Uno sguardo veneto sulla Liturgia, musica e arte sacra, le attualità romane e le novità dalle terre della Serenissima.
Sul solco della continuità alla luce della Tradizione.

Il Pontificale del Cardinal Burke in Treviso: qualche immagine




Una Messa Pontificale "straordinaria" quella Celebrata quest'oggi dal Cardinal Raymond Leo Burke nella Chiesa del Monastero delle Suore della Visitazione, appena fuori le mura della città di Treviso. Il Rito è stato organizzato dai Sacerdoti, Seminaristi e le Suore Adoratrici dell'Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote, in visita nel Monastero in cui si venera il cuore di San Francesco di Sales, patrono dell'Istituto. Primo Pontificale in Forma Extraordinaria in terra veneta dopo il Motu Proprio di Papa Benedetto XVI e gran ritorno della cappa magna scomparsa da decenni dalle Celebrazioni Liturgiche del Nord Est. La Missa Papae Marcelli, tra i più grandi capolavori della musica sacra di tutti i tempi, ha coronato la fastosa Liturgia.
































70 commenti:

Anonimo ha detto...

Dalle foto mi sembra di essere al teatro delle commedie di Goldoni. Lunghi strascichi, ermellini, lusso, folklore sorpassato, paramenti liturgici (sich....) che pensavo ormai in museo a ricordo del passato. Tanto lusso, troppi salamelecchi. Ma è così che si pensa di interpretare il Cristo della CROCE?????

Anonimo ha detto...

vedendo tutto questo fasto, mi vien da pensare solamente se uesti fasti inutili non servano solo a glorificare l'EGO dell'uomo e non il Cristo che ha fatto della Croce e della povertà il auo trono e non di cappamagne a strascico, ormai da museo.
Ho visto la macabra scena di tutto questo INUTILE fasto che sa più di soddisfare l'EGO dell'uomo che non rappresentare quel Cristo che ha fatto della povertà e della croce il suo trono e la sua cappa magna con lungo e sorpassato strascico. PIU' SOBRIETA'!!!!!

Anonimo ha detto...

L'Anonimo di sopra ignora ovviamente il significato del "lungo strascico" (ce n'è uno solo); è lusso recuperare paramenti antichi (che molto spesso sono chiusi negli armadi delle sacrestie a vantaggio di nuovi paramenti più "poveri" e paradossalmente quelli sì molto costosi)? Il Cristo della CROCE non si interpreta, si adora. E la liturgia antica lo adora molto più di quella nuova, dato che è tutta rivolta alla CROCE. Ignora, forse, che la Chiesa da sempre (fino a quarant'anni fa) ha servito il Signore con la bellezza, con l'arte della musica e dei paramenti, secondo il precetto biblico "cantate inni con arte"...Forse il nostro anonimo vuole dire che l'arte è quella delle chitarrine, degli stracci che vendono a caro prezzo i negozi di paramenti, dei look casual moderni (altro che roba da museo)...Eh sì, quella è vera arte...Cosa dire, dobbiamo abituarci a sentir parlare gli ignoranti con la pretesa di aver ragione, oggi fanno tutti così: vuoi star lì a sentir parlare chi parla di VERA arte, chi si è preparato sull'antica liturgia? Non siamo mica in un museo!

P.S. ha detto...

Vedo che l'anonimo del primo intervento ama clonarsi!

Anonimo ha detto...

Ieri ero presente. Magnifica la messa, anche se si è esagerato. Bene la cappamagna, ma quante fibbie, nastri, merli e altre bagianate settecenteshe.

Anonimo ha detto...

anch'io c'ero alla messa: straordinaria!!
con questo voglio dire che mi ha trasmesso quel senso del sacro pulito, ma allo stesso tempo fulgente di gloria e di onore sempricemente rivolto a dio (di gloria e di onore LO hai coronato) e non al nostro gusto personale (io sono di tizio, io di caio, io di apollo...). semplicemnte è un istituto che segue la liturgia precedente e la dona agli uomini del presente perchè ha ancora significato in questa società che perde il vero focus su cui orientare i propri passi, il senso di essere uomini su questa terra attirati però dalle cose del cielo.
se si obietta poi l'altissima cura dei particolari, beh, vale la pena ricordare che anche per il rito nuovo il presidente è alter christus...ve la ricordate anche voi quella parabola degli invitati a nozze?? beh, penso proprio di sì, chi non si farebbe trovare impeccabile?

Cristiano ha detto...

Personalmente amo le celebrazioni nella forma straordinaria celebrate con maggior sobrietà. Ritengo tuttavia che, fintanto che si rispettano le rubriche, sia legittimo celebrare con maggior o minor solennità. Io preferisco liturgie "monastiche", ma capisco che altri possano privilegiare liturgie più ricche esteriormente.

Anonimo ha detto...

Le rubriche non sono state rispettate completamente... in primis per la cappa magna: la Ut sive sollicite ha abolito pellicce d'ermellino, e ancor prima, erano state riviste le dimensioni dello strascico...

Anonimo ha detto...

Caro anonimo delle 13:32: appartieni anche tu a coloro che non si segnano al confiteor della comunione perchè abolito nel messale '62? Disconosci forse il codice di diritto canonico a riguardo delle consuetudini?

Anonimo ha detto...

Ma allora con il codice delle consuetudine recuperiamo parrucche e compagnia bella! Le bellissime pianete plicate!

Renzo T. ha detto...

C'ero anch'io al Pontificale di sua Eminenza. Vedere il cardinale recitare le preci previste dal rituale prima della celebrazione del sacrificio eucaristico, prima di indossare i vari paramenti liturgici, poi la santa messa ed infine le preghiere di ringraziamento, mi ha fatto pensare a quei preti modernisti che arivano trafelati in sacrestia giusto in tempo per indossare solo il camice (per nascondere i jeans scuciti) ed una misera stola e precipitarsi all'altare a celebrare.
Un vero peccato che il settimanale diocesano "La vita del popolo" non abbia degnato questa spelndida liturgia di alcun avviso.
D'altronde l'aria che si repira in diocesi è questa: fare barriera, ostacolare in maniera "amorevolmente curiale" a tutte le richieste di celebrare sencondo il Motu Proprio Summorun Pontificum (San Leopoldo Mandic di Mirano docet), e non dare visibilità, anzi oscurare il più possibile, le celebrazioni secondo l'antico rito romano che d'imperio non possono impedire, come quella del Cardinale Burke al monastero della Visitazione. Un peccato di omissione questo, o forse non erano al corrente della celebrazione? In altre parole: la Santa Messa di sempre, se è nelle tue facoltà, impediscila, se non puoi impedirla, fa fa in modo che nessuno ne venga a sapere, stendi un sudario di silenzio lungo almeno quanto la cappa magna che indossava il cardinale.
Che peccato! Quale opportunità avrebbero avuto i pochi seminaristi che ancora frequentano il seminario tarvisino, di conoscere la liturgia cattolica di sempre e compararla con quella postconciliare, sempre più sfregiata da personalismi ed interpretazioni soggettive

Anonimo ha detto...

