di Alessandro Speciale per Vatican Insider
“Non penso che ci saranno ancora nuovi colloqui”: ad annunciare quella che potrebbe essere la parola fine del dialogo in corso da anni tra il Vaticano e la lefebvriana Fraternità Sacerdotale San Pio X è il nuovo prefetto della congregazione per la Dottrina della fede, monsignor Gerhard Mueller, in un un'intervista alla radio tedesca Norddeutscher Rundfunk (Ndr) che andrà in onda sabato prossimo. I contenuti dell'intervista sono stati anticipati dalla stessa testata in un comunicato.
Secondo Mueller, chiamato in luglio da papa Benedetto XVI a sostituire il cardinale americano William J. Levada nel posto che per un quarto di secolo era stato il suo, per il Vaticano la Fraternità lefebvriana “non è un partner di trattativa, perché sulla fede non ci sono trattative”. “Non ci possono essere riduzioni della fede cattolica, tanto più se formulata validamente dal Concilio vaticano II", ha aggiunto il futuro porporato.
I lefebvriani rifiutano alcune delle riforme-chiave del Concilio su temi come l'ecumenismo, la libertà religiosa e il rapporto con le altre religioni. “Il Concilio vaticano II – chiarisce Mueller a Ndr – non è in opposizione alla tradizione della Chiesa, al massimo è in opposizione ad alcune false interpretazioni della fede cattolica”.
Di qui la prospettiva sulla possibilità di continuare il dialogo: “Non possiamo abbandonare la fede cattolica, in questi negoziati... Su questo non ci saranno compromessi... non penso che ci saranno nuove discussioni”.
I lefebvriani devono ancora inviare una risposta ufficiale alla versione definitiva del “Preambolo dottrinale” presentato loro dalla Santa Sede come precondizione per il ritorno nella piena comunione della Chiesa. Ma le notizie trapelate negli ultimi mesi dagli ambiti della Fraternità fanno pensare ad una comunità profondamente divisa e orientata a rifiutare la riconciliazione offerta da Roma.
Anche in un'altra intervista, in due parti, al settimanale cattolico statunitense National Catholic Register, Mueller affronta in dettaglio i temi del dialogo con i lefebvriani. La Fraternità, spiega il prefetto dell'ex-Sant'Uffizio, “deve accettare la dottrina completa della Chiesa Cattolica: la professione di fede, il Credo e anche il magistero papale autenticamente interpretato. Questo è necessario”. Inoltre, aggiunge, “devono accettare qualche forma di sviluppo nella liturgia. Il Santo Padre ha riconosciuto il valore perenne della forma straordinaria della liturgia (la messa tridentina, ndr), ma la devono anche accettare che la nuova forma ordinaria della liturgia, sviluppata dopo il Concilio, è valida e legittima”.
Nell'intervista al National Catholic Register, ad una domanda sulla prospettiva del dialogo con la Fraternità, Mueller risponde di essere “sempre fiducioso nella nostra fede e ottimista. Dobbiamo pregare perché ci sia buona volontà e unità nella Chiesa”.
Nel caso di una riconciliazione, i lefebvriani potrebbero dare il loro contributo alla Chiesa “sottolineando cos'è la tradizione”. Ma, aggiunge, “devono anche diventare più ampi nella loro prospettiva, perché la tradizione apostolica della Chiesa non riguarda solo alcuni pochi elementi. La tradizione della Chiesa è grande e ampia”. Mueller rifiuta però l'ipotesi che l'apporto dei tradizionalisti possa aiutare la Chiesa a sanare alcuni dei presunti “abusi”, liturgici e dottrinali, che sarebbero seguiti al Concilio: “Non è il loro compito, ma il nostro. Un estremo non può essere l'equivalente di un altro. Gli estremi vanno corretti al centro”.
1 commento:
Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella perduta? Se gli riesce di trovarla, in verità vi dico, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli.
ALMENO FELLAY TORNI CON LA CHIESA! IL PONTEFICE MUOVA SCOMUNICA CONTRO QUESTI CALUNNIATORI!
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