qui sono dal commento facile. Il patriarca Moraglia non è uno sbadato, ogni mossa ha un suo perché.

Anonimo ha detto...

Non capisco... che testa doveva cadere tanto da provocare tutto questo casino? A venezia c'è l'unico capitolo che funziona oltretutto... cosa succederà? Non capisco sono disorientato. Devono vestirsi ancora col viola o devono mettere solo la veste nera? Ma quelle grandi arcipretali tipo Caorle o Mestre?

T.S. ha detto...

Ho saputo che è stato un provvedimento concordato con Roma...

Anonimo ha detto...

Il provvedimento in questione non è esatto perché il fatto di chiamarsi monsignore è legato al fatto di essere canonici per specifici privilegi concessi dalla Santa Sede.

Evaristo ha detto...

Povera Gambarare!

fedeltà al Papa ha detto...

Aboliamo i capitoli, aboliamo i rossi patriarchini e quelli di Vercelli, Salisburgo e Venezia. Viva Papa Franciscu. Grazie signore e pregate sant.antonio.

Anonimo ha detto...

Il patriarca ha salvato il capitolo. Da Roma arriverà l'abolizione dei monsignorati.

Anonimo ha detto...

Bravi anonimi, complimenti! Adesso vedremo cosa succederà: già monsignori vestiti da protonotari. A questo punto si ritorni alla almuzia, tanto stiamo vivendo un nuovo medioevo.

Nicolò Coccon ha detto...

Tanto...il paonazzo di un tempo non lo si trova più. Nemmeno da gammarelli.

Anonimo ha detto...

Io avrei ripristinato la cattedra decente piuttosto che perder tempo in cosi inutili provvedimenti.

Mi viene il vomito ha detto...

I monsignori sono protonotari, se non sapete niente è meglio tacere. Un applauso al patriarca che evidentemente ne sa meno di voi. Tutto ciò è semplicemente disgustoso.

Anonimo ha detto...

Il patriarca ignora molte cose. Il fatto di vestire rosso, quella sì è una consuetudine da nulla justificata, mentre i canonici protonotari giungono da secolare concessione papale. mi meraviglio del patriarca. che scivolone, caduta in basso delle peggiori, tornatene a genova che è meglio.

Raboso ha detto...

Manco Tony da Rottanova ga combinà un castron simie.

Anonimo ha detto...

Avrebbe dovuto chiedere consiglio al grande don Gianandrea di Donna.

Porciglia ha detto...

Ho sentito che a Padova questa cosa c'è già da anni, però portata avanti in modo ufficioso.

IO VOGLIO I CAPITOLI VENETI DI UN TEMPO. I CANONICI CON LE CAPPE MAGNE. NON CANONICI DELLA MUTUA. CANONICI CHE SI MERITINO DI RICOPRIRE IL GLORIOSO INCARICO...

Anonimo ha detto...

Ma a San Marco esistono ancora i canonici assistenti durante i pontificali?

Anonimo ha detto...

visti io.
hanno tutti mozzette e vestina color pavon e poi i pizzi e i merletti... saranno una ventina. esistono nelle altre cattedrali?

canonichessa ha detto...

Hanno le fibbie?

No perché fibbie e cappuccio sarebbero il top e mi trasferirei a Venezia.

Anonimo ha detto...

State attenti, secondo me, il Patriarca Moraglia legge il Blog.

Aliquis ha detto...

Siamo allo sfascio.

Federico Baldissera Cornaro

Anonimo ha detto...

I canonici si s. Marco sono protonotari apostolici supranumerari, 'durante munere', e come tali loro spetta il titolo di monsignore. Non capisco dal punto di vista canonico (lo capisco purtroppo dal punto di vista RETORICO) che senso abbia questa apparente restaurazione del diritto... grazie!

Giuseppe Callegaro ha detto...

Caro Anonimo,
ho inviato ai giornali un mio pensiero riguardo questa curiosa uscita della Curia Veneziana.

Lei ha ragione in tutto, fuorché quando parla di "restaurazione del diritto", perché non c'è diritto che sancisca questa manovra alquanto grossolana, che getta un cono d'ombra sul Polo Educativo Marcianum e sul Vicario Generale, perché invocano il diritto canonico ma a quanto pare sembra non lo conoscano pienamente.

Per inciso, il CDC non parla di protonotari apostolici.