Caro Renzo T., ma come le sembra possibile che il locale sinedrio favorisse la partecipazione dei seminaristi alla cerimonia? Come appunto anche lei ha rilevato, i partecipanti avrebbero potuto successivamente trarre delle ovvie considerazioni dal paragone con il rito riformato e, a quel punto, gli insegnanti del seminario con quale faccia avrebbero ancora potuto sostenere l'obiettiva necessità di mutare la sacra liturgia, riducendola nelle tristissime condizioni nelle quali, purtroppo, possiamo tutti quotidianamente vederla ridotta a versare?
L'unica soluzione possibile, quindi, è stata quella di fingere che la bella liturgia cattolica non avesse nemmeno avuto luogo e, che, dunque, nulla fosse accaduto ... ciò, a seconda della nota prassi d'ascendenza direttamente farisaica, secondo cui: habent oculos et non vident, habent aures et non audiunt.

Caterina63 ha detto...

Gli "anonimi" che si divertono a screditare l'importanza delle forme e l'importanza dell'esteriorità, non si smentiscono mai (o smentisce se si tratta di uno solo....), pronti a far fuoco quando si tratta del bello nella Liturgia, ma forse pronti a sbavare davanti ad una bella donna adornata o svestita....
Li vorrei proprio vedere questi "anonimi" alle prese con un ioncontro importante...

Questo genere di "fasti" ci sono concessi proprio perchè la nostra natura umana ha necessità di VEDERE... Gesù stesso, ci rammenta il Vangelo, portava una tunica PREGIATA per quel tempo e quando dalla cassa degli Aposotli i soldi vennero usati per comprare aromi e profumi per Gesù, Giuda fa del moralismo proprio come questi "anonimi", ma Gesù lo riprende....

Nessuna esteriorità potrebbe mai dispiegarci il veramente BELLO della Liturgia, ma quel poco che si fa e che spesso il cardinale Burke fa, è la via giusta... è la via RIPRISTINATA DAL PONTEFICE dopo i nefasti obbrobri del Pontificato precedente....
se per qualcuno è vero che l'abito non fa il monaco, è invece assai provato che l'occhio vuole la sua parte...

Grazie Eminenza!! e grazie a Sacris Solemniis per questo servizio!
^__^

AURELIO ha detto...

Caterina, condivido le tue parole, sono felice che vi sia una certa "pompa" nelle Messe e nei Vespri importanti, ma trovo esagerata la sfilza di mozzette, trinette, scarpe settecentesche, paggetti reali, ecc ecc. che sembra identificare L'Istituto Cristo Re. Trovo ben più moderna la FSSP, nella sua NOBILE SEMPLICITA'.

Anonimo ha detto...

Bellissime immagini. A queste celebrazioni dovrebbe partecipare quanta più gente è possibile. Dico gente comune, gente che abitualmente va alle sciatte messe NO. Tempo fa mi trovavo presso l'antichissima Concattedrale della Martorana a Palermo, nel contesto di una Divina Liturgia in rito greco-bizantino (cattolico); alcuni turisti (dall'accento credo toscani) mi chiedevano se quella a cui stavano assistendo fosse una Messa cattolica. Io ho risposto ovviamente si! Ecco dove siamo arrivati: basta assistere ad una celebrazione curata nell'arte, nel canto, nella devozione, e sembra quasi di non partecipare ad una Messa cattolica!!!

Caterina63 ha detto...

Caro Aurelio....qui a celebrare non era il nostro semplice e amabile padre Konrad come a Venezia ^__^ ma UN PRINCIPE DI SANTA ROMANA CHIESA era come se a celebrare vi fosse il Sommo Pontefice....era infatti non una semplice Liturgia, ma un Pontificale....
Purtroppo non abbiamo più l'occhio allenato, io dal vivo non ne ho ancora visto uno....e già sono in stato di grazia per poter AMMIRARE la Messa di sempre.... ^__^
Anche un FASTO è SEMPLICE e nobile, se soltanto ci RIABITUASSERO ALLE GLORIE DELLA SACRA LITURGIA...non dimentichiamo che il Pontificale è la MASSIMA ESPRESSIONE LITURGICA che un uomo può rendere a Dio IVI PRESENTE VIVO E VERO....
Tutto è fatto PER LUI E ATTORNO A LUI, nulla è per caso, neppure una mozzetta!
^__^

Anonimo ha detto...

Chi continua a dire corbellerie sulle trine/fibbie/fiocchi/mozzette etc.in uso all'ICRSP (o se preferite ICRSS) lo fa perché non lo conosce e non l'ha visto operare concretamente nell'apostolato: "E' primavera, svegliatevi bambine!" se poi lo si continua a ripetere per partito preso o invidia è un altro paio di maniche (senza trine).
L.Moscardò

Seminarista ha detto...

Personalmente sono più favorevole al rito ordinario della S. Messa ma, come insegna il S. Padre, non ho nulla contro il rito extra-ordinario. Tuttavia non si tiri in ballo il diritto canonico che parla di consuetudini.... quando norme successive vengono ESPRESSAMENTE ad abrogare o modificare precedenti non ci sono scuse. E' così per la cappa magna... è così per il Confiteor prima della Comunione.

Anonimo ha detto...

Ecco lo sbaglio del Sommo Pontefice di nominarlo pure Cardinale........

Anonimo ha detto...

VA BENE LA MESSA SECONDO IL RITO TRIDENTINO, ANCHE SE ANACRONISTICO, DOPO IL TRIDENTINO LA CHIESA HA CAMMINATO PER VOLONTA' DEI PAPI ALTRI DUE CONCILI SI SONO RIUNITI, QUELLO CHE PERO' NON CONDIVIDO E' IL FASTO CAPPA MAGA, TRICORNI ECCETERA.

Anonimo ha detto...

speriamo che con le nuove istruzioni su M.P. venga resa obbligatoria in ogni diocesi del mondo la celebrazione della S.S. Messa V.O. così da dare un forte imput alla bimillenaria tradizione della chiesa , perchè non è possibile quando si afferma con modo di disprezzo il fasto liturgico, i paramenti e quant'altro per rendere solenne il rito , tutti quelli che hanno vissuto e tramandato fino al C.V.2 come dobbiamo considerarLi.............?

Anonimo ha detto...

L'anonimo delle 16.37 del 12.03.2011, vuole solo orpelli o una Santa Messa come si deve? Si alla Messa Tridentina vicino alla Santa Messa del Vaticano II, no alla cappa magna e altre cialtronerie! Basta non se ne può più di vedere preti col saturno, il tricorno e altre corbellerie simili.

Anonimo ha detto...

