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A Roma, la violenza e la profanazione


Redazione online de il Corriere della Sera
Non ha risparmiato una statua della Madonna la rabbia degli incappucciati, responsabili delle violenze scoppiate durante il corteo degli indignati sabato pomeriggio. Un gruppo di ragazzi con felpa nera, caschi neri e bastoni, è entrato di forza nella sala parrocchiale di Santi Marcellino e Pietro (tra via Labicana e via Merulana) e ha portato fuori una piccola statua della Madonna di Lourdes e un crocefisso per poi mandarli in frantumi in strada davanti a tutti. Sul selciato è rimasto il volto deturpato della statua fatta mille in pezzi. 
La furia dei black bloc, insomma, non si è fermata nemmeno davanti i simboli religiosi. Gli incappucciati hanno prima sfondato la porta della chiesa e distrutto poi alcuni arredi sacri della casa parrocchiale e poi distrutto crocefisso e statua, racconta il portavoce del vicariato di Roma, Walter Insero. In parrocchia, nel momento dell'assalto, non c'erano fedeli, ma il parroco, don Pino Ciucci e diversi sacerdoti.
«Sono sconcertato - afferma Insero - abbiamo visto scoppiare la protesta dalle finestre della parrocchia. Dei giovani incappucciati hanno divelto la porta della sala utilizzata per il catechismo, sono entrati, hanno affisso un manifesto e hanno distrutto quello che c'era dentro. Poi hanno preso una statua della Madonna di Lourdes e un crocefisso, li hanno portati in strada e li hanno frantumati. Un gesto blasfemo di profanazione che non ha alcun senso».
«Hanno tentato anche di sfondare la porta d'ingresso della chiesa, ma non ci sono riusciti fortunatamente. Poi si sono spostati verso San Giovanni. Non ci aspettavamo atti così violenti contro simboli religiosi - ammette don Insero - nè ci aspettavamo una situazione così grave, anche se erano scattate misure preventive e la basilica di San Giovanni e l'area attigua sono state chiuse». 
Il cardinale vicario di Roma, Agostino Vallini, «profondamente turbato» dall'irruzione nella chiesa dei santi Marcellino e Pietro, ha espresso «sconcerto e preoccupazione» nonchè «l'auspicio che si possa ristabilire un clima di dialogo e di civile convivenza».

“Mio Dio, io credo adoro
e spero e Ti amo.
Ti chiedo perdono
per coloro che non credono,
che non adorano , non sperano
e non Ti amano”.

1 commento:

Iulius ha detto...

I cappucci li hanno forse salvati dallo sguardo degli uomini, ma non certo da quello di Dio.

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