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Vaticano, altro colpo alla terza loggia



Sperando sia l'ultimo.

di Andrea Tornielli (per Vatican Insider)
La vera notizia dell’appunto, autentico ma decisamente sconclusionato, riguardante il presunto «complotto delittuoso» ai danni del Papa non sta nei suoi contenuti, che fanno sorridere, quanto nel fatto che un testo inviato da un cardinale sul tavolo di Benedetto XVI, arrivi, di lì a qualche giorno, sulle pagine di un giornale. E che ciò avvenga dopo settimane di rivelazioni che hanno visto uscire dai sacri palazzi, ormai ridotti a un colabrodo, di tutto e di più. Segno ormai evidente di una lotta intestina che si sta combattendo Oltretevere in vista di un possibile cambio ai vertici della Segreteria di Stato e anche del futuro conclave.
Sono state divulgate prima le lettere, riservatissime, dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, l’ex segretario generale del Governatorato oggi nunzio negli Usa che a metà del 2011 scrisse al Papa e al Segretario di Stato Tarcisio Bertonedenunciando episodi di «corruzione» nella gestione degli appalti in Vaticano. Gli ambienti bertoniani hanno cercato di attribuire la responsabilità di questa fuga di documenti allo stesso Viganò. Ma a finire nel circuito mediatico erano stati anche altri documenti, come un promemoria riservato riguardante lo IOR e da ultimo l’appunto pubblicato ieri da «Il Fatto Quotidiano», che è arrivato in Vaticano quando Viganò era già negli Usa. I suoi contenuti sono stati liquidati come «farneticazioni» dal portavoce padre Federico Lombardi.
Il cardinale Paolo Romeo, citato come fonte delle notizie sul presunto complotto, avrebbe parlato della morte imminente del Papa durante un viaggio in Cina e sarebbero stati i suoi interlocutori pechinesi a dedurre dalle sue parole sulla prossima fine di Benedetto XVI come prova dell’esistenza di un progetto per assassinarlo, lasciando così il posto al successore designato, Angelo Scola. Leggendo l’appunto, ci si rende conto subito di quanto sia strampalato: Romeo avrebbe presentato se stesso come uomo chiave dei rapporti tra Vaticano-Cina (notizia della quale la stessa Santa Sede è all’oscuro), e avrebbe pure detto di essere, insieme a Scola, uno dei porporati consultati più spesso dal Pontefice per le decisioni importanti (circostanza a quanto pare ignota allo stesso Ratzinger).
Certo, stupisce che un altro cardinale, il colombiano Darío Castrillón Hoyos, già Prefetto del clero, abbia dato credito a questa nota pasticciata e confusa, e il 13 gennaio nel corso di un’udienza abbia trasmesso al Pontefice una pagina che pare riecheggiare thriller fanta-vaticano "Il giorno del giudizio" scritto da Lucio Brunelli e Alver Metalli e pubblicato qualche mese fa.
Dopo il 2009, l’annus horribilis dello scivolone della revoca della scomunica ai vescovi lefebvriani, avvenuta in concomitanza con la pubblicazione dell’intervista negazionista sulle camere a gas di uno di questi, Richard Williamson, e dopo l’anno degli scandali della pedofilia, il 2012 sembra iniziare sotto il segno della fuga di documenti: non deve sfuggire che il prossimo dicembre il Segretario di Stato compirà 78 anni, tre in più rispetto all’età della pensione. A 78 anni lasciò la Segreteria di Stato il suo predecessore Angelo Sodano, il quale aveva sconsigliato per iscritto Bertone di accettare l’incarico. È noto che tre anni fa, dopo il caso Williamson, diversi autorevoli cardinali chiesero a Benedetto XVI di dimissionare il suo «primo ministro». Il Papa aveva chiesto a Bertone di viaggiare e di esternare di meno, ma gli aveva rinnovato la fiducia, tenendolo accanto a sé. E non sembrano all’ordine del giorno cambiamenti, anche se gli ultimi mesi non sono stati facili: la tentata e fallita scalata del Toniolo, cassaforte della Cattolica, il caso Viganò, il tentato e altrettanto fallito acquisto dell’ospedale San Raffaele.
Vicende che hanno visto protagonisti alcuni dei collaboratori laici più vicini a Bertone, dal manager della sanitàGiuseppe Profiti al direttore di Rai Vaticano Marco Simeon, e che hanno lasciato il segno. La ruggine tra la vecchia e la nuova guardia nella Segreteria di Stato – «cabina di regia» della curia romana che talvolta appare senza registi – è quanto mai evidente. Anonimi e «corvi» pullulano, lettere riservate escono. Sullo sfondo, si comincia a parlare della successione al Soglio. L'appunto di ieri, presentandolo già come successore designato, potrebbe ritorcersi anche contro il cardinale Scola.

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