Alla barba dei poveri, i quali manca il pane quotidiano!!!! Evviva gli sfarzi. Sembra di vedere commedie Goldoniane. Ma non sono più quei tempi! Andiamo all'essenziale e non continuiamo a parlar male di quel benedetto ( o meglio, direste vi: maledetto..) VATICANO II

Anonimo ha detto...

anonimo Mauro (è lo scrivente)era tempo che sorgesse il coraggio di osare l'insperato; la Liturgia come ormai dovrebbe essere chiaro anche a taluni anonimi datati, non appartiene ai singoli in quanto tali, ma è il mistero di GLORIA che ci attrae e trasfigura accogliendoci nello splendore di un mistero che è quello di Dio non dell'uomo, o meglio il mistero di Dio che si lascia contemplare senza lasciarsi contenere. il vero fasto che produce scandalo, non si vede nei solenni pontificali, ma nella doppiezza di vita di tanti che si mascherano dietro un discutibile pauperismo da usare sopratutto nelle celebrazioni liturgiche, a cui non fa sempre riscontro un'autentica vita coerente nel vero servizio di carità verso il prossimo che è immagine di Dio. Tanto per intendersi, che dire di celebrazioni sciatte, liturgie improvvisate e "aule liturgiche" (non si usa più chiamarle chiese, forse perché troppo spesso assomigliano a tutto mano che a delle "chiese" -transeat...) volutamente scarne, mentre non manca nelle case di nessuno ogni tipo di confort. Spiegatemi anonimi, solo per celebrare la Gloria di Dio dobbiamo essere scarni e più che essenziali? neppure le cosiddette liturgie monastiche tendono allo scarno, ma alla sobrietà che non significa pauperismo.
Aggiungerò che il senso vero della povertà non è la miseria, ma il distacco dalle cose senza lasciarsi dominare da esse e dando a ciascuna situazione il giusto valore; quanto poi all'impressione che qualcuno può nutrire in se, il problema non è tanto "ad extra", ma "ad intra", si può essere così attenti a notare il senso di fasto da non accorgersi di quanto sia presente il rischio di protagonismo nella liturgia post conciliare basta rileggere "lo spirito della liturgia" pag. 70 e seg. per ricordare a tutti che il centro di tutto è Lui, Gesù , Il Signore al cui nome "ogni ginocchio si piega, nei cieli, un terra e sotto terra.
attenzione dunque allo spirito di neoumanesimo che come allorA anche oggi tenta di togliere Dio dal Suo trono affinchè possa sedervisi l'uomo ornato di una miriade di plausibili ragioni "politicamente corrette". LAUS DEO.

Anonimo ha detto...

Ma questa MESSA IN SCENA era lecita? I monsignori imberrettati e cappati si rendono conto che il XVI secolo è finito da un pezzo? Tra chitarre e gorgere, c'è una via di mezzo?

Francesco B. ha detto...

In verità, di cappemagne e di pianete se ne vedono talmente poche in giro nelle nostre chiese che non capisco come possano dare disturbo nei rari casi in cui, a maggior gloria di Dio, vengano ancora usate! Cari anonimi che mi precedete (o, forse, anonimo, ho il dubbio che si tratti della stessa persona...): il vostro pauperismo da 4 soldi lo trovate in ogni chiesa e ad ogni messa, oggigiorno! Vi irrita così tanto ammirare, di tanto in tanto, un pò di sacra bellezza? Non vi resta che tornare dai vostri parroci, sgualciti e simili ad assistenti sociali e sarete sicuramente contenti! E sappiate che tutto ciò che vedete in queste splendide foto non è mai stato abolito da nessun Papa o concilio e può tranquillamente essere usato da chiunque anche nel Novus Ordo, comprese cappemagne ed ermellini! Cosa che ha recentemente fatto lo stesso cardinale Burke nella cattedrale di Bari!

Anonimo ha detto...

Inoltre, ripeto, i paramenti orrendi e finto-poveri che amano usare i parroci e i vescovi d'oggi per far credere alla gente di vivere modestamente sono più costosi di quelli tradizionali che voi tanto odiate. Oltretutto, mentre i paramenti antichi duravano secoli e venivano raramente cambiati, le schifezze usate oggi vengono acquistate in continuazione a seconda delle mode che cambiano un mese sì e l'altro pure. Quindi, la storia della povertà e della modestia dei preti d'oggi andate a raccontarla a qualcun altro. La moda delle liturgie alla c.... di cane che sono in voga oggi è semplicemente il frutto della demagogica ideologia del '68!

Anonimo ha detto...

La messa del '69 partorita da Annibale Bugnini è la messa dei comunisti, delle femministe e dei figli dei fiori, altro che "Santa Messa del Vaticano II"! I padri conciliari mai si sarebbero sognati una rivoluzione simile della sacra liturgia, leggetevi la Sacrosanctum Concilium"!

Anonimo ha detto...

Sono prete da oltre vent'anni e non credo di aver celebrata la Santa Messa di Bugnini, ma quella di Paolo VI, il quale fu eletto in un conclave da cardinali legittimi creati dai suoi predecessari Roncalli e Pacelli. E allora dove è il problema? Si vuole portare indietro la liturgia la si porti, Roma locuta causa finita; ma basta con questi insulti. Fate male a voi, alla Santa Chiesa e anche al Rito Tridentino che a Dio piacendo imparerò e celebrerò in occasione del mio anniversario di ordinazione. É forse l'ultima volta che vengo su questo sito, perchè io non ne posso più di chi scrive solo per dimostrare il suo livore verso Paolo VI e i suoi collaboratori. Ricordo a me per primo e poi a voi il dovere cristiano della verità detta nella carità.

Anonimo ha detto...

il caudatario doveva essere in cotta solo quando il Cardinale prendeva i paramenti, quando il cardinale è in cappa (rossa) allora dovrà essere in crocia. E poi quest'orgia di paramenti francesi è insultante per la romanità. Sulla tenuta corale dell'Istituto, sarà anche lecitamente concessa, ma è fuori da ogni parametro ed è pure brutta

Anonimo ha detto...

sono un prete, sto concludendo la Licenza in Liturgia presso il Pontificio Isituto Liturgico Sant'Anselmo di Roma, e tuttavia non mi ritengo affatto un esperto di liturgia di chissà quale livello. Qualcosa della storia liturgica ho però approfondito e continuo a farlo...vedendo queste foto potrei condividere un senso di profonda inquietudine come credente, di smarrimento come presbitero (l'unico sacerdote è Gesù), ma su queste cose non vale la pena discutere...ognuno ha una propria coscienza e, nonostante alcuni ritengano il Vaticano II un'eresia, sono felice che il concilio abbia definito la libertà di coscienza come dottrina certa.
COME STUDIOSO però, devo dire che sono allucinato. non tanto per il Motu proprio del Papa (che ha pure le sue, per quanto discutibili, ragioni), ma per l'applicazione che di esso viene fatta. Queste foto testimoniano l'abuso di una possibilità rituale per veicolare ben altro...un'ecclesiologia, una teologia che non hanno aggancio né con la dottrina né tantomeno con la storia. A me pare che la storia sia teologicamente molto più importante delle convinzioni "liturgiche". Capisco che le frustrazioni della vita sono tante...ma usare la liturgia per tentare di risolverle non mi pare una strada non solo spiritualmente, ma nemmeno solo intellettualmente buona. Sotto il profilo scientifico-liturgico, c'è molto da studiare, sia per chi è affezionato all'antica liturgia (che non è affatto "di sempre", dal momento che ci sono secoli di storia liturgica prima del rituale di Pio V), sia per chi non ha affatto capito e applicato la riforma. C'è una cosa che da un punto di vista scientifico è una certezza: la storia non torna mai indietro. Qualcuno sembra ostinarsi a non accettarlo.

pietro ha detto...

