Finalmente ci siamo: ci troviamo infatti immersi nelle ultime, appassionanti ore della, per così dire, "vigilia" dell'udienza generale di mercoledì 20 ottobre, data in cui, per universale parere dei vaticanisti, il Santo Padre annuncerà l'indizione dell'attesissimo Concistoro Ordinario pubblico per la creazione di nuovi cardinali.
Naturalmente se ne discute da un pò, tuttavia, a poche ore dall'annuncio, siamo ormai in grado di stilare una "lista-pronostico" dei novelli porporati.
Innanzitutto, quanti? Partiamo dalla realtà pratica: se il Papa dovesse scrupolosamente rispettare la soglia dei 120 elettori, potrebbe creare 19 porporati (al momento, a dire il vero, 18, ma a novembre un altro porporato compirà gli 80 anni). Abbiamo però serie motivazioni che ci inducono a credere che, stavolta, il Papa si concederà una deroga: come qualche vaticanista saggiamente notava, il numero di "candidati" alla porpora ha raggiunta la cifra record della sessantina, tra Curia Romana e grandi diocesi estere, dei quali molti già in attesa da tempo. Senza contare che la Curia, in questa tornata, farà la parte del leone.
Siamo perciò convinti del fatto che potrebbero essere annunciati, nel complesso, dai 20 ai 22 neo-cardinali elettori (arrotondando così a 24-25 con gli ultraottantenni); vediamo quali potrebbero essere i loro nomi.
Partiamo dalla Curia Romana: alcuni presuli verrano inclusi di certo nella lista, in quanto posti a capo di Congregazioni o di organismi (tribunali, uffici) ad esse equiparate. Parliamo degli Arcivescovi Amato e Piacenza, Prefetti rispettivamente delle Congregazioni per le Cause dei Santi e per il Clero, Burke e Baldelli, a capo della Segnatura Apostolica e della Penitenzieria, De Paolis e Ravasi, responsabili della Prefettura per gli Affari Economici e, l'ultimo, del Pontificio Consiglio per la Cultura (ci si permetta di notare che il celebre biblista sarebbe l'unico curiale inserito nella lista senza poterlo prevedere, per così dire, automaticamente; chissà che per lui all'orizzonte non si profilino altri incarichi pastorali). Chiudono il quadro curiale Mons. Paolo Sardi, Pro-Patrono dell'Ordine di Malta (dunque destinato a perderlo, il "Pro"), Mons. Francesco Monterisi, Arciprete della Basilica Ostiense, e, forse, Mons. Kurt Koch, nuovo Presidente del Pontificio Consiglio per l'Unità dei Cristiani, svizzero. Vedremo se per caso il Santo Padre vorrà premiare altre personalità curiali (ma ne dubitiamo, considerati i pochi posti a dispozione).
Passiamo ora alla parte, forse, più interessante, ossia le berrette "diocesane". Il nostro Bel Paese al momento vede "porporabili" gli Arcivescovi Paolo Romeo di Palermo e Giuseppe Betori di Firenze. Considerato che Mons. Romeo siede sulla cattedra palermitana da più tempo ed ha anche molti anni in più del collega fiorentino (solo 63enne), ci aspettiamo una promozione per Mons. Romeo, ed un rinvio per Mons. Betori.
Un nulla di fatto per la Francia, probabilmente, poichè per Marsiglia si attenderanno gli 80 anni del cardinale Panafieu, arcivescovo emerito. In Spagna, invece, potrebbe avere subito la berretta Mons. Braulio Rodriguez Plaza, a capo della diocesi primaziale di Toledo; nel resto d'Europa, possiamo citare gli Arcivescovi di Monaco (Marx, 57 anni), Utrecht (Eijk, 57 anni), Malines-Bruxelles (Lèonard, 70 anni), Westminster (ossia Londra, retta dal 65enne Mons. Nichols), Dublino (Martin, già segretario di Giustizia e Pace), Minsk-Mohilev (Mons. Tadeusz Kondrusiewicz, il polacco ex-arcivescovo di Mosca), tra i quali occorrerà sicuramente fare una cernita. Una considerazione a parte la merita la Polonia, grande paese cattolico che vede ben 3 sedi potenzialmente cardinalizie. Parliamo dell'antica, grande sede di Wroclaw (Breslavia, 2 milioni di battezzati), governata dal 2004 da Mons. Marian Golebiewski, 73 anni, della sede primaziale di Gniezno, retta dal già nunzio apostolico Jòzef Kowalczyk (72 anni), e della più conosciuta (ma non per questo "prima" nell'ordine) Varsavia, sulla cui cattedra da 3 anni siede Kazimierz Nycz, 60 anni, molto popolare in patria.