Spero che i giornali facciano chiarezza con la nota che ho inviato in merito.

Cordiali saluti.


Giuseppe Callegaro

Anonimo ha detto...

In veneto abbiamo 4 capitoli privilegiati: il capitolo di Treviso, di Venezia e di Padova. Il patriarca deve rendersi conto che non ha a che fare con un capitolino della mutua.

Anonimo ha detto...

Anche Vicenza, dove fu vescovo il glorioso Carlo Zinato. Quelli era un vescovo illuminato.

Anonimo ha detto...

In risposta a Giuseppe Callegaro

Grazie della replica. L'espressione "restaurazione del diritto" era volutamente accompagnata dall'aggettivo "apparente": infatti è proprio dal punto di vista giuridico-canonico che non mi torna. E' vero che il CJC non parla di protonotari, ma il diritto canonico non si limita al codice... siccome la fanno passare come restaurazione di un abuso sono curioso come il nuovo Vicario Generale, un canonista, don Angelo Pavan, possa illustrare la logica di questa disposizione... sono molto sorpreso che una disposizione simile venga dal patriarca Moraglia e mi sforzo di trovarci un senso...

Anonimo ha detto...

Il capitolo di Vicenza non è mai stato privilegiato. Solo Padova, Venezia, Treviso. Poi Concordia, Gorizia e Bergamo.

Anonimo ha detto...

Io sono d'accordo con il Vicario Generale nell'aver fatto chiarezza con questi titoli.

Anonimo ha detto...

Con l'intervento di d. Sandro Vigani la barzelletta continua: http://www.genteveneta.it/public/articolo.php?id=7552

Anonimo ha detto...

L'articolo è scomparso!

Anonimo ha detto...

Vi segnalo questo articolo (stavolta visibile) su 'La nuova Venezia' di don/mons (?) Perini, in cui si fa riferimento a una non precisata norma della Santa Sede del 2001... e trasuda una non dissimulata irritazione

http://nuovavenezia.gelocal.it/cronaca/2013/08/12/news/don-o-monsignore-perini-sono-altre-le-vere-emergenze-1.7573056

Anonimo ha detto...

Giusta la decisione, sono d'accordo.

Anonimo ha detto...

La nota di ieri è scomparsa ed oggi tornata "riveduta e corretta": tecnica già usata in passato per aggiustare il tiro.
Mi dispiace per i moralisti da tastiera: si dichiara non esserci nessuna decisione espressa via decreto, lettera o firma.
E'curiosa questa sottolineatura. Chi ha imbeccato i giornali, formendo la lista dei monsignori d.o.c. e quella dei monsignori taroccati?
Vien da dire: el tacon pezo del sbrego.
Chissà domani come i giornali tratteranno questo intervento di don Sandro Vigani, che di fatto è un comunicato stampa ufficiale (altro che opinione).

Anonimo ha detto...

Buona sera e buona festa dell'Assunzione... leggo sempre e non intervengo mai. Mi sembra rivelativo il fatto che siano ricomparsi tanti commenti solo in occasione questo tema. Non è cghe questo la dice lunga sulla forma mentis di chi non riesce a disqusire se non di 'ste benedette cose?

Anonimo ha detto...

L'arciprete della Basilica interviene su La Nuova di Venezia:

La risposta dei “don”: «Il Patriarca non può abolire il titolo di monsignore»

La decisione nello stile di sobrietà di Papa Francesco. Ma c'è chi non ci sta. L’arciprete della Cattedrale marciana Giuseppe Camilotto cita atti papali: «Ora si esprima la Congregazione al clero.

di Nadia De Lazzari

Basta monsignore, ora sono tutti don

VENEZIA. “Monsignore… ma non troppo”. Era un episodio della saga di don Camillo e Peppone. «Ben si addice a noi, ex monsignori». Esordisce così Giuseppe Camilotto, arciprete della Cattedrale marciana. E non è il solo prelato. In questi giorni, in sacrestia, tra i canonici serpeggia amarezza e ilarità. «L’estate porta leggende metropolitane di vip e politici. Ora ha toccato la basilica patriarcale metropolitana con il corteggio dei monsignori degradati».