Il Cardinale è un principe della Chiesa, quindi in Visite e in Forme Solenni è bene che si presenti vestito da Cardinale, non tanto per se stesso, ma come Titolo. Questo lo dovrebbero imparare anche tanti Vescovi, Sacerdoti, Religiosi e Suore, che l'abito è molto importante sia per l'immagine e sia perché i fedeli devono capire che sono votati a DIO per sempre. Dopo il Concilio Vaticano II° ne abbiamo visto un grande scempio. L'abito laicale non è una bella immagine. Ho girato tutta l'Europa ed ho visto molti Vescovi e Preti seduti in bar come comune persone a bere birra e liquori in borghese, penso che se avessero vestito anche solo l'Abito Piano non sarebbero entrati in questi locali anche se solo per prendersi un gelato. Quindi cari Vescovi, Preti e Religiosi non abbiate vergogna a vestire l'Abito Talare, lo so per Voi è un freno. Una volta i giovani Seminaristi erano fieri di vestire la Talare e che gioia era per loro tornare in vacanza al paesello per mostrarsi con l'Abito. Bisognerebbe anche ritornare alla Sacra Torsura per tutti e non andare in giro con abiti firmati. Personalmente mi confesso solo da Sacerdoti che indossano la veste e la stola viola. Se si va avanti così dove tutto è permesso siamo alla fine e all'inizio di un nuovo Protestantesimo.

Anonimo ha detto...

Esimio studente di Liturgia al Sant'Anselmo di Roma. A me non risulta che l'ultimo concilio abbia proclamato nè nuovi dogmi nè nuove dottrine: probabilmente deve averlo studiato poco e capito ancor meno. Il Vaticano II ha semplicemente inaugurato un nuovo atteggiamento pastorale, tutto qua. Le Verità immutabili di Fede sono e rimangono le stesse che c'erano in precedenza e non potrebbe essere altrimenti, dal momento che il Magistero non può mai contraddire se stesso. La presunta libertà di coscienza che lei afferma proclamata dall'ultimo concilio non è assolutamente una dottrina cattolica. Si legga la "Dominus Iesus", pubblicata da Giovanni Paolo II nell'anno 2000, e vedrà come vengono confermate pienamente tutte le dottrine sulla salvezza e sull'unicità del Cattolicesimo come "unica Chiesa di Cristo" che sono sempre state insegnate dal Magistero. Si legga gli scritti del Beato Cardinale Newmann e vedrà che egli mai parla di libertà di coscienza, almeno intesa come la intendiamo noi oggi.
E' molto deludente (e anche grave) constatare come la preparazione teologica, liturgica storica e filosofica dei futuri presbiteri sia oggi così carente e poco in linea con il Magistero della Chiesa. E lei si definisce anche uno "studioso"? Poveri noi e povera Chiesa...
Definire poi "discutibile" un documento del Magistero Pontificio come un Motu Proprio non mi pare cosa nè elegante nè opportuna, tantomeno da un semplice studente quale lei attualmente è.
Concordo sul fatto che l'estetismo fine a se stesso lascia il tempo che trova, tuttavia trovo molto più deprimenti e poco "invoglianti" le pietose liturgie minimaliste e squallide alle quali ci ha ormai abituati il Novus Ordo. Esse allontanano i cattolici dalla fede e dalla pratica religiosa anzichè attrarli e questo è un male a cui bisogna porre rimedio, come, da almeno 25 anni, ci insegna Joseph Ratzinger.

Anonimo ha detto...

Aggiungo, caro studente di Liturgia, che non è affatto vero che "la Storia non torna mai indietro", questo lo sostiene lei. Non ha mai sentito il detto popolare secondo cui "la Storia si ripete"? Staremo a vedere nei prossimi decenni cosa accadrà della liturgia cattolica inaugurata nel 1970 da Paolo VI. Di una cosa sono quasi certo: non resterà a lungo in queste condizioni, tutto lascia credere che correzioni ci saranno, probabilmente anche profonde, nei prossimi anni. D'altronde, la riforma del 1970, a detta di tutti (o quasi), ha completamente tradito ed è andata molto oltre i propositi e gli auspici dei padri conciliari. La Sacrosanctum Concilium raccomanda la conservazione del latino e del gregoriano e mai parla del fatto che gli altari dovessero essere ribaltati e che il Sacrificio della Messa dovesse essere celebrato "spalle a Dio" come avviene oggi.
Che la Messa cosiddetta di San Pio V risalga almeno alla metà del primo millennio è testimoniato dal fatto che essa è ufficialmente definita liturgia "damaso-gregoriana". San Pio V si limitò a codificare e uniformare un rito esistente a Roma già da mille anni almeno, se non da prima. Uno "studioso" come lei dovrebbe saperlo.
Infine, le consiglio caldamente di iscriversi al convegno annuale sull'applicazione del Motu Proprio che avrà luogo al Pontificio Ateneo Angelicum dal 12 al 15 maggio prossimi e ad assistere alla Messa Tridentino-Gregorianana che verrà officiata in San Pietro domenica 15 maggio dal Cardinale Canizares presso l'Altare della Cattedra. Si schiarirà le idee e amplierà i suoi orizzonti.

Anonimo ha detto...

