di Gianluca Biccini per L'Osservatore Romano
La trama che nella storia cristiana unisce la Terra Santa al sepolcro dell’apostolo Pietro si arricchisce in questo Anno della fede di ulteriori legami: proviene infatti da Betlemme una delle statue del bambinello che saranno esposte nella basilica Vaticana, durante le celebrazioni presiedute da Benedetto XVI. E non solo: anche le intenzioni della preghiera universale o dei fedeli, proclamate durante le messe della vigilia di Natale e del 1° gennaio, sono state preparate dai frati francescani della Custodia di Terra Santa. Lo anticipa al nostro giornale il maestro delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice, monsignor Guido Marini, che in questa intervista parla dei riti natalizi presieduti dal Papa.
Può illustrare brevemente il calendario delle celebrazioni?
Le celebrazioni del tempo di Natale iniziano con la santa messa della Notte, il 24 dicembre nella basilica Vaticana, e si concludono con la festa del Battesimo di Gesù, domenica 13 gennaio, con l’amministrazione del sacramento del battesimo a 22 neonati, nella cappella Sistina. In totale Benedetto XVI presiederà quattro messe e una celebrazione dei vespri, oltre a impartire la benedizione «Urbi et Orbi» la mattina di Natale. Quest’anno, inoltre, il 29 dicembre, il Santo Padre presiederà la preghiera di Taizé, in occasione del 35° Incontro europeo dei giovani.
Quanto è importante la liturgia nella vita della Chiesa?
La Liturgia ci conduce al cuore della vita della Chiesa: ne è la fonte e il culmine. La liturgia è lo “spazio” nel quale si rende presente, “oggi”, il mistero della salvezza. In questa prospettiva le celebrazioni del Natale non sono semplicemente un ricordo o una cerimonia che si risolve nel compimento di gesti esteriori. Si tratta piuttosto, come ci ricorda la Sacrosanctum concilium, di un’attualizzazione — per il nostro tempo e per la nostra vita — dell’opera della redenzione. I segni esterni sono importanti se veicolano un tale contenuto di grazia e favoriscono un’autentica partecipazione all’agire di Cristo nella sua Chiesa. Pertanto, prima di attardarsi nei dettagli, che sicuramente hanno la loro importanza e suscitano interesse, bisogna partire da qui: la Liturgia è la vita della Chiesa, dalla Liturgia scaturisce la perenne vitalità e novità dell’esperienza della fede.
A proposito dei gesti e dei dettagli, può indicarne qualcuno presente nella celebrazione della Notte?
La messa sarà preceduta da un tempo di preparazione e di veglia che, come già l’anno scorso, consisterà nella celebrazione dell’Ufficio delle letture. Al termine dell’Ufficio sarà intonato il solenne canto della Kalenda: un testo molto bello, che ci fa capire quanto la fede cristiana sia intimamente collegata con la storia, con la nostra storia: il Figlio di Dio si fa uomo, entra nelle vicende degli uomini, per salvarli e introdurli nell’intimità della vita dei figli di Dio. Alla processione iniziale della santa messa prenderanno parte alcuni bambini, che collocheranno i mazzi di fiori vicino all’immagine di Gesù Bambino, svelata dal diacono al termine della Kalenda. Quegli stessi bambini, al termine della celebrazione, si recheranno al presepio, allestito presso la cappella della Presentazione, all’altare di San Pio X, per deporre i mazzi di fiori vicino alla culla di Gesù Bambino. I bambini saranno dieci, in rappresentanza dei vari continenti: particolarmente significativa, tra loro, è la presenza di due brasiliani: il loro Paese ospiterà la prossima Giornata mondiale della gioventù. E dal momento che il bambinello usato durante la messa della Notte verrà deposto nella mangiatoia del presepe, dalla celebrazione successiva, ai piedi dell’altare della Confessione, sarà collocata un’altra immagine del Santo Bambino, realizzata da artigiani cristiani di Betlemme, copia dell’effige che viene collocata ogni anno sul luogo della nascita del Salvatore, nella Basilica della Natività.
Quando sarà possibile, dunque, vedere il nuovo bambinello nella basilica Vaticana?
Il nuovo bambinello sarà introdotto in occasione della messa del 1° gennaio. Ma essa sarà preceduta dall’ultima celebrazione del 2012, quella del 31 dicembre, quando il Papa celebra i primi vespri della solennità di Maria Santissima Madre di Dio, che avranno come momento conclusivo l’esposizione del Santissimo Sacramento, il tradizionale canto del Te Deum, per il ringraziamento della conclusione dell’anno civile, e la benedizione eucaristica. In questa circostanza, la Chiesa si raccoglie in preghiera davanti al suo Signore per rivivere l’anno che sta per concludersi, considerandolo come un tempo guidato dalla Provvidenza e per il quale rendere grazie. Nello stesso tempo, per il tramite Maria Santissima affidiamo alla bontà del Signore il nuovo anno che sta per iniziare.
Questa celebrazione si prolunga, in qualche modo, nel giorno successivo con la messa del primo dell’anno?
In effetti è così: con i primi vespri si è già nella solennità di Maria Santissima Madre di Dio, in occasione della quale si celebra anche Giornata mondiale della pace, com’è ormai consuetudine da quarantasei anni. La solennità mariana e la preghiera per la pace risultano provvidenzialmente collegate. Il Signore Gesù, il Salvatore, è il Principe della pace. In questo senso la Santa Vergine è Colei che intercede presso il suo Figlio per ottenere il dono della pace, a nostro favore e per il mondo intero.
Veniamo alla celebrazione dell’Epifania, che quest’anno è particolarmente significativa. Il Papa, infatti, conferirà l’ordinazione episcopale ad alcuni suoi stretti collaboratori.
Con la solennità dell’Epifania la Chiesa celebra la manifestazione del Signore alle genti. Risplende, in tal modo, l’universalità della salvezza donata da Dio nel suo Figlio fatto carne. L’intera umanità è convocata presso il luogo della nascita del Redentore. La presenza dei Magi, uomini saggi dell’Oriente antico, sottolinea la cattolicità dell’evento salvifico della notte di Natale. Con le ordinazioni di alcuni nuovi vescovi questa universalità viene in qualche modo ulteriormente sottolineata. L’episcopato, infatti, è donato dal Signore per la Chiesa intera e per il mondo intero.
Il Papa, infine, celebrerà la festa del Battesimo di Gesù nella splendida cornice della cappella Sistina...
Dal punto di vista liturgico si celebra il Battesimo di Gesù, ovvero il mistero del riproporsi della condivisione da parte del Signore della nostra condizione umana. Allo stesso tempo, si rinnova la manifestazione