Come è noto a tutti, durante il periodo estivo di riposo per il Santo Padre (e per l’intera Curia Romana), giornali e media sono soliti occuparsi quasi esclusivamente delle vacanze papali e degli eventi autunnali, trascurando spesso il fatto che, in realtà, l’estate è probabilmente il periodo in cui si discute più ampiamente, nei palazzi di Castelgandolfo, di nomine ed avvicendamenti. Già la settimana scorsa ce ne dava notizia il buon Rodari, scrivendo che effettivamente ogni giorno “una valigia” piena di documentazione arriva e riparte dalla cittadella laziale diretta in Vaticano. Aldilà, comunque, delle future nomine, di cui parleremo ampiamente, è ancor più interessante gettare uno sguardo indietro, all’inizio dell’estate, quando la Curia è stata decisamente riformata da alcune novità molto importanti.
Ecco il punto della situazione:
Il Prefetto canadese Com’è naturale, la questione del cambio della guida alla potente Congregazione per i Vescovi ha tenuto occupati i vaticanisti per un bel po’ di tempo. Il classico speteguless comincia nel gennaio del 2009 quando l’allora prefetto, il cardinale bresciano Giovanni Battista Re, compie i fatidici 75 anni. Immediatamente inizia a delinearsi quale candidato apparentemente sicuro il Cardinale George Pell, combattivo Arcivescovo di Sydney, notoriamente ratzingeriano e decisamente conservatore. Il pressing mediatico sulla sua candidatura si prolungò per più di un anno, fino al giugno 2010, quando però tutti i vaticanisti fecero un brusco dietrofront: il porporato avrebbe infatti rifiutato la nomina (cui mancava solo la firma pontificia) per motivi di età e salute. Dopo un iniziale smarrimento, fu Tornielli ad indicare per primo il possibile sostituto: il cardinale Marc Ouellet, Arcivescovo di Quèbec. La nomina fu effettivamente pubblicata il 30 giugno. Ma chi è il nuovo Prefetto della “fabbrica dei Vescovi”, che da adesso in avanti avrà il delicato compito di selezionare, approntare e “modificare” le terne di candidati da presentare al Pontefice? Nato 66 anni fa a Lamotte, sulpiziano, Ouellet iniziò il proprio cursus honorum nientemeno che nella Curia Romana, dove Giovanni Paolo II lo chiamò nel 2001 nel ruolo di Segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Consacrato arcivescovo, una volta insediatosi nel dicastero, sin dall’inizio vide cozzare le proprie vedute, decisamente moderate e conservatrici (è infatti una vera e propria “creatura di Ratzinger”, teologicamente figlio di Von Balthasar e della rivista Communio), con quelle dell’allora Presidente del medesimo Consiglio, il Card. Walter Kasper, che nel panorama teologico internazionale notoriamente funge da “anti-Ratzinger”, in quanto a formazione e visione teologica. Perciò, dopo appena un anno, Kasper ne chiese la sostituzione al Papa. Giovanni Paolo II, però, apprezzava molto Ouellet, e riuscì ad “allontanarlo” dalla Curia con una promozione: lo nominò infatti Arcivescovo di Quèbec e Primate del Canada, e nel 2003 lo elevò alla porpora cardinalizia. Per essere un amoveatur, insomma, si trattò decisamente di un ottimo promoveatur. Negli anni seguenti i media europei ignorarono il ruolo svolto dal neo-Cardinale in Canada. Che qui, invece, scatenò un putiferio fin dall’inizio, combattendo aspramente la secolarizzazione ed il laicismo imperanti in una nazione un tempo profondamente cattolica: le sue posizioni anti-abortiste ed anti-laiciste gli valsero la totale inimicizia dei media (ci ricorda qualcuno, eh?) ma l’affetto incondizionato dei fedeli. Il nostro Arcivescovo, inoltre, ha compiuto alcuni atti davvero notevoli, specie se calati nel contesto della società canadese: ha consacrato la propria diocesi al Cuore Immacolato di Maria, accolto con favore il Summorum Pontificum ed acconsentito all’insediamento di fraternità che seguono la Forma Straordinaria in comunione con Roma.
