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Riapre la chiesa delle monache patrizie




Un edificio di straordinaria bellezza che si mostra dopo anni di oblio. In occasione della Biennale d'Architettura, grazie ad un accordo tra amministrazione comunale e Messico, la chiesa di San Lorenzo, inofficiata e chiusa dagli anni venti del secolo scorso, sarà accessibile sino al 29 novembre. Un vero evento, anche per i molti veneziani che mai sono riusciti a mettere piede in uno dei luoghi di culto che, ai tempi della Repubblica, era tra i più importanti dell'intera Venezia. 




Fondata con il contiguo monastero benedettino nell'809 per volere della famiglia Partecipazio, la chiesa subì nei secoli successivi ampliamenti e ricostruzioni grazie all'evergetismo suscitato dalle monache di estrazione patrizia alle quali era riservato il monastero.




Le attuali forme si devono al volere della badessa Paola Priuli che, agli inizi del seicento, incaricò per i lavori di ricostruzione l'architetto Simeone Sorella, che sviluppò un'ampia chiesa a pianta quadrata con  coro per le monache alle spalle dal grandioso altare di Gerolamo Campagna, posto al centro dell'edificio suddiviso pure da due arcate chiuse da elaborate inferiate. La facciatà restò incompiuta.
La ricchezza della chiesa, raggiunta durante il seicento ed il settecento, è testimoniata dal celebre dipinto di Gabriel Bella, che ritrae pure i due organi battenti, perduti.  


Gabriel Bella La vestizione di una monaca a San Lorenzo

L'edificio è stato oggetto di importanti scavi archeologici, che hanno interessato gran parte della superficie interna anche per favorire il ritrovamento della tomba di Marco Polo, che vi sarebbe stato sepolto. Nella chiesa furono inumati anche i compositori Francesco Cavalli e Matteo d'Asola.




La chiesa, che si mostra ancora solenne ma violata e deturpata dai decenni di chiusura, rimarrà aperta per tutta la durata della Biennale d'Architettura ad ingresso gratuito, dalle 10:00 alle 18:00 (lunedì escluso). Sino al 2020 resterà in comodato d'uso dello stato messicano che ne curerà i restauri.  




info e foto da alloggibarbaria.blogspot

9 commenti:

nigra sum ha detto...

Grandioso l'altare maggiore!

Mostra del cinema ha detto...

Patriarca in clergy e con crocifisso rigorosamente nel taschino alla Mostra del Cinema. Perché?
In talare quando c'era l'alluvione, in clergy dai perbenisti?
E qui non c'è ragione che tenga, mi piacerebbe però che mi fosse addotta qualche motivazione. Grazie

Anonimo ha detto...

E che clergy! Elegantissimo come sempre Moraglia... certo che però questi vescovi potrebbero iniziare a portare lo zucchetto anche quando vestono in borghese! Io lo farei assolutamente!!!

Secondo me toglierà il crocifisso dal taschino quando inizierà a comparire sull'altare maggiore di San Marco!!!!!!

Mostra del cinema ha detto...

La risposta di anonimo è canzonatoria e assolutamente priva di senso.

Anonimo ha detto...

Forse il Patriarca sa discernere i momenti in cui deve prevalere l'uomo e i momenti in cui deve prevalere il vescovo e chiaramente, si veste di conseguenza!

Caro "mostra del cinema" si soffermi a commentare acidamente i VIPS e lasci in pace i sant'uomini.

Mostra del cinema ha detto...

Ma cosa vuol dire "quando deve prevalere l'uomo e quando il vescovo"?
Ma è sicuro di sentirsi bene?

Quindi, secondo quanto dice lei, quando sua Eccellenza si reca al gabinetto, prima di sedere sul water smette la veste talare e indossa il clergy perché deve prevalere l'uomo?

Sirboni ha detto...

Farò denuncia alla polizia postale per quanto scritto nell'ultimo commento.
Cordiali saluti.

Anonimo ha detto...

Chi è Sirboni? E perché dovrebbe denunciare l'ultimo commento?

Mostra del cinema ha detto...

La mia era una battuta, mi dispiace se qualcuno se l'è presa. Se vi pare toglietela.

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