Uno sguardo veneto sulla Liturgia, musica e arte sacra, le attualità romane e le novità dalle terre della Serenissima.
Sul solco della continuità alla luce della Tradizione.

L'opera d'arte "totale"

Gli organi e le cantorie battenti della Basilica di Santa Giustina in Padova
Raramente nella storia delle due arti, musica e architettura si fusero con tanta felicità quanto nella pratica policorale del Cinquecento veneziano, la prassi di spezzare il discorso musicale distribuendolo tra gruppi musicali -corali, solistici o strumentali che fossero- acusticamente distanti. Vorremmo scomodare un termine wagneriano, Gesamtkunstwerk, ossia "opera d’arte totale", per descrivere come in questa pratica l’immersione della musica nello spazio architettonico converse verso un tutt’uno superiore alla somma dei singoli componenti. La composizione in cori battenti trasse inizio e giustificazione dalla grandiosa architettura cui era commisurata; allo stesso tempo valorizzava, rendeva acusticamente apprezzabile l’ambiente per il quale era concepita. La risposta dei cori è un concretizzarsi dell’acustica delle ampie chiese, con i suoi lunghi riverberi. Avvolgere il fedele in una sacralità fatta di spazio e di ambiente sonoro, entrambi creati dagli uomini, ma entrambi superiori alle capacità percettive del singolo: questa è "l’opera d’arte totale" del Rinascimento.



Psalmus CXXVI


Nisi Dominus aedificaverit domum, in vanum laboraverunt qui aedificant eam.
Nisi Dominus custodierit civitatem, frustra vigilat qui custodit eam.
Vanum est vobis ante lucem surgere; surgite postquam sederitis, qui manducatis panem doloris
Cum dederit dilectis suis somnum; ecce hereditas Domini, filii: merces fructus ventris.
Sicut sagittae in manu potentis, ita filii excussorum.
Beatus vir qui implevit desiderium suum ex ipsis; non confundetur cum loquetur inimicis suis in porta.
Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto.
Sicut erat in principio et nunc et semper,
et in saecula saeculorum.
Amen.
Salmo 126

Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori.
Se il Signore non custodisce la città, invano veglia il custode.
Invano vi alzate di buon mattino, tardi andate a riposare e mangiate pane di sudore:
il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno.
Ecco, dono del Signore sono i figli, è sua grazia il frutto del grembo.
Come frecce in mano a un eroe sono i figli della giovinezza.
Beato l'uomo che ne ha piena la faretra: non resterà confuso quando verrà a trattare
alla porta con i propri nemici.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, nei secoli dei secoli.
Amen.

immagine Flickr
testo de Associazione Festival Galuppi

2 commenti:

Anonimo ha detto...

STRAORDINARIO.

Anonimo ha detto...

E' vero Monteverdi così come tutti i compositori della scuola veneziana hanno sempre stupito per l'immensità delle loro composizioni a cori battenti in 15 20 voci...video molto interessante....lo farò vedere ai miei alunni a scuola quando parlerò della scuola
veneziana...grazie a chi ci ha proposto questo bel video...ma in S. Marco ?

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