Notevole è anche il fatto che, come riportato da alcuni vaticanisti, appena insediatosi in Curia, Ouellet abbia immediatamente chiesto un azzeramento della complicata “pratica torinese” circa la successione del Card. Poletto sulla cattedra di San Massimo, su cui a quanto pare il Card. Re e il Card. Bertone avevano già apposto i loro sigilli: il neo-Prefetto ha richiesto un nuovo dossier, da cui ha escluso i bertoniani Versaldi (Vescovo di Alessandria) e Bertello (Nunzio in Italia), sostituendoli con i nomi del Vescovo di Rimini Lambiasi e dell’Osservatore della Santa Sede a Strasburgo, Mons. Aldo Giordano, diplomatico cuneese 56enne. Vedremo come si svilupperà la vicenda: certo, anche il “colpo di mano” alla terna sabauda non può che farci ben sperare nel porporato canadese.
Da Kasper a Koch Quasi a dimostrare il celebre detto “la ruota gira”, il giorno successivo alla promozione di Ouellet il Papa ha proceduto ad un’altra importante sostituzione: quella del Card. Kasper (proprio lui, che fece allontanare il canadese dalla Curia). Al suo posto il Santo Padre ha chiamato Mons. Kurt Koch, 60enne, Vescovo della grande diocesi di Basilea in Svizzera. Anche questa new entry fa ben sperare: decisamente allineato a Benedetto XVI, Koch si è fatto notare in questi anni per aver celebrato più di una volta nella Forma Straordinaria (avvenimento eccezionale nel disastrato panorama svizzero) , e per aver sonoramente messo a tacere i varii “fanta-liturgisti” del suo paese con una fiera lettera in difesa dell’uso del latino, della musica sacra e della solennità dei riti sacri. Per lui, in prospettiva, un lungo mandato e, con tutta probabilità, la berretta rossa.
Sedi Vacanti Al momento restano ancora vacanti, in Italia e nel mondo, alcune sedi particolarmente importanti. Nel bel paese ricordiamo in particolare la Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia, vacante dopo la precocissima morte del Vescovo Carlo Chenis; per lo stesso motivo è ancora priva di un pastore la diocesi pugliese di Ugento-Santa Maria di Leuca, dopo la dipartita di Mons. Vito De Grisantis. Per motivi ben diversi invece sono ancora vacanti la sede di Alghero-Bosa, per il trasferimento di Mons. Giacomo Lanzetti alla diocesi piemontese di Alba, nonché l’importante ufficio di Vicegerente della Diocesi di Roma. Ha invece raggiunto l’età pensionabile, nel Triveneto, Mons. Ovidio Poletto, Vescovo di Concordia-Pordenone. Nel resto del mondo vanno infine menzionate le sedi di Basilea e Quèbec, dopo la chiamata a Roma dei rispettivi pastori, e l’arcidiocesi di Port-au-Prince ad Haiti, popolosa sede caraibica (quasi 3 milioni di battezzati) rimasta vacante dopo la tragica morte dell’Arcivescovo Serge Miot nel catastrofico sisma dello scorso gennaio.
2 commenti:
Spostamenti in vista nelle diocesi siciliane?
Come ben saprai, negli ultimi 3 anni il Santo Padre ha provveduto alla quasi totalità delle diocesi siciliane, che al momento, salvo spostamenti eccezionali (la chiamata in Curia Romana o la promozione ad altre sedi italiane), dovrebbero permanere con questo assetto; a partire da novembre la questione riguarderà Acireale, perchè Mons. Vigo raggiungerà i 75 anni. Insomma: per ora, a quanto pare, nulla in vista.
Se qualche vaticanista accennerà a qualcosa al riguardo, ce ne occuperemo!
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