Ho letto questi ultimi commenti e mi trovo del tutto d'accordo con quanto scritto dallo studente di liturgia del Pontificio Istituto Liturgico (Sant'Anselmo), scuola particolarmente valida nell'attento approfondimento e studio che compie nell'ambito della liturgia non ridotta, come tanti invece amano fare, a rubricismo e poco più. Mi lascia invece perplesso la doppia risposta che segue a quell'intervento... Mi lascia perplesso perché ammesso - e non concesso - che il Concilio Vaticano II si sia limitato ad inaugurare un nuovo atteggiamento pastorale, mi chiedo come e dove questo stile si concretizzi in chi fa del rito antico la bandiera dietro al quale rivendicare nostalgie e compensare frustazioni. Dire poi che la libertà di coscienza non sia da riconoscersi come dottrina cattolica lo può sostenere solamente chi si è fermato al Sillabo di Pio IX e non ha preso in considerazione il testo della Dignitatis Humanae (il num. 3 per tutti) poi ripreso dal Catechismo della Chiesa Cattolica (1776 e seguenti). Se poi mi si cita il card. Newman, si vada a leggere per esteso la sua lettera al duca di Nofwolk: la libertà interiore che egli rivendica per la propria coscienza andrebbe forse ricordata a chi lascia poco o nulla di questa libertà alla coscienza altrui. Infine è bene ricordare un altro assunto - che poi di fatto è un recupero perché nulla è stato inventato - della gerarchia delle verità da cui deriva, per consuguenza, anche una gerarchia dei vari atti magisteriali: mettere sullo stesso piano - come il buon lettore di cui sopra - costituzioni e decreti di un concilio ecumenico con un motu proprio papale e una dichiarazione di una congregazione vaticana significa falsare, appiattendola a livelli massimi, l'idea stessa di magistero ecclesiale. Il medesimo appiattimento lo si ritrova poi nell'analisi storica dei riti liturgici: la forma codificata da san Pio V raccoglie elementi certo molto antichi, ma che non si pretesero (e che non si possono pretendere) come unici, indefettibili, invariabili. Dove ciò lo si fece, magari sopprimendo elementi e riti anche più antichi di quello romano-carolingio, e dove lo si fa, squalificando e addirittura offendendo il rito attuale, è il primo abuso: abuso contro la verità a favore - e qui sono duro - di un'idolatria di una forma rituale a vantaggio dell'ecclesiologia che essa veicola. La storia forse si ripete - è vero -, ma non torna mai indietro perché Dio abita il presente e il futuro più che il passato. La Pasqua ormai vicina ce lo ricorda...

Anonimo ha detto...

Per Dio non esistono presente, passato e futuro: Egli è sempre lo stesso ora e sempre. Le fasi temporali esistono solo per noi creauture mortali inserite nella materia. L'ultimo concilio non ha inventato una nuova religione, nè fondato una nuova Chiesa, che è sempre Una, Santa, Cattolica e Apostolica. C'è da chiedersi se Dio venisse adorato meglio e avesse un culto più degno un tempo con la Messa Gregoriana oppure oggi col Novus Ordo. Ratzinger ha affermato che certe Messe moderne sembrano più danze umane intorno al vitello d'oro che non un culto pubblico dignitoso che la Chiesa offre all'Onnipotente.

Vincenzo ha detto...

Personalmente non nego che "certe Messe moderne sembrano più danze umane intorno al vitello d'oro che non un culto pubblico dignitoso che la Chiesa offre all'Onnipotente" (ma in che occasione il papa ha detto questo?!), ma lo stesso potremmo dire di certe Messe antiche.

E tale, almeno per me, è l'impressione che ricevo da queste foto.

Anonimo ha detto...

Sono perfettamente d'accordo con lo studente di liturgia del Pontificio Istituto Liturgico (Sant'Anselmo). Mi muore il cuore invece vedendo che c'é ancora gente che ha voglia di giocare a "Dire la Messa". Ricordo che nelle realtá piú povere spesso manca la presenza di una persona che porti una buona parola. Se quei signori vogliono far del bene, prima di intestardirsi sulla liturgia, vadano a cercare il prossimo bisognoso perché se aspettano che quest'ultimo venga a cercarli, abbagliato dalla messa in latino, significa che non hanno capito nulla. Sandro da Roncá.

Anonimo ha detto...

Per far le opere di bene e di filantropia esistono gli assistenti sociali, le onlus, ecc...
Il Santo Sacrificio della Messa è altra cosa e viene prima di tutto il resto. S. Bernardo sosteneva che vale molto di più, per un fedele e per meritare il Paradiso, assistere devotamente ad una S. Messa che donare ai poveri tutte le proprie sostanze e girare pellegrino per tutta la terra...

Anonimo ha detto...

ma paolo di tarso o ignazio d'antiochia dicevano messa con la cappa magna e l'ermellino?

Davide ha detto...

per anonimo delle 14.59 del 17 aprile: e Gesù usava forse la pianeta allora? questo modo di ragionare non porta a niente!
anche Siri metteva la Cappa e l'ermellino ben oltre il '69, anno della Ut sive sollicite!
non scandalizziamoci da vergini stolte per queste cose.. pensiamo a problemi ben più seri, pensiamo al nuovo vescovo di Rodez, che è un modernista della peggior specie..
ermellino cappe..chi sbraita probabilmente vorrebbe indossarle ma non può!

i cardinali sono PRINCIPI e come tali si devono vestire..è la loro dignità a richiederlo.

poi, nella loro casa, possono vivere come San Francesco..cosa che, infatti, Siri faceva.

il 68 è finito e con essa la ricreazione

Davide

pietro ha detto...

DAVIDE, bravo hai fatto bene a cantarle. Una cosa non riesco a capire di cosa hanno paura questi pseudo modernisti. Dialogano di più con altre Confessioni o con Ebrei e Islamici, mentre con chi segue il Rito Antico Tridentino è muro, mah valli a capire certi Cattolici.

teodosio ha detto...

Ma perchè sono cattolici ?

I fatti nella loro semplicità parlano da soli, se si è tanto tolleranti con protestanti, ebrei o musulmani e si ha tanto livore se non odio malcelato verso chi parla come si è sempre parlato in secoli e secoli di Cattolicesimo è molto seplicemente perchè pur dicendosi cattolici, nei fatti non lo sono più.
Lo stesso livore è nei confronti degli ortodossi che sono scismatici, ma non eretici.
E' l'eresia , fumo di Satana nominato proprio da Paolo VI che tutt'ora attraversa la Chiesa, ma come sempre la Chiesa Corpo Mistico del Signore Gesù Cristo ritroverà grazie al Vicario di Cristo e successore di S. Pietro la Via indicata dallo Spirito Santo. E questo con buona pace di chi parla di storia (umana) la Chiesa di Cristo va ben oltre la dimensione storica (se così non fosse sarebbe finita da un pezzo come tutte le istituzioni umane). La navicella di S.Pietro attraversa il tempo per l'Eternità da cui discende e non si deve curare più di tanto del mondo guidato dal signore delle tenebre. Siamo nel periodo dell'anticristo dove tutti i Dogmi di Fede vengono attaccati e rovesciati quotidianamente , basta esserne consapevoli e lasciarsi serenamente guidare dallo Spirito Santo accogliendolo totalmente. La tradizione aiuta molto in questo passaggio in quanto le difficoltà sono molte come ai tempi di Diocleziano o di Nerone...
Pax Vobis

p.s. il giansenista eretico Vescovo di Pistoia Scipione de Ricci formulò la liturgia in italiano....certi argomenti si ripetono sempre e l'atto eretico è come l'atto erotico ripetitivo e privo di fantasia. Comunque nel Concilio V. II non fu mai scritto di celebrare la Liturgia in Italiano ne di rovesciare la collocazione dell'Altare e del Sacerdote.

Anonimo ha detto...

Faccio notare un piccolo particolare che sfugge ai più (o forse a tutti):

Mons. Marcel Lefebvre che ha lottato per la conservazione dei riti latini antichi non ha mai usato cappe magne, ermellini, strascichi e fibbie.

