Quando un tempo, nelle Cattedrali venete si componeva e si eseguiva musica sacra d'alto livello, nella Vicenza della fine del '500, rinnovata dalle palladiane architture, lavorava come Maestro de capella della Cattedrale un certo Leone Leoni, compositore che in vita godette di un certo successo. Le sue composizioni sacre et profane finirono addirittura a Salisburgo e nei vari paesi d'oltralpe, anche grazie al titolone di Accademico Olimpico. Sulla scia del Gabrieli, della polifonia concertante, del vocale e strumentale e dello stile rappresentativo il Leoni, dotato di una notevole versatilità stilistica, ricoprì il ruolo di Maestro di cappella della Cattedrale vicentina dal 1588 sino alla morte, avvenuta nel 1627. Ben quattro Vescovi si sono succeduti alla Cattedra berica mentre il Maestro componeva, dirigeva e si impegnava a dare alle stampe le sue opere proprio in quella Venezia ricca di concorrenza. Oggi vi proponiamo alcuni ascolti (mariani e non), tutti tratti dalla bella incisione de La Stagione Armonica diretta da Sergio Balestracci.
Il mottetto a due cori O Sacrum realizzato strumentalmente grazie all'intavolatura a due organi prevista nell'edizione del 1608 precede il Magnificat a quattro voci e basso continuo alternato al gregoriano, tratto dalla raccolta I Sacri fiori del 1606.
Il Tota pulchra a 10 parti per voci, strumenti e basso continuo in lode alla Santissima Incoronata di Vicenza è pagina di squisita polifonia concertante, appartenente alla raccolta dei Concerti a dieci parti del 1615 è costruita su un organico assai ricco costituito da due cori di due voci e strumenti. Segue poi il Ne reminiscaris caratterizzato dal brillante dialogo in eco tra coppie di strumenti.
info. da Leone Leoni, Missa Ab Austro veniet; mottetti da Raffaele Mellace
immagini da Panoramio
Nessun commento:
Posta un commento