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Storie di ordinaria contabilità: i Croati non mollano



La saga continua...

Il ministro della Giustizia croato ha annunciato di aver approvato delle misure che impediranno al Vaticano di restituire un monastero e un'area sulla costa adriatica ad una Abbazia benedettina, ordinando di fatto la restituzione dell'immobile allo Stato croato. Il ministro ha annullato diverse decisioni adottate dalle autorita' locali tra il 1997 e il 2002, che approvarono l'assegnazione di queste proprieta', valutate dalla stampa croata circa 30 milioni di euro, alla Chiesa cattolica croata. 
''Questa decisione del Dipartimento di Giustizia - spiega una nota del ministero - consentira' alla Croazia di ritornare in possesso del bene''.Il convento di Dajla, risalente al 18* secolo, situato in Istria, una regione della parte occidentale della Croazia che e' stata italiana fino alla seconda guerra mondiale, e' diventato recentemente oggetto della discordia tra il Vaticano e la Croazia cattolica. Si tratta di proprieta' che appartenevano all'Abbazia benedettina di Praglia, che si trova nel nord Italia, che erano state espropriate dopo la seconda guerra mondiale dal regime del leader jugoslavo Josip Broz Tito. 
Nel dicembre dello scorso anno, una commissione speciale istituita da papa Benedetto XVI aveva ordinato alla diocesi croata di restituire la proprieta' ai benedettini e di pagare sei milioni di euro di compensazione. Il vescovo locale croato Ivan Milovan, ha protestato contro la decisione della commissione del Vaticano e ha chiesto alle autorita' di Zagabria di essere coinvolte nel contenzioso.

ASCA
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Dichiarazione di padre Lombardi sulle notizie relative alla restituzione di beni alla Parrocchia di Dajla in Croazia

Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, rispondendo a domande dei giornalisti, è intervenuto oggi sulle notizie circa un annullamento o “costatazione di nullità”, da parte del Ministero della Giustizia croato, di decisioni già approvate negli anni scorsi dall’Ufficio di amministrazione statale nella Regione istriana di Buie sulle restituzioni di beni alla Parrocchia di Dajla. Si tratta di una controversia, di cui abbiamo già parlato nei giorni scorsi, tra la Diocesi di Parenzo e Pola, in Croazia, e il Monastero Benedettino di Praglia, in Italia.

Tali notizie – afferma padre Lombardi – “suscitano vivo stupore, sia per la straordinarietà della decisione adottata e perché il Primo Ministro croato aveva manifestato l’intenzione di affrontare in spirito di collaborazione un problema che sta a cuore sia alla Croazia sia alla Santa Sede, sia perché un tale modo di procedere non sembra coerente con il principio fondamentale della certezza del diritto. Ovviamente – conclude il direttore della Sala Stampa - sarà doveroso dare ai soggetti interessati la possibilità di una verifica di questo provvedimento nelle sedi opportune”.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

... come volevasi dimostrare. In Croazia sono ancora dediti al brigantaggio come i loro antenati. L'odierna decisione scardina impunemente i principi del diritto e pone l'arbitrio come punto risolutivo della controversia. Questa gente vuole entrare in Europa e si comporta come una banda di ladri ... bene, vedremo se l'Europa alzerà la voce contro questi incivili che hanno del Diritto lo stesso concetto di quanto ne potesse avere Attila. Ci vorrebbe un novello Pietro II Orseolo contro i pirati narentani, ad assumere di nuovo il titolo di Dux Dalmatiae ... che gentaglia!

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