Ora, i vaticanisti non hanno dubbi in merito alla scelta della capitale, tuttavia, forti del precedente irlandese del 2007 (si scelse Armagh, non Dublino), manteniamo le nostre riserve su questa scelta. Aldilà del titolo primaziale che detiene, infatti, Mons. Kowalczyk vanta una lunghissima carriera diplomatica nel paese natìo, e considerata la sua età verrebbe da dire che, se lo si intende promuovere, ciò avverrà "o adesso o mai più".
Passiamo all'Asia: se a febbraio il grande continente sembrava sicuro di poter vantare a novembre 3 porpore, pare che tali aspirazioni possano essere ridimensionate. Sembra certo che la berretta verrà imposta al celebre arcivescovo Albert M. Ranjith, attivissimo pastore di Colombo (Sri Lanka), mentre rimane il dubbio sulla scelta degli ordinari di Tokyo (Peter Takeo Okada, 69 anni)e Yangon (Charles Maung Bo S.D.B., 62 anni). Sarà interessante vedere se si confermerà l'attenzione da sempre dedicata da Benedetto XVI all'Asia (basti pensare al trionfo di Filippine, Cina e Corea nel concistoro del 2006).
In Oceania sembra tramontata l'ipotesi di proseguire la tradizione cardinalizia per l'arcidiocesi neozelandese di Wellington.
Rivolgiamoci ora al continente nero, che come l'Asia potrebbe non brillare molto in questa infornata di porpore, nonostante i pastori e le diocesi possibilmente "cardinalizie", come peraltro l'incremento della popolazione cattolica, non manchino affatto. E dunque sentiremo dal Papa quante e quali sedi africane (Kinshasa, Kampala, Abidjan, Antananarivo, Douala, Yaoundè, Algeri, Lubango) ha prescelto; il nostro pronostico è un massimo di due porpore.
Passiamo l'Atlantico ed atterriamo nelle Americhe: se al Nord la questione si risolverà placidamente con la tacita "regola dell'emerito" e la conseguente elevazione del solo Arcivescovo di Washington Donald W. Wuerl (in coppia col già citato Burke) insieme forse a Mons. Collins di Toronto (Canada), al Sud la situazione si presenta più complessa (perlomeno, a noi "pettegoloni" disinformati). Nel solo Brasile, infatti, le possibili scelte sarebbero ben quattro (Belo Horizonte, Fortaleza, Brasilia, Rio de Janeiro), per non parlare degli altri paesi limitrofi, come Paraguay e Uruguay, anch'essi in attesa. Ci rimettiamo perciò alle anticipazioni dei vari vaticanisti, i quali ritengono probabili le porpore per Mons. Cotugno Fanizzi, Arcivescovo di Montevideo (non propriamente uruguayano, per la verità, ma italiano) e per un presule "non meglio identificato" dal Brasile. Chissà che, alla fine, il Papa non ammetta nel Sacro Collegio un brasiliano in più, oppure, perchè no, il primo cardinale paraguayano della storia (la sede di Asunciòn?).
Questi i candidati "latini". Ma nella Santa Chiesa, come il Sinodo in corso ci sta ricordando, coesistono altre venerabili Chiese di rito Orientale, capeggiate da Patriarchi spesso inclusi nel "Senato papale": chissà che dunque non si ricavi un posticino per l'antichissimo Patriarcato copto di Alessandria, o per l'esuberante patriarca melchita Gregorio III, oppure ancora per i Patriarchi Armeno e dei Siri.
Ultimissima nota di questo lungo pettegolezzo virtuale: gli ultraottantenni, spesso poco considerati dai media, ma che meritano a tutti gli effetti gli stessi onori e riconoscimenti dei colleghi più giovincelli. Il buon Tornielli, con i colleghi Tosatti e Rodari, ha confermato una promozione attesa da molti, ossia quella di Mons. Elio Sgreccia (presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita), aggiungendo tuttavia, oltre al nome del bavarese Walter Brandmuller (studioso e celebre storico), una sopresa inaspettata: la possibile elevazione alla porpora dell'indimenticato Maestro perpetuo della Sistina Domenico Bartolucci, ormai 93enne, ma ancora avvistabile a volte in giro per piazza San Pietro.
Insomma, si tratta di semplici elucubrazioni (che, in fondo, appassionano un pò tutti) che verrano definitivamente confermate o negate solamente con l'annuncio.
Dunque, per chi potrà farlo, domani, poco dopo le 11 (verso la conclusione dell'udienza) telecomandi puntati per sintonizzarsi in diretta!
immagini da Corbis.
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