Uno sguardo veneto sulla Liturgia, musica e arte sacra, le attualità romane e le novità dalle terre della Serenissima.
Sul solco della continuità alla luce della Tradizione.

Una Messa da Requiem per l'Arciepiscopo

L'Arcivescovo di Salisburgo Sigmund III Christoph von Schrattenbach

Sconfiniamo in suolo austriaco, alla scoperta di un pezzo di storia della musica sacra dimenticata, perchè se il Requiem di Wolfgang Amadeus Mozart sbanca ancora le hits della "musica classica", quello di Michael Haydn può vantare il perfetto contrario. Eppure la fascinosa opera incompiuta del Mozart sarebbe di certo ben diversa senza quella Missa pro defunctis composta dal Maestro di Cappella salisburghese fratello minore del più illustre Joseph.

Johann Michael Haydn
La Missa pro defuncto Archiepiscopo Sigismondo in Do minore (Requiem MH155 secondo il catalogo musicale) fu composta in seguito alla morte dell'Arcivescovo di Salisburgo Sigmund III Christoph von Schrattenbach avvenuta il 16 dicembre 1771. Haydn completò il Requiem con il Communio qualche settimana dopo la morte dell'Arcivescovo, datando la partitura "SDG (Soli Deo Gloria) Salisburgi 31 Dicembre 1771". Sicuramente la composizione risentì del grave lutto che colpì Michael Haydn all'inizio dello stesso anno, con la perdita della figlia minore Aloisia Josefa. L'organico, adatto alle fastose cantorie della Cattedrale di Salisburgo prevedeva "soli e coro, coppia di fagotti, quattro trombe in do, tre tromboni, timpani, archi e basso continuo".


« Requiem aeternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis. Te decet hymnus Deus, in Sion, et tibi reddetur votum in Ierusalem. Exaudi orationem meam; ad te omnis caro veniet. »
« L'eterno riposo dona loro, Signore, e splenda ad essi la luce perpetua. Si innalzi un inno a te, o Dio, in Sion, a te si sciolga il voto in Gerusalemme; esaudisci la mia preghiera, a te viene ogni mortale. »
Kyrie

« Dies irae, dies illa solvet saeclum in favilla, teste David cum Sybilla. Quantus tremor est futurus, quando judex est venturus, cuncta stricte discussurus. »
« Giorno d'ira, quel giorno distruggerà il mondo nel fuoco, come affermano Davide e la Sibilla. Quanto terrore ci sarà, quando verrà il giudice, per giudicare ogni cosa. » 

« Rex tremendae maiestatis, qui salvandos salvas gratis, salva me, fons pietatis. »
« Re di tremenda maestà, tu che salvi per tua grazia, salva me, o fonte di pietà. »

« Recordare Jesu pie, quod sum causa tuae viae, ne me perdas illa die. Quaerens me sedisti lassus, redemisti crucem passus; tantus labor non sit cassus. Juste judex ultionis, donum fac remissionis ante diem rationis. Ingemisco tamquam reus, culpa rubet vultus meus: supplicanti parce, Deus. Qui Mariam absolvisti, et latronem exaudisti, mihi quoque spem dedisti. Preces meae non sunt dignae, sed tu, bonus, fac benigne, ne perenni cremer igne. Inter oves locum praesta, et ab haedis me sequestra, statuens in parte dextra. »
« Ricordati, o Gesù buono, che sono il motivo della tua via, non perdermi, in quel giorno. Cercandomi ti sedesti stanco, mi hai salvato morendo in croce; fa' che tanta fatica non sia inutile. O giudice che punisci giustamente, donami la remissione dei peccati prima del giorno del giudizio. Piango perché sono colpevole, il mio volto arrossisce per la colpa: risparmia chi ti supplica, o Dio. Tu che hai assolto Maria Maddalena, e hai esaudito il ladrone, hai dato speranza anche a me. Le mie preghiere non sono degne, ma tu, buono, fa benignamente, che io non bruci nel fuoco eterno. Dammi un posto tra gli agnelli, allontanami dai capri, ponendomi alla tua destra. »
« Confutatis maledictis, flammis acribus addictis, voca me cum benedictis. Oro supplex et acclinis, cor contritum quasi cinis, gere curam mei finis. »
« Condannati i maledetti, gettati nelle vive fiamme, chiama me tra i benedetti. Prego supplice e prostrato, il cuore contrito come cenere, abbi cura della mia sorte. »
 « Lacrimosa dies illa, qua resurget ex favilla judicandus homo reus. Huic ergo parce, Deus. Pie Jesu Domine, dona eis requiem! Amen! »
« Giorno di lacrime, quel giorno, quando risorgerà dal fuoco l'uomo reo per essere giudicato. Ma tu risparmialo, o Dio. Signore Gesù buono, dona loro riposo! Amen! »
 
« Domine, Iesu Christe, Rex gloriae, libera animas omnium fidelium defunctorum de poenis inferni et de profundo lacu. Libera eas de ore leonis, ne absorbeat eas tartarus, ne cadant in obscurum; sed signifer sanctus Michael repraesentet eas in lucem sanctam, quam olim Abrahae promisisti et semini eius. »
« Signore Gesù Cristo! Re di gloria! Libera le anime di tutti i fedeli defunti dalle pene dell'inferno e dalla fossa profonda! Liberale dalla bocca del leone, affinché non vengano inghiottite dal Tartaro, e non cadano nell'oscurità: ma l'alfiere san Michele le porti nella luce santa, che un tempo hai promesso ad Abramo e alla sua stirpe. »