Sulla questione i sacerdoti sono andati a cercare fonti. Hanno trovato Bolle papali. «Noi canonici abbiamo ricevuto l’onorificenza da quattro Sommi Pontefici, Pio VII, Pio IX, Paolo VI, Giovanni XXIII». Il sacerdote Camilotto dice: «La bufala del momento è che il patriarca Moraglia non ha mai firmato un decreto per depennare il titolo di monsignore. È vero piuttosto che si rivolge a noi con il don». Spiega: «Nel 1860 papa Pio IX ha concesso il titolo di Protonotari Apostolici ai canonici residenziali e onorari di San Marco e ai loro successori. Concessione mai abrogata».

Ancora: «Nel 1969 la Segreteria di Stato di Sua Santità Paolo VI ha emanato un’Istruzione circa le vesti, i titoli … dei prelati di ordine minore. Al numero 26 si legge: “I Protonotari Apostolici soprannumerari, cioè i canonici di San Marco, possono fregiarsi del titolo di Monsignore preceduto da Reverendo”. Qualsiasi decisione», continua l’arciprete, «di abolire il titolo non è fattibile secundum jus». Lo scorso 25 aprile il Patriarca ha firmato lo statuto dei canonici della Basilica rievocando la Bolla di Ss Pio VII del 1821 e successiva integrazione di Ss Giovanni XXIII del 1962: «Il capitolo è costituito dai canonici effettivi. I canonici prelati, durante munere, sono Protonotari Apostolici Soprannumerari per privilegio concesso da S.S. Pio IX con la bolla Romana Ecclesia del 1860. L’incongruenza è palese. È opportuno un parere della congregazione del clero».

Camilotto conclude con parole di speranza: «Sul solco della linea di sobrietà del Papa saluto ben volentieri una revisione senza ambiziose prospettive sfoltendo titoli, cerimoniali e nuove pariglie. Ad esempio nelle celebrazioni solenni siamo obbligati ad andare a prendere bardati il Patriarca. Il Papa, grande dono, è devoto alla Madonna dei Nodi. Anche a San Marco ci sono 100 nodi da sciogliere, sono i poveri che mi arrivano. E 20 milioni di turisti. Per loro quest’anno non è stato diffuso il saluto multilingue».

Anonimo ha detto...

Canonici e tra essi vicario generale (Pagan) e gli altri due vicari (Barlese e Pistolato), nonchè l'arciprete della Basilica di San Marco (Camilotto)... perchè non se la vedono tra loro invece di discutere sui giornali?

Anonimo ha detto...

Ma il Vescovo, prima di tale iniziativa,con chi si e'consultato?
I sacerdoti nn erano stati informati.
....Mons. Niero, Tramontin, Bertoli Musolino, Marchi, etc., avrebbero certamente consigliato bene il don Moraglia....

Anonimo ha detto...

Questo testimonia che appena tocchi loro la careghetta... muoiono.

Io sono e sarò sempre con il vicario generale Angelo Pagan.

Anonimo ha detto...

La cosa più ridicola in questa vicenda è prendere partito: "Sarò sempre con questo, con quello o con quell'altro..."

nigra sum ha detto...

Io sarò sempre con Gesù Cristo.

Anonimo ha detto...

I canonici di Scardovari sono monsignori?

Lillo Grinta ha detto...

Son canonego
Vesto pavone
son monsignore!
Privilegj e onoranse
chi che me e tocca pianse.

Anonimo ha detto...

Davvero divertente questo post che ricorda quel certo spirito di contestazione sessantottesco e l'assemblearismo inconcludente di quegli anni che ha finito per contagiare anche la chiesa.

Allora, tra monsignori "autentici" e autentici vanagloriosi quid est veritas?

La verità forse la troviamo in quei 4 libriccini...dove si leggono parole del tipo "chi tra voi vuole essere il primo sia l'ultimo", oppure "andate e non portate con voi nè cintura nè borsa...".
O sbaglio?

Anonimo ha detto...

La cosa più divertente è che a giustificare il provvedimento presunto (l'ultimo editoriale di gvonline smentisce che ci sia un provvedimento del Patriarca: e allora di che cosa parliamo?) vi sia la volontà di seguire "la linea della sobrietà e del servizio" di Papa Francesco. Questo fa davvero ridere...

Anonimo ha detto...

In evidenza su vaticaninsider,it, che frulla la notizia a modo suo: http://vaticaninsider.lastampa.it/news/dettaglio-articolo/articolo/venezia-patriarca-moraglia-27329/

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