Se oggi il Vaticano ha riconsiderato la Messa antica lo si deve essenzialmente a lui.

"Mons." Gilles Wach, viceversa, è un amante dei barocchismi (che non coincidono necessariamente con il recupero della liturgia "tridentina). Quindi quando ci sono paggi, gorgere, fibbie, plicate, calze per prelati, messe in cappelle di nobili neri, magniloquenza artefatta e passatista, c'è di mezzo lui (e non necessariamente la Messa "di san Pio V", visto che queste cose il Wach le faceva anche prima di celebrare con questo messale).

Per la cronaca uso la parola "monsignore" tra virgolette perché è così che don Wach si fa chiamare pur non spettandogli ASSOLUTAMENTE (chi dubita di ciò consulti http://gilleswach.blogspot.com/ in cui compare lettera firmata della Congregazione del Clero nella quale si mostra quanto appena affermato).
Uno che si fa chiamare per quel che non gli spetta, ovviamente applicherà alla liturgia tutto quello che non gli spetta (sono degli abusi in senso eccessivamente tridentinon che finiscono per teatralizzare il tutto).

Una cosa è una tradizione liturgica, una cosa ben differente è il fioccame barocco con la quale si può correre il rischio di rovinare una causa così delicata come il recupero di una celebrazione degna e seria.
E ora non mi si tiri in ballo l'onore a Dio nella Liturgia. Quello lo sanno dare (e anche meglio!) pure i benedettini (ad esempio a Fontgombault) ma non usano questi orpelli. L'esagerazione potrebbe benissimo essere un segno di alterazione spirituale! Quello di cui invece abbiamo bisogno è un equilibrio sano e sobrio.

Anonimo ha detto...

Ancora un appunto per i più cocciuti (che difenderanno i salotti barocchi di don Wach ad oltranza).

Il Messale cosiddetto di "san Pio V" è sostanzialmente il Messale in uso nella Chiesa di Roma e risale a san Gregorio Magno. E' questo Messale che dev'essere mantenuto. Ma il mantenimento di questo Messale, lungo i secoli, aveva apparati esterni differenti: l'apparato solenne romanico non è quello gotico e neppure quello rinascimentale. Quello rinascimentale, a sua volta, non è neppure quello barocco.
Questo vuol dire che il Messale "di san Pio V" - ovvero la Messa romana tradizionale - può essere mantenuto benissimo senza tutto il vero e proprio teatro che ne fa don Gilles Wach (qualche persona da me interpellata parlava molto meno benevolente di "circo").
Questo lo aveva capito benissimo mons. Marcel Lefebvre (ma non solo lui) il quale portò il tesoro vecchio negli otri nuovi del XX secolo.

Chi si attarda in fibbie, paggi, gorgiere, calze in lamé per i cardinali non ha l'urgenza di fare questa operazione "salvataggio tradizione", bensì pare approfittare della liturgia per introdurvi iniezioni di passatismo barocco. (Cosa che don Wach faceva anche col messale di Paolo VI a Roma).

Un conto è la liturgia tradizionale che esprime la sua latreia a Dio, un conto ben differente è vestire due ragazzotti da paggi e bearsi che poi, tutto questo, serva a "glorificare Dio".

Allo stesso modo, un culture del Medioevo dovrebbe servirsi della liturgia per vestire i soliti ragazzotti in guardie armate comunali (lo hanno fatto in quel di Verona). Ma tutto questo con la "gloria di Dio" non serva ad un emerito CAVOLO!

Direi che siamo proprio con la testa sulla luna!!!

Davide ha detto...

Mons.Lefebvre a Dakar-ripeto: a Dakar- usava eccome la Cappamagna, e allora?
Il Card. Siri (ha rinunciato alla Diocesi nel 1987) usava sempre la Cappamagna ai Pontificali.
Che problema c'è?
Chi ne ha il diritto fa bene ad usarla. Amen.

pietro ha detto...

DAVIDE, bravo, hai ragione, non c'è nessun problema. A chi lo tacciava di esibizionismo, il Cardinal SIRI rispondeva:"Sono un Principe della CHIESA e mi vesto da Cardinale". Gli storici dicono che in privato nel suo appartamento vestisse molto modestamente con un semplice saio. Allez cordialmente.

Anonimo ha detto...

ANDATE A VEDERVI IL SITO DI GRICIGLIANO COI PRETINI CHE FANNO LE RECITE E SI METTONO IN MOSTRA, è UN LUOGO MALEFICO! COSA ASPETTA LA CHIESA A FERMARE QUESTO BLASFEMO PALCOSCENICO?

Anonimo ha detto...

Meglio assistere a messe celebrate in camice bianco e stola color arlecchino? Meglio vedere preti celebrare con casule di plastica fosforescente color arcobaleno? Meglio vedere vescovi in giacca e cravatta o con barba e baffi? Meglio vedere preti e vescovi seduti nel presbiterio durante la messa a braccia conserte e gambe aperte, magari guardando l'orologio ogni 2 minuti? Se essere al passo coi tempi significa tutto ciò, molto, ma molto meglio estetismi e barocchismi, ne gioiscono gli occhi e lo spirito.

Anonimo ha detto...

LE STOLE E I CAMICIONI BIANCHI DI PLASTICA NON GIUSTIFICANO QUESTO GIOCHERELLARE DI TALARI E INSEGNUCCE INVENTATE. SE FOSSE ANCORA AL MONDO SIRI, QUELLA CONGREGA FINIREBBE A RACCOGLIER PATATE, ALTRO CHE FASCIE STEMMATE E MANTELLONI.

Anonimo ha detto...

Mi fa veramente piangere il cuore vedere come certa gente (rimasta nel medioevo) usi Cristo per glorificare il proprio ego e vestirsi come un commediante in una commedia settecentesca!

Davide ha detto...

Reputo io stesso i paggetti ecc ecc qualcosa di eccessivo. Ma un Cardinale si deve vestire come tale. La cappamagna è ottima, non scherziamo.
Il resto dell'apparato non lo condivido nemmeno io, ma sicuramente meglio di bonghi e Kiko!

Seminarista ha detto...

invece di guardare alle pianete, agli ori, e chincaglierie varie...possiamo cercare di vivere il Vangelo di Cristo nel quotidiano? e smetterla di ''giocare a dir messa''?
La messa ''vera'' è la messa di Paolo VI.
L'unica messa che unisce una comunità attorno all'altare...o forse nell'ultima cena c'erano cappemagne etc..?
Impariamo a vivere pienamente la messa come comunità...invece di badare a questi fronzoli.

d.Vittorio ha detto...

caro seminarista... affranto,
porta un pò di rispetto per il grande card. Burke,ed evita di dire scemenze. Buon studio.
d. Vittorio

Anonimo ha detto...

