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Storie di ordinaria contabilità: i croati al bacio della pantofola




di Gianni Biasetto per Il Mattino di Padova
La restituzione del monastero e della tenuta di Dajla, circa 200 ettari sulla costa istriana, ai benedettini di Praglia sarebbe stato il nodo centrale della recente visita in Vaticano del premier croato Zoran Milanovic. Secondo quanto riportano gli organi di stampa di Zagabria l'incontro tra Benedetto XVI e Milanovic sull’indennizzo del bene (valore circa 30 milioni di euro) - che ricordiamo è stato nazionalizzato nell'agosto del 2011 dallo stato croato - segnerebbe un punto a favore di Praglia. 
La Chiesa ha ragione. Alla fine dell'incontro romano con il segretario di Stato cardinale Tarcisio Bertone, il premier croato ha dichiarato che nel contenzioso la Chiesa ha ragione e che non è il caso di rompere i rapporti con la Santa Sede per un pugno di milioni di kune. Il giorno dopo il suo ritorno a Zagabria Milanovic ha investito dell’intricata vicenda il ministro della Giustizia Orsat Milijeni. Il quale ha ammesso l'errore compiuto lo scorso anno dal suo predecessore del governo di centrodestra, Drazen Bosnjakovi, che per evitare la restituzione a Praglia aveva nazionalizzato per la seconda volta l'immobile nei pressi di Cittanova. 
Il rebus dell’indennizzo. Non sarà facile per i monaci di Praglia, che allo scopo hanno attivato presso un notaio di Pola una srl denominata "Abbazia", ricevere il trasferimento dei beni al valore attuale. Il governo croato dovrà innanzitutto trovare il percorso legislativo per de-nazionalizzare il bene e ri-trasferirlo alla Chiesa. Non alla curia di Pola-Parenzo ma bensì a Praglia. Di mezzo, però, ci sono i cosiddetti trattati di Osimo, accordi bilaterali sottoscritti dai governi italiano e jugoslavo, attraverso i quali i monaci italiani hanno ricevuto all'epoca 1,7 miliardi di vecchie lire. 
La scappatoia. Non essendo gli accordi di Osimo stipulati con la Santa Sede, una delle strade possibili da percorrere dalla Croazia per indennizzare Praglia della tenuta di Dajla, potrebbe essere quella di restituire il bene al Vaticano che potrebbe poi trasferirlo all'abbazia di Praglia. Un'ipotesi non facile da attuare anche se potrebbe avrebbe il via libera del primate della Chiesa croata Jozip Bozanic. 
Dajla oggi. Il bene lasciato dai benedettini ultimamente ha subito notevoli cambiamenti. Di intatto c'è solo la villa con approdo sul mare progettata dall'architetto francese De Menetot. I terreni intorno sono stati venduti dalla curia di Pola-Parenzo a fini turistici ad una società austriaca che nell’area cosiddetta del “Bosco dei frati” ha in progetto un campo da golf, un complesso di ville da 520 posti letto e un albergo.

2 commenti:

flavio ha detto...

Essendo Istriano..tutta la diocesi Istriana..mi ha deluso!!!!

Anonimo ha detto...

Non ho capito niente di tutto l'articolo.

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