Uno sguardo veneto sulla Liturgia, musica e arte sacra, le attualità romane e le novità dalle terre della Serenissima.
Sul solco della continuità alla luce della Tradizione.

In Festo Assumptionis Mariæ

Paolo Veneziano, Incoronazione della Vergine, Washington - National Gallery of Art.


"O incomparabile dignità di Maria, o ineffabile sublimità di grazia, o imperscrutabile abisso di misericordia! Quando mai ad angelo o a uomo fu o sarà data tanta grazia e tanta misericordia, quanta ne fu data alla beata Vergine, che Dio Padre ha voluto fosse la Madre del suo Figlio, uguale a se stesso e generato prima di tutti i secoli? Sarebbe considerata una grazia grandissima e una dignità sublime, se una povera donna qualunque potesse avere un figlio dall'imperatore. Veramente superiore ad ogni grazia fu quella di Maria, che ebbe il Figlio con l'Eterno Padre, e quindi oggi ha meritato di essere coronata in cielo.

    Perciò aggiunge: "E le pose sul capo il diadema regale". E nel Cantico dei Cantici leggiamo: "Uscite, figlie di Sion, e ammirate il re Salomone con il diadema con il quale l'ha incoronato la madre sua, nel giorno del suo sposalizio" (Ct 3,11). La beata Vergine Maria ha incoronato il Figlio di Dio con il diadema dell'umana carne nel giorno del suo sposalizio, cioè del concepimento del Figlio, per il quale la natura divina fu unita, come uno sposo, alla natura umana nel talamo della stessa Vergine; e perciò il Figlio ha incoronato oggi la Madre sua con il diadema della gloria celeste. Uscite dunque e ammirate la madre di Salomone, con il diadema con il quale l'ha incoronata il suo Figlio, nel giorno della sua Assunzione. Giustamente perciò diciamo: "Come un vaso di oro massiccio, ornato di ogni specie di pietra preziosa".


da I Sermoni Mariani di Sant'Antonio da Padova



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