Le atmosfere che circondano la Villa dei Vescovi a Luvigliano permettono ancora di immaginare vescovi e porporati d'un tempo dediti alla caccia e alle cavalcate, alla cura della vigna e alla lettura di Sant'Agostino. Il dolce villeggiare, decantato da Goldoni, l'evadere estivo dalle calure cittadine degli episcopi umanisti che riuscirono a pensare ad una sorta di gentile castello, di isolato eremo, adagiato sui Colli Euganei. Un'idea del Vescovo Jacopo Zeno, nello scadere del secolo XV, e con il successivo benestare del Vescovo Pietro Barozzi. Ma l'attuale aspetto è frutto del Cardinal Francesco Pisani che commissionò l'opera a Giovanni Maria Falconetto, nel 1527. Dal 1542 vi lavorò pure Lambert Sutris, pittor fiammingo, ma di maniera raffaellesca che decorò le stanze della Villa con un ampio ciclo di affreschi.
Con il cambiare dei tempi e dei Vescovi, la Castel Gandolfo veneta, per volere del Vescovo di Padova Monsignor Bortignon, nel 1962 fu ceduta a Giuliana e Vittorio Olcese.
Dal 2005 è un bene del FAI.
immagini da Flickr
Nessun commento:
Posta un commento