Sia chiaro: nulla in contrario contro la forma straordinaria... e nulla in contrario contro la forma ordinaria del rito romano. Non credo che il Vaticano II debba intendersi come rigetto della tradizione nè che la tradizione passata sia stata travisata diabolicamente.
Si vuole celebrare in forma straordinaria? Lo si faccia pure, lo permette il motu proprio (al di là del pensiero new-theologically-oriented di qualche studioso seminarista ben informato sulle nuove implicazioni ecclesiologiche della liturgia... solo perchè ha seguito qualche corso).
Si vuole fare un carnevalata di sfarzo? Questo no, e occorre dirlo ad alta voce: mi sembra purtroppo che pontificali come questo rischino di far più male che bene alla causa della complementarietà liturgico-rituale delle due forme. E davvero rischino di allontanare ancor più molti fedeli dando senso di spreco e sfarzo teatrale (peraltro grottesco: alcuni sembravano usciti da un quadro secentesco).
E' pur vero, come asserite, che i paramenti di "nobile semplicità" alla Bortoloso/Pietrobon costano un occhio della testa, rispetto all'uso gratuito di preziosi paramenti antichi: ma andatelo spiegare a quanti frequentano semplicemente una chiesa ogni tanto.
Matteo

Anonimo ha detto...

NON CREDO CHE I PIZZI E I MERLETTI SIANO LA SOLUZIONE AI NOSTRI PROBLEMI CON IL RITO IN QUANTO TALE...ABBIAMO ANCORA TANTO DA IMPARARE DAI PADRI DEL MOVIMENTO LITURGICO. SICURAMENTE VOLGERE LO SGUARDO IN MODO NOSTALGICO ALLA LITURGIA PRECONCILIARE NON RIPORTERA' I FEDELI IN CHIESA...IL PROBLEMA è MOLTO PIù COMPLESSO E PROFONDO.

Anonimo ha detto...

La tradizione secolare della chiesa non deve essere mai calpestata perchè in essa è racchiusa la storia di due millenni e la saggezza dell'attempatezza è insostituibile. Non bisogna però neanche dimenticare che lo Spirito Santo ha illuminato la mente di Giovanni XXIII nell'indire un concilio e che il suo successore Paolo VI lo ha condotto a termine. Molti credono che il concilio avesse buone intenzioni e poi è sfugguto di manoa ai promotori,altri credono che il concilio sia stato interpretato male e distorto. Personalmente credo che le parola modernismo e la parola tradizionalismo siamno degli eccessi da mettere da parte. Bisognerebbe rieducare il popolo di Dio alla fede e ai comportamenti,alla preghiera e al timor di Dio ricominciando a formare i formatori- Ritengo che il rito tridentino sia ampiamente suerato e desueto pur essendo consapevole che la celebrazione della Santa Eucarestia sia il la cosa più importante che si celebra tra i riti. Il pontefice saggiamente ha dato la possibilità di celebrarre questo rito ma spesso se ne abusa,inoltre mi pare che molti vescovi e cardinali siano allineati solo per piacere al papa più che perchè credano realmente a questa tradizionalismo esagerato Non dimentichiamoci che la chiesa deve perseguire un unico scopo la salvezza delle anime al quale tutto deve tendere

Anonimo ha detto...

I concetti di fasto e lusso investono la sfera privata, ma sono del tutto fuori luogo quando si verte in campo liturgico.
Non lo dico io, lo disse Nostro Signore Gesù Cristo replicando a Giuda Iscariota che si scandalizzava per il profumo di nardo diffuso sul suo capo.
Quelle parole segnano il discrimine tra quanti vivono sobriamente ma desiderano esprimere il loro amore per Nostro Signore, e quanti invece fraintendono questi concetti, cercando di imporre (riuscendoci) squallore alle chiese e alla liturgia, magari vivendo sopra le righe nella loro vita privata.

Paolo V. ha detto...

Leggo con disappunto i commenti di questi modernisti da dialogo interreligioso che senza dire niente riguardo la liturgia del rito pontificale si fissano sulla presunta ricchezza dei vestimenti senza conoscerne poi neanche il significato.
Non sarebbe più interssante discutere di questo piuttosto ?
Vedo che queste persone, seminaristi o quant'altro si reputino di essere non hanno neppure il coraggio di firmarsi che però trovano quando si soffermano su interpretazioni freudian-sindacaliste circa la sobrietà degli abiti lasciandosi andare, secondo il loro costume a delle insolenze; perché non si soffermano a spiegarci il significato di quella liturgia ? mossa per mossa naturalmente poiché nulla della antica messa era lasciato al caso, non un gesto non una parola non un colore.
Niente da fare; il loro problema è lo "sfarzo" non il significato teologico che potevano avere (che hanno) quei paramenti sacri.
La loro povertà intellettuale gli fa pure dire che sarebbe "roba da museo" !!; ma perchè non vanno a fare i critici di moda invece di occuparsi di liturgia ? Pierre Cardin gli ha già detto che neanche quello fa per loro ?
Se avessero un briciolo umiltà (che è una facoltà dell'intelligenza) si porrebbero delle domande cercherebbero di "capire" (mi ripeto: con umiltà) e magari chiederebbero al Card. Burke o qualcun altro il perchè della necessità di una messa Pontificale e quale il suo significato; ma naturalmente sanno già tutto, magari conoscono bene anche le sure di maometto.
Quale sarebbe,chiedo a loro, la necessità di non seguire la Tradizione Cattolica ?
Ne sanno più loro dei maestri cerimonieri che per secoli hanno preparato Papi e Vescovi e Cardinali ? di S.Ambrogio e la messa istituita da Lui?
Naturalmente si.

I loro sono solo problemi freudiani poichè non sanno accettare ne capire qualcosa che per loro ha solo un valore venale mentre il suo immenso valore è ben altro; a questi le risposte alle loro obbiezioni le può dare solo la psicanalisi e non la teologia o la liturgia.
Dicono che tutti questi lussi non rispecchiano la semplicità del Cristo, e quindi dopo 2000 anni di "errori" ci pensano loro a sistemare le cose per fortuna.
Cosa volete che ne capissero S.Tomaso e S.Domenico quando adattarono la messa alle esigenze liturgiche del loro ordine o S.Benedetto col suo Gregoriano.
Andiamo a sentire cosa dice calvino e lutero che si sono reinventati una religione e in più l'ultimo ci ha pure dato un bell'esempio da seguire impiccandosi dopo una notte di bagordi.
Persino questi a differenza di loro sono ligi alle regole dell'abbigliamento.

Personalmente non conosco molto i significati della liturgia ma preferisco seguire le consolidate regole della normale liturgia, quella Tradizionale, le stramberie le lascio volentieri a coloro che hanno voglia di provare il "diverso".
Mi attengo all'obbedienza alla Tradizione Cattolica, concetto che era parte fondamentale della Regula di S. Benedetto (vedi sotto) e durante la messa mi concentro sulla preghiera e non a calcolare il valore della pelliccia d'ermellino o contare le perline dell'abito del celebrante che lascio volentieri fare ai nuovi teologi.

