di Paolo Fusca (per Gente Veneta, n.38/2011)
Nostalgia? Nostalgia no... C'è invece la gioia di tornare in una diocesi e un territorio che ho sempre amato e per il quale mi sono speso. L'idea di poter dare un ulteriore contributo, anche se mi costa fatica, genera in me un senso di gioia cristiana. Torno volentieri, sto volentieri con i miei preti, i miei fedeli. E' un peso, certo, che fosse dipeso da me non avrei assunto in questo momento. Ma so che favorisce quella condivisione tra diocesi, tra Chiese sorelle, verso cui ci porta anche il secondo Convegno di Aquileia. L'ho fatto capire anche ai miei vicentini, che potevano essere gelosi...». Mons. Beniamino Pizziol è di nuovo nella piccola sala del Centro card. Urbani di Zelarino che utilizzava anche come vicario generale prima, come vescovo ausiliare poi, per le sue udienze in Terraferma. Al mattino aveva incontrato il Consiglio di Curia con i quattro delegati (già vicari episcopali), il Moderator Curiae e i vicari e provicari foranei. «Abbiamo impostato la prosposta pastorale 2011-2012», spiega. E il messaggio è chiaro: il Patriarcato di Venezia non è in vacanza, la pastorale andrà avanti a pieno ritmo. Anche in vista di un appuntamento – Aquileia 2 – che terrà deste tutte le diocesi del Triveneto.
«Vorrei che continuasse la vita ordinaria delle parrocchie, dei vicariati, della diocesi, dopo la conclusione della Visita pastorale, autorevolmente interpretata dal Papa», spiega l'Amministratore apostolico. «Ogni anno pastorale ha una sua intelaiatura che è sempre esistita da quando sono nate le comunità cristiane, costituita dall'anno liturgico. Il quale ha il suo culmine nella Pasqua (che quest'anno cade l'8 aprile) con tutte le realtà che da lì scaturiscono: le altre feste dell'anno liturgico e i sacramenti».
Altri aspetti della vita ordinaria della Chiesa non verranno a mancare: «C'è tutto il compito educativo e formativo dei bambini, dei ragazzi, dei giovani, delle famiglie, degli adulti, che noi siamo stati abituati a chiamare “educazione al pensiero di Cristo”. E l'aspetto del gratuito, che si manifesta nella solidarietà, nell'attenzione a tutti gli uomini, a tutto l'uomo, in particolare ai più deboli e meno garantiti. Per finire con la testimonianza della nostra fede a livello missionario, in tutti gli ambiti e gli ambienti dell'umana esistenza. Sono gli ambiti tradizionali dei sacramenti, della Parola e della comunità, con in più un'accentuazione dell'aspetto della testimonianza, anche nella vita sociale e civile, sia come singoli che come comunità, privilegiando i corpi intermedi: la famiglia, la scuola, il territorio, l'associazionismo...». Insomma, le quattro finalità della Visita pastorale, o le dimensioni fondamentali della vita cristiana, che il Patriarca Scola ha insegnato a riconoscere.
Il messaggio è chiaro: «L'anno pastorale va avanti regolarmente, tutto continua come prima», puntualizza mons. Pizziol. «E' stato chiesto, vista l'assenza del vescovo, un supplemento di corresponsabilità agli organismi di comunione; e lo stesso viene chiesto a tutti i battezzati della diocesi veneziana».
Solo due organismi di partecipazione sospendono temporaneamente il loro lavoro, finché non arriverà il nuovo patriarca: il consiglio presbiterale e quello pastorale. L'amministratore apostolico ha “tutte le facoltà, i diritti e i doveri dei vescovi diocesani”. E' con questi poteri che mons. Pizziol ha rinnovato le deleghe a una serie di collaboratori, per garantire l'ordinarietà della vita diocesana (si veda GV n. 36). Al nuovo vescovo l'amministratore apostolico rimette le decisioni riguardanti nomine e cambi di parroci; sempre che non si creino situazioni di emergenza che richiedano un suo intrevento.
La presenza dell'Amministratore apostolico a Venezia non sarà episodica. Ogni mercoledì sarà presente per riunioni e udienze. Ma l'agenda è già piena per una serie di altri appuntamenti: venerdì scorso ha celebrato il Mandato, il 6 ottobre terrà in Cattedrale la consueta istruzione al clero all'inizio del nuovo anno pastorale, il 15 ottobre aprirà il nuovo anno della Scuola di Metodo, il 22 ottobre presiederà le ordinazioni diaconali di tre giovani del nostro seminario.
Circa le numerose anticipazioni pubblicate dai giornali sui “patriarcabili”, mons. Pizziol non si stupisce più di tanto: «La figura del vescovo ha anche una sua rilevanza sociale: è ovvio che i media se ne interessino. Mi auguro piuttosto che tutti gli organismi preposti alla scelta del vescovo mantengano il riserbo, in modo che si arrivi alla nomina senza chiacchiere e tormentoni, scommesse e “toto-patriarca”». Tanto più che la ridda di voci che già circola è alquanto prematura, se si pensa che la consultazione – a detta di quanti ne sono sicuramente i destinatari – non è ancora iniziata...
Mons. Pizziol avrà anche l'incarico di proseguire l'iter che porterà alla costruzione di un'opera di educazione al gratuito, al termine della Visita pastorale, grazie anche ai fondi lasciati dal Patriarca e quelli frutto del dono che la diocesi ha fatto al card. Scola alla sua partenza. A questo fine è stata coinvolta la Caritas veneziana. «La decisione ultima, però», chiarisce mons. Pizziol, «spetterà al nuovo patriarca».
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