Uno sguardo veneto sulla Liturgia, musica e arte sacra, le attualità romane e le novità dalle terre della Serenissima.
Sul solco della continuità alla luce della Tradizione.

Splendori patavini: copie illustri in Episcopio

La Madonna con il Bambino di Giusto de'Menabuoi



Nel bel "Tinello dei Dottori", la grande Sala un tempo dedicata alla rituale consegna delle Lauree agli studenti da parte del Vescovo di Padova (che esercitava pure il ruolo di Cancelliere dello Studio Patavino), è esposta temporaneamente, dopo una serie di interventi di restauro, la bella Madonna col Bambino di Giusto de' Menabuoi, un dipinto a tempera su tela fissata a tavola opera dell'artista più gettonato della Padova trecentesca. La storia di questo dipinto, legata alla più fervida devozione mariana nella Cattedrale padovana, si rivela assai rocambolesca visto che è una della tre copie esistenti di un'icona duecentesca finita in pezzi nel '600. 

Nel XIII secolo un devoto canonico lasciò in eredità alla Cattedrale un'icona raffigurante la Vergine con il Bambin Gesù in fasce, ritenuta opera dipinta da San Luca. Utilizzata nella Liturgie, questa raffigurazione divenne cara ai cittadini tanto che nei Vespri del sabato prese piede l'uso, da parte dei canonici di raccogliersi intorno al dipinto intonando un'antifona mariana. L'icona finiva spesso anche fuori delle mura del Duomo, in qualche solenne processione; si sentì così la necessità di fare del delicato dipinto una copia, da utilizzare in caso di maltempo. Il primo a fare una sorta di copia fu probabilmente Guariento d'Arpo (attivo in città dagli anni '30 agli anni '70 del XIV secolo) e tale dipinto si identifica nell'opera attualmente conservata a New York, al Museum of Art.
 

La ritenuta copia di Guariento


Intorno agli anni '70 del '300 fu commissionata una seconda copia a Giusto de'Menabuoi, all'epoca impegnato nel ciclo di affreschi al Battistero.


L'icona originale che ormai trovava spazio nel solenne Altare del transetto destro della nuova Cattedrale, rovinò a seguito di un incidente, nel 1647. Fu immediatamente sostituita da un'ennesima copia, probabilmente assai attendibile, tanto che ci si accorse che il dipinto esposto era seicentesco solo nel 1974 grazie agli studi del Valcanover. 



L'icona esposta in Cattedrale, copia seicentesca dell'originale distrutta nel 1647.


immagini da www.museodiocesanopadova.it, metmuseum.org, flickr.

1 commento:

Unknown ha detto...

le immagini non si vedono :(

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