Cordiali saluti

Paolo

P.S. per i "seminaristi" modernisti etc. etc. etc. etc.

-parlate di orpelli lusso e sfarzo, ma forse non vi siete accorti che questa è una messa Pontificale e non striscia la notizia lì un abbigliamento "minimalista" ha un senso di essere, almeno per quanto riguarda le veline.

-Lo studente del S.Anselmo dovrebbe andare anche a leggersi la Regula dove dice che tutto è fondato sull'obbedienza, ovvero sulla Tradizione; lascio a lui collegare logicamente le due cose e francamente penso che là non gliel'abbiano spiegato ... o forse è troppo antica anche l'obbedienza

la voce della tua coscienza ha detto...

Ma gli apostoli e la chiesa dei primi cristiani, non si perdevano in queste sciocchezze coreografiche, ma si preoccupavano di vivere il Vangelo, queste manie di grandezza nacquero solo per gareggiare contro il potere politico del sovrano di turno, oggi serebbe impensabile e direi anche ridicolo. Pertanto io ho costatato che queste forme di barocchismo, sono sinonimo di mancanza di valori evangelici o di gente frustrate di manie patologiche di grandezza, difficilmente guaribili.
Prego il Signore per la vostra conversione contro queste vanità, che sono peccato davanti agli occhi di Dio, e a dedicarsi a cose più serie di queste egregie SCIOCCHEZZE.
Un saluto a tutti quanti, chi vuole accogliere questo invito, lo faccia, altrimenti, siate felici lo stesso.

Anonimo ha detto...

E' bello da vedere solo paragonandolo alle rivisitazioni storiche medievali che si fanno in molti paesi, ma solo dal lato appunto storico. per il resto se si intende invece così la religione, la cosa mi infastidisce e parecchio....siamo lontanissimi dalla freschezza e semplicità del nuovo papa

Anonimo ha detto...

"Freschezza... semplicità..." quanta vuota retorica. Ora abbiamo anche il Papa "fresco". Che tristezza queste frasette insulse che vanno tanto di moda nelle nostre chiese tutte "volemosse bene ggente".

Anonimo ha detto...

Hanno stancato questi cagnetti del papa argentero. Tutti a scodinzolare, tutti a sbavare dietro alle cavolate giornaliere che spuntano in Vaticano, che siano del argentero o dei suoi scagnozzi. Adesso è FRESCO. Fa tanto ridere. Tanto. Soprattutto se pensiamo che tra 30 anni gli unici vescovi rimasti saranno quelli come il cardinale Burke, con cappamagna e pizzetteria. Perché alla fine i progressisti tendono solo al suicidio. Gli unici giovani che si avvicinano alla chiesa, al culto e alla fine alla FEDE sono tutti CONSERVATORI e della peggior specie. Quindi GRILLO AUGé E COMPAGNIA possono anche andare a vangare l'orto.

Alberto C. ha detto...

Una chiesa povera per i poveri.
Gesù Cristo non è venuto in vesti ricamate d'oro.
Solo partendo dall'essere esempio la Chiesa può riscoprire le sue radici.
Personalmente credo che una S. Messa possa essere ben celebrata nell'essenzialità.
Glorificare Dio con canti ( non tramite cori pagati) che siano di vera preghiera e vengano dal cuore. Chi canta prega due volte, e lo scopo del coro deve essere quello di coinvolgere l'assemblea nel canto non nel fare un concerto a cui gli altri assistano.
Lo ammetto non so il significato degli abiti usati in tale celebrazione, ma ricordiamo che la S.Messa viene concelebrata dai parrocchiani non solo dai parroci e in questo caso dal principe/cardinale concetto troppo ribadito e che stona a mio parere con l'essere Chiesa. Ma ripeto non so il significato di questi segni particolari, e di questo vestiario.
Sarà ma lavanda dei piedi dopo l'ultima cena a me ha sempre fatto pensare al servizio, quindi l'idea e il concetto di cardinale/principe va in conflitto con ciò.
Inoltre ricordo male o tramite il battesimo e la cresima siamo diventati sacerdoti, re e profeta?
Riscopriamo l'essere sacerdoti e profeti, portando il vangelo tutti i giorni e nella quotidianità e non vivendo nei fasti passati.
Personalmente da ragazzo impegnato in parrocchia preferirei meno fasti e una chiesa più impegnata nella carità. Ed è l'essenzialità che aiuta la carità. Perchè prima viene la carità e con essa le necessità dei più poveri.
Preferisco una S. Messa ben partecipata nella semplicità che non nella sfarzosità.
E una messa ben vissuta nell'ordinarietà e non nella straordinarietà.
Preferisco siano i ragazzi a celebrare la messa tramite canti, letture, accompagnando i momenti importanti della celebrazione.
Sono loro i sacerdoti re e profeti che dobbiamo far riavvicinare alla Chiesa. E' a loro che dobbiamo rivolgerci anche non solo ai nostalgici.

Anonimo ha detto...

"la S.Messa viene concelebrata dai parrocchiani"... "tramite il battesimo e la cresima siamo diventati sacerdoti"... "Preferisco siano i ragazzi a celebrare la messa"...
Domanda (non provocatoria): Com'è possibile che un ragazzo che si definisce impegnato in parrocchia sia così confuso tra sacerdozio ministeriale e sacerdozio universale, ignorandone le differenze? Come è possibile instaurare un dialogo se persino i fondamenti della Chiesa cattolica sono stati così annacquati dalla logica del "secondo me"?
A me sembra che invece che verso la Chiesa della semplicità si stia andando verso la Chiesa della totale inconsapevolezza, una Chiesa piena di parole vuote, dove persino la parola di Dio assume significati che nulla hanno a che fare con Cristo e con il mistero della sua morte e risurrezione.

Anonimo ha detto...

"la S.Messa viene concelebrata dai parrocchiani"... come prete mi sento venire i brividi anche solo a sentire queste parole... Ricordo, per chi non lo sapesse, che nel Messale cosiddetto del Novus Ordo c'è una parte per la celebrazione senza popolo (cioè prete e ministro) quindi la "faccenda" della concelebrazione dei parrocchiani è un GROSSISSIMO errore...

Anonimo ha detto...

Ma da quando il popolo è diventato concelebrante???

Anonimo ha detto...

Poveretto sto cardinale Burk, avrebbe dovuto nascere nel medio evo, é completamente fuori epoca...
dovrebbe prendere l'esempio da Papa Francesco...
Per fortuna che sto tipo non é diventato papa, sarebbe stato un tuffo nel passato....

Maria Goretti ha detto...

Il cardinale Burke è venuto al mondo nel tempo certo, nel tempo di evidenziare che la stessa Chiesa del medio evo è viva oggi.

Anonimo ha detto...

Ecco qua, segnalatelo ai vostri padrini: http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/riccardi-francesco-francisco-francis-32804/
Viva il Papa!

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