Uno sguardo veneto sulla Liturgia, musica e arte sacra, le attualità romane e le novità dalle terre della Serenissima.
Sul solco della continuità alla luce della Tradizione.

Splendori patavini: Vallotti e le Lamentazioni





Praticamente sconosciuto hai più, Fra Francesco Antonio Vallotti fu compositore e teorico musicale assai illustre ai suoi tempi, tanto da richiamare a Padova, ove lavorava come Maestro della Cappella Musicale della Basilica di Sant'Antonio, anche i Mozart, lanciati nel loro tour italiano. Nato a Vercelli nel 1697 passò gran parte della sua vita tra le splendide cantorie della Basilica e le celle del Convento del Santo. Autore di una vastissima raccolta di musica sacra, questa è conservata negli archivi della Cappella Musicale e  gelosamente custoditi tra gli splendidi scaffali della Pontificia Biblioteca Antoniana. Oggi, grazie al Centro Studi Antoniani è possibile accedere al vasto catalogo musicale di Fra Vallotti. 

"Vallotti, oltre ad aver detto che la sua teoria è scientifica, ha anche detto che la musica scientifica è la base della pratica ben regolata. (..) Vallotti è convinto che di fronte a qualsiasi dissonanza può stare l'intero accordo consonante, compresa la nota sulla quale deve risolvere. Vallotti applica questa dottrina, questa regola ma a modo suo (?) Poi vi sono i privilegi goduti da quella settima minore (?) la quale è di natura ambigua, né consonanza né perfetta e vera dissonanza. Da questa dottrina dei privilegi goduti dalla settima minore derivano moltissime conseguenze, tanti accordi del tipo di quelli dell'Ave verum corpus di Mozart (?) passare da consonanza a dissonanza senza muoversi ecc. E'un'estetica propria, non romantica, che merita ogni interesse e porta a scoprire che Vallotti non era un altro Bach, un altro Tartini o Vivaldi; era l'originale e unico Vallotti" 
prof. Mark Lindley 
Proponiamo dunque la "Lezione II per il Venerdì Santo" per violoncello, basso continuo e alto, parte della serie di Lamentazioni della Settimana Santa composte e probabilmente eseguite in Basilica nel 1740:






Sino alla Riforma Liturgica del Concilio Vaticano II la lettura di questi cinque poemi "Lamentazioni",veniva proposta durante la Settimana Santa nell'ufficio notturno del Breviario. I poemi descrivono la desolazione vissuta dal popolo ebraico, il loro lamento sulle rovine della Gerusalemme distrutta, come i cristiani lamentano la Passione di Gesù Cristo. Una tradizione del II sec. le attribuisce a Geremia, ma verosimilmente furono composte dopo la distruzione del 587 a.C.

1 commento:

Piero ha detto...

Ragazzi, volevo farvi i complimenti per il vs blog che sembra un canto d'amore per la liturgia romana sia essa in forma ordinaria che extra-ordinaria. Spero possiamo leggerci per molto tempo. Piero

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