« Hostias et preces tibi, Domine, laudis offerimus; tu suscipe pro animabus illis, quarum hodie memoriam facimus. Fac eas, Domine, de morte transire ad vitam. Quam olim Abrahae promisisti et semini eius. »
« A te, o Signore, offerte e preghiere offriamo con lodi. Ricevile in favore di quelle anime, delle quali oggi facciamo memoria: falle, o Signore, passare dalla morte alla vita, che un tempo hai promesso ad Abramo e alla sua stirpe. »
Sanctus
Benedictus

   Agnus Dei (in Missis Defunctorum)
« Lux aeterna luceat eis, Domine, cum sanctis tuis in aeternum, quia pius es. Requiem aeternam dona eis, Domine; et lux perpetua luceat eis
«  Splenda ad essi la luce perpetua, Signore, con i tuoi santi in eterno, poiché tu sei pietoso. L'eterno riposo dona loro, Signore, e splenda ad essi la luce perpetua.»


Il movimento di apertura, Requiem Aeternam, mostra un rimarcabile senso strutturale e della sonorità. Nel momento del Te decet hymnus Michael Haydn assegna alla parte acuta del coro un canto gregoriano; al Christe eleison il coro e solisti entrano in dialogo antifonale e poi il contralto emerge in una sezione più drammatica, introdotta dal Mors stupebit del soprano; il Ricordare Jesu Pie introduce il tenore con una tonalità maggiore, indi lo Juste iudex, completato da un lamentoso Ingemisco ed un lirico Confutatis Maledictis del basso; spogli accenti punteggiano il Confutatis e il soave Oro supplex. Una stupefacente similarità tra Haydn e Mozart sta nel ritmo del motivo Lacrimosa chiuso da un esteso Amen, che è il movimento più lungo del Requiem. Il tenore ritorna con il Domine Jesu in dialogo con il coro; le armonie di questo scivolano inesorabilmente verso un abisso dal quale il basso solista proclama il suo grido di liberazione che prelude al Sed Signifer Sanctus del soprano. La fuga Quam olim Abrahe mostra una sorprendente analogia ritmica di Haydn con quella dei fugati del Requiem mozartiano. Il Sanctus ritorna alla grandezza del movimento di apertura, con una maestosa introduzione protesa verso l’Osanna che procede nel culminante Benedictus, in quest’opera il brano più rappresentativo dello stile venato di classicismo di Michael Haydn; una elegante solennità ritorna con l’Agnus Dei con le accorate richieste di pace del coro in un crescendo di religioso fervore: la discesa verso la Lux Aeterna è corredata di pagine musicali gestite magnificamente. Il vigoroso Cum Sanctis Tuis offre la sensazione un’ottimistica weltanschaung, sottolineata da un nobile procedere della parte del basso; la richiesta della pace eterna allude ad una visione paradisiaca attraverso un gentile accompagnamento degli archi che sfocia in una progressione nel Cum Sanctis Tuis: qui Dio misericordioso promette la redenzione e su tutto prevale un solenne, illuministico ottimismo. Non crediamo di essere lontani dal vero additando il Requiem di Michael Haydn come uno degli antecedenti più certi di quello mozartiano.
Andrea Zepponi

Il Requiem fu eseguito solennemente a più Messe pro defuncto Archiepiscopo, a partire dal gennaio 1772, in un Salzburger Dom bardato a lutto. Alle prime tre esecuzioni erano presenti i Mozart: mentre Leopold si preoccupava di distruggere la reputazione del Kapellmeister accusandolo di stare all'organo del tutto ubriaco alle Messe Alte, il figlio Amadeus rimaneva ad ascoltare. Vent'anni dopo comporrà la sua grande Messa da Requiem, incompiuta.

La cupola del Salzburger Dom dipinta da Donato Mascagni e Ignazio Solari

Recentemente, tra le volte della Cattedrale di Santo Stefano in Vienna, ai solenni Funerali dell'Arciduca Otto d'Asburgo presieduti dal Cardinale Christoph Schönborn, ha riverberato la bella musica del Requiem di Michael Haydn, quasi a compimento della storia austriaca, dei suoi compositori e dei suoi Principi (vescovi).



testo di A. Zepponi da fenice.org
immagini da g.immage, wikipedia

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Che musica sublime, ai funerali di Otto d' Austria. Non sono riuscito a trattanere le lacrime all'ingresso dei prelati: la chiesa cattolica!

Exaudi orationem meam; ad te omnis caro veniet!

Pastor Angelicus ha detto...

Anch'io da tempo non riesco a trattenere le mie lacrime. Per me non c'era bisogno di ascoltare il Requiem. Possiamo eseguirlo all'ingresso del nuovo Patriarca? Perché sará la pietra tombale sulla chiesa di Venezia, che definitivamente annegherà nel mare della sua boassa, ehm scusate volevo dire scoassa, ma adesso che ci penso anche boassa è appropriato. Solo un nome si salverebbe, comincia per G.

Anonimo ha detto...

El gavea rason el Sior Mosart, el Sior Aidin el jera un imbriagon!

Anonimo ha detto...

Grazie! Magnifico Requiem.

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