Una vecchia Venezia, i Campi ricoperi d'erba e la vita quotidiana: la facciata codussiana di San Zaccaria si impone su uno spazio deserto dove solo qualche trave ricorda il lavoro dell'uomo. Ai tempi di questa vecchia stampa all'albumina (1860 circa) magari qualche anziano ancora ricordava le bianche parrucche e le pesanti toghe dei procuratori marciani che seguivano il Doge nel grande corteo che si compiva ogni anno, il 13 settembre, anniversario della Consacrazione della chiesa. Una tradizione che si ricollegava all'anno 855, quando un Papa Benedetto III in fuga da Roma e ospitato dalle monache locali, fissò la consuetudine. La Signoria si recava solenne al convento delle monache, e qui era ricevuta dalla badessa e accompagnata sino all'altar maggiore per assistere alla messa officiata dal patriarca. La data dell'evento fu poi spostata al giorno di Pasqua. La visita dogale rimase tradizione rispettata fino alla fine della Repubblica e richiamava un gran concorso di popolo. La tradizione narra che la chiesa dedicata a San Zaccaria (padre del Battista) sia stata fondata da San Magno nel VII secolo, su un’isola chiamata Ombriola. Il monastero fu costruito dopo l’arrivo del corpo del Santo, che fu donato dall’imperatore d’oriente Leone V. Fu riedificata due volte, la seconda a seguito di un incendio in cui perirono più di cento monache, rifugiatesi nel sotterraneo. Nel 1515 si concluse la costruzione secondo progetto di Mauro Codussi.
La Signoria in visita a San Zaccaria di Francesco Guardi (1770-1775) |
1 commento:
Che solenni occasioni... un po' assenti nella Venezia nel giorno d'oggi.
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