Uno sguardo veneto sulla Liturgia, musica e arte sacra, le attualità romane e le novità dalle terre della Serenissima.
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Venezia perduta: la chiesa dei Servi


Una vecchia stampa all'albumina, eseguita verso il 1855, ritrae le rovine di quella che fu la maestosa chiesa di Santa Maria de' Servi e dell'adiacente convento, che ebbe come ospite più illustre, a cavallo tra Cinquecento e Seicento, lo storico Fra' Paolo Sarpi.

Nel 1314 i Servi di Maria, ordine mendicante fondato nel secolo XIII da sette laici fiorentini, giunsero a Venezia.
Subito intrapresero la costruzione di una chiesa che potesse gareggiare con quelle di altri ordini religiosi: con la chiesa dei SS. Giovanni e Paolo, dei Domenicani, con S. Stefano, degli Agostiniani e con la basilica dei Frari, edificata dai Francescani.
 
La chiesa fu fondata su un terreno ai bordi della città e il convento si affacciava addirittura sulla laguna in via di bonifica. I lavori si protrassero per più di 150 anni e la chiesa venne inaugurata ufficialmente il 7 novembre del 1491
Nel frattempo in città cominciarono ad insediarsi alcune comunità laiche, tra cui quella dei mercanti di seta di Lucca, che fondarono, tra il 1360 e il 1376, la Cappella del Volto Santo, detta dei Lucchesi, tuttora esistente e costruita da maestranze provenienti dalla Toscana che trasferirono a Venezia un esempio dell'architettura gotica di quella regione.
Molte immagini ci permettono una ricostruzione del complesso chiesa dei Servi-Convento-Cappella dei Lucchesi, così com'era priva della distruzione della grande basilica: tra tutte spicca la carta di Venezia di Jacopo de' Barbari, che "fotografa" dall'alto la venezia del 1500, e che mostra la magnificenza della chiesa dei Servi, con la grande cupola lignea che sovrastava l'edificio.
L'impianto della basilica, di proporzioni imponenti, orientata secondo i canoni consueti est-ovest, ci è restituito da una pianta del Vicentini del 1920 e dai rilievi dell'arch. Giuliano Pavon. Misurava circa 20 metri per 75, era ad una sola navata con tre cappelle absidali e arredata all'interno da 22 altari. Al centro della navata si trovava un grande coro sormontato da una grande cupola.

La facciata della chiesa sul campo dei Servi è ben rappresentata da una veduta del Lovisa. Si presentava come un'imponente architettura gotica con grandi finestroni e due piccoli rosoni.
Sul lato sud, attuale ingresso alla Casa studentesca Santa Fosca, si erge il secondo grande portale, detto di S. Pellegrino, a suo tempo esso era sormontato da una scultura dedicata alla Madonna della Misericordia, oggi sulla facciata della Scuola dei Calegheri a S. Tomà.
Tra le mura del grande convento visse e morì fra Paolo Sarpi, storico insigne, che nei primi anni del Seicento difese la Serenissima nella contesa con la Santa Sede che aveva portato all'interdetto contro Venezia. Vi passò anche Galileo Galilei, che illustrò il funzionamento del cannocchiale all'amico Paolo Sarpi prima del famoso esperimento sul Campanile di S. Marco.
Nel 1769 un violento incendio devastò gli edifici del convento. Cominciava così la decadenza della complesso sacro. Tra il 1806 e il 1810, dopo gli editti napoleonici il convento dei Servi, come molte altre istituzioni religiose veneziane, venne soppresso. Cominciava così la spoliazione delle innumerevoli opere d'arte contenute negli edifici sacri della città, e cominciava anche la grande demolizione della chiesa e del convento, che si trasformano in una cava di materiali da costruzione.
Attualmente si conservano alcuni brani dell'illustre tempio, tra cui la Cappella "dei Lucchesi", inglobata tra le proprietà della Casa Studentesca "Santa Fosca", a sostituzione dell'Istituto "della Sacra Famiglia", ricovero per ex detenute fondato a metà '800 dall'Abate Daniele Canal e donna Anna Morovich.

Il complesso dei Servi in un incisione di metà '700.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Vorrei ricordare che anche nella vicina città di Mestre esiste una bellissima chiesa (la più antica della città) che, costruita nel 1261, fu per secoli importante convento dei padri Serviti: S. Girolamo. Questo prezioso tempio romanico-gotico conserva, nell'altare maggiore, una bella pala di Palma il Giovane e, malgrado la chiesa abbia assoluto bisogno di un radicale restauro conservativo (le pareti minacciano di crollare), il comune di Venezia non si decide a stanziare i fondi necessari. Nel giardino della chiesa sono accatastate, in un vergognoso stato di abbandono, 2 preziose lastre sepolcrali di età medievale che raffigurano due frati Serviti in posizione giacente.

Nigra sum sed formosa ha detto...

...comune di Venezia LADRO

Redazione Sacris Solemniis ha detto...

Ma è il caso?

Anonimo ha detto...

La più brutta chiesa dei Serviti nel veneto è quella di Verona, ma neanche quella di Padova è presa tanto bene...

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