Uno sguardo veneto sulla Liturgia, musica e arte sacra, le attualità romane e le novità dalle terre della Serenissima.
Sul solco della continuità alla luce della Tradizione.

Il Papa ad Aquileia: le parole del Vescovo Mattiazzo


Santo Padre,

A nome di tutte le Diocesi, qui rappresentate con i loro pastori e fedeli, rivolgo a Vostra Santità il filiale benvenuto e il più vivo ringraziamento per il prezioso dono che ci offre con la Sua presenza e la Sua visita graditissima, preparata e desiderata.
Il luogo in cui ci troviamo, Aquileia, con la sua antichissima e gloriosa Basilica ed il fascino dei suoi monumenti, è per noi un simbolo, è il richiamo alle radici storiche ma sempre vive della fede ecclesiale giunta fino a noi. Aquileia, in effetti, è stata la Chiesa Madre a cui hanno fatto capo, nel decorso del tempo, oltre 50 Diocesi, coprendo un vasto territorio mittel-europeo e orientale. Vorrei ricordare alcuni tratti che hanno caratterizzato la prima evangelizzazione, facendo risplendere una particolare esperienza di Chiesa.
La fede si è espressa in una maturazione teologica originale, ricettiva del magistero dei primi Concili ecumenici, in un proficuo scambio e mediazione tra Oriente e Occidente. Merita di essere rilevata, in questo contesto, la comunione profonda della Chiesa Aquileiese con la Sede Apostolica. Aquileia si è, inoltre, distinta per una Liturgia vivente sintonizzata con la sensibilità della pietà popolare.
Altro tratto significativo è stata un'organizzazione ecclesiale capillare, aderente al territorio, in un atteggiamento rispettoso delle diverse etnie e delle legittime autonomie. In pari tempo si è sviluppato un fervido dinamismo missionario.Questa tradizione è rimasta viva nella coscienza delle nostre Chiese.
Si comprende, allora, perché nel 1990, all'indomani della "caduta del muro di Berlino", intuendo che, a seguito di profonde e rapide trasformazioni, si apriva una nuova fase della storia e della missione della Chiesa, ci siamo dati appuntamento qui, ad Aquileia, per il 1° Convegno ecclesiale. È stato un momento intenso di comunione, di dialogo, di discernimento, di ascolto dello Spirito che guida la Chiesa nei sentieri del tempo.
L'argomento che ha focalizzato la nostra intenzione era la nuova evangelizzazione, l'annunciare e incarnare la fede nei nuovi contesti culturali e sociali del nostro tempo. Il Convegno ha immesso uno spirito nuovo e avviato esperienze di comunione tra le nostre Diocesi, come la nascita di Telechiara, poi della Facoltà Teologica del Triveneto e, ancora, la missione dei presbiteri fidei donum in Thailandia. Riflettendo sulla situazione attuale, dopo vent'anni dal 1° Convegno ecclesiale, abbiamo preso coscienza dell'opportunità di ritornare insieme ad Aquileia per narrarci quello che lo Spirito ci ha ispirato e riprendere il cammino con rinnovato slancio. In questo 1° anno di preparazione le nostre 15 Diocesi sono state impegnate nel discernimento comunitario che, facendo memoria del vissuto ecclesiale, orienti le nostre Comunità a scelte profetiche.
 Un ruolo particolare stanno svolgendo i Consigli pastorali rappresentati in questa Basilica. In questo cammino verso il 2° Convegno ecclesiale di Aquileia noi attendiamo da Vostra Santità la parola autorevole del Successore di Pietro che ci illumini, ci confermi nella fede e nella comunione, ci aiuti a discernere come annunciare ed incarnare la grandezza, l'originalità e l'integrale bellezza della fede cristiana nel nostro tempo e come essere Chiesa che genera alla fede.

Grazie, Santo Padre.

testo dal sito della Diocesi di Padova, immagine da Flickr

15 commenti:

Diomiro Spengipazzi ha detto...

Ma di quale profonda comunione della Chiesa Aquileiese con la Sede Apostolica va cianciando Mattiazzio? ... rispettosa delle diverse etnie e delle legittime autonomie ??? Ma le legge sulle figurine che trova nei fustini del Dixan 'ste cose?

LALLO GRINTON ha detto...

"Il Convegno ha immesso uno spirito nuovo e avviato esperienze di comunione tra le nostre Diocesi, come la nascita di Telechiara, poi della Facoltà Teologica del Triveneto e, ancora, la missione dei presbiteri fidei donum in Thailandia."

Come dire... "PAPA! FAME CARDINAE VARA ROBE CHE GO FATO!"

Anonimo ha detto...

Che uomo, che uomo !

LALLO GRINTON ha detto...

Bea a foto parò... chissà cossa che xe drio pensar el papa!

Anonimo ha detto...

... "manco mal che el se controvento"!

Anonimo ha detto...

Fa un certo che veder il Vescovo Tony tutto tirato a puntino! Sembra uno di quei vescovi alla Mario Oliveri... manca solo il mantello di seta moiré!

Pietro Il Romano ha detto...

Mattiazzo, che uomo misero. Dopo che ha parlato contro l'alpino Miotto, rifiutandosi di celebrare il suo funerale. Dovrebbe solo vergognarsi.
Presenti al Papa cosa è accaduto alla sua diocesi da quando è vescovo: il presbiterio distrutto e una schifezza oscena del Vangi (con tanto di Sant'Antonio che cammina lasciando cadere dietro di sè le pettole, lato destro inferiore del presbiterio).
Mattiazzo non sa niente di liturgia, considera la mitra alla stregua di un baretto da mettersi in testa, se lo mette all'inizio e alla fine, e basta. A volte ha lo zucchetto anche durante il prefazio, bel rispetto, complimenti...
Per non parlare dei preti, allo sbando. (sono stato alla messa del Crisma e ne ho viste di TUTTI I COLORI, uno addirittura non mi sembrava neanche un prete, aveva i capelli lunghi da punk, piccoletto, magari la Redazione può aiutarmi: era in fondo alla cattedrale e non rispondeva neanche alle orazioni.
Due hanno avuto el putel (Sguotti e Spoladore), Spoladore ha messo anche in piedi una specie di azienda succhiasoldi ai suoi adepti invasati alias fedeli, il tutto con il beneplacito della Diocesi.
Uno che voleva andare al grande fratello...
Uno che lo chiamano "don spriss", e già il nome è tutta una garanzia.
La diocesi di Padova, un tempo gloriosa, oggi è ridotta a un cumulo di macerie, e tutto per merito di Mattiazzo, che a mio avviso dovrebbe solo vergognarsi.

E pensate che quando Scola è diventato Patriarca pensava di andarci lui: col forcon da contadin e sul trattor sarebbe entrato a Venezia, altro che gondola.

E adesso ve lo pubblico io il vero discorso di Mattiazzo al Papa...

Pietro Il Romano ha detto...

Ecco qua, ma seguitelo insieme col video: http://benedictxvi.tv/video/2011/960-07-05-2011-Aquileia-all.wmv



NKHHH... Santo Padre,

A nome di TÜTTE le Diocesi, qui rappresentate CO I loro pastori e fedeli, rivolgo a Vostra Santità il filiale benvenuto e il più vivo ringraziamento per il prezioso dono che ci offre con la Sua presenza e la Sua visita, graditissima, preparata e desiderata.
Il luogo in cui ci troviamo, Aquileia, con la sua antichissima e gloriosa Basilica ed il FASSINO dei suoi monumenti, è per noi un simbolo, il richiamo alle radici storiche ma sempre vive della fede ecclesiale giunta fino a noi. Aquileia, in effetti, è stata la Chiesa Madre a cui HANO FATO CAPPO, nel DECORSO del tempo (??? cos'è il decorso del tempo???), oltre 50 Diocesi, COMPRENDO un vasto territorio mittel-europeo e orientale. VOREI ricordare alcuni tratti che HANO caratterizzato la prima EVANGELISAZIONE, facendo risplendere una particolare esperienza di Chiesa.
La fede si è espressa I UNA maturazione teologica originale, recettiva del magistero dei primi CONCIGLI ecumenici, I UN proficuo scambio e MEDIASIONE tra Oriente e Occidente. Merita di essere RELEVATA, in questo contesto, la comunione profonda della QUIESA Aquileiese con la SEDIA Apostolica. Aquileia si è, inoltre, distinta per una Liturgia vivente, sintonizzata con la sensibilità della pietà popolare.
Altro tratto significativo è stata un'ORGANISAZIONE ecclesiale CAPPILLARE, aderente al TERITORIO, I UN atteggiamento rispettoso delle diverse ETENIE e DELE legittime autonomie. In pari tempo (???) si è sviluppato un fervido dinamismo missionario. Questa tradizione è rimasta viva nella COSIENZA delle nostre Chiese.
Si comprende, ALORA, perchè nel 1990, A L'indomani della "caduta del MÜRO di Berlino", intuendo che, a seguito di profonde e rapide trasformazioni, si apriva una nuova fase DELA storia e DELA missione DELA Chiesa, ci siamo dati appuntamento qui ad Aquileia, per il 1° Convegno ecclesiale. È stato un momento intenso di comunione, di dialogo, di discernimento, di ASCOLLTO dello Spirito che guida la Chiesa nei sentieri del tempo.
L'argomento che ha focalizzato la nostra attenzione (???) e intenzione era la nuova EVANGELISAZIONE, l'ANUNCIARE e incarnare la fede nei nuovi contesti culturali e sociali del nostro tempo. Il Convegno ha immesso uno spirito nuovo e avviato esperienze di comunione tra le nostre Diocesi, come la NASSITA dell'emittente televisiva Telechiara, poi della Facoltà Teologica del Triveneto e, ancora, la missione dei presbiteri fidei donum in Thailandia. Riflettendo sulla situazione attuale, dopo vent'ANI dal 1° Convegno ecclesiale, abbiamo preso COSIENZA dell'opportunità di ritornare insieme ad Aquileia per narrarci quello che lo Spirito ci ha ispirato e riprendere il cammino CO rinnovato slancio. In questo 1° anno di preparazione le nostre 15 Diocesi sono state impegnate nel DESCERNEMENTO comunitario che, facendo memoria del VISSÜTO ecclesiale, orienti le nostre Comunità a SELTE profetiche.

Un ruolo particolare stano svolgendo i CONSILLI pastorali rappresentati in questa Basilica. Nel cammino verso il SECCONDO Convegno ecclesiale di RAQUELEIA noi attendiamo da Vostra Santità la parola autorevole del Successore di Pietro che ci illumini, ci confermi nela fede e nella comunione, ci aiuti a discernere come ANUNCIARE e incarnare la grandezza, l'originalità e l'integrale bellezza della fede cristiana nel nostro tempo e come essere Chiesa che genera alla fede. (???)

Grazie, Santo Padre.

Redazione Sacris Solemniis ha detto...

Il lavoro è ottimo, ma andiamoci piano, l'Arcivescovo di Padova è sempre un consacrato, e merita il rispetto dovuto.

L'incognita zucchetto è stata notata anche dal curatore del blog Cantuale Antonianum, tempo fa.

Anonimo ha detto...

ma sbaglio, o Mattiazzo si è fatto il segno della Croce prima di andare al microfono?

Pietro Il Romano ha detto...

Non gli è servito a tanto, visto che neanche leggendo riesce a trattenersi (lo scritto lo dimostra). Ma il meglio di sè lo dà effettivamente sugli augüri di Pasqua e Natale. Li aspetto ogni anno più della benedizione Urbi et Orbi. (anzi Ürbi...)

LALLO GRINTON ha detto...

Mi saria tanto tanto curioso de saver queo che gà pensà el Papa a 'sto po' pò de discorso.

Ma so na' sittà de studiai come Padoa, proprio un Vescovo che no xe bon parlar i dovea mandar?

Anonimo ha detto...

E' per umiliare la vostra superbia intellettuale e per ricordare che l'annuncio evangelico non ha bisogno di forbite parole. Pentitevi, ricettacoli di vanagloria!

LALLO GRINTON ha detto...

Ohh! "ricettacoli di vanagloria"... parole rubate al Savonarola?

Anonimo ha detto...

...parole sante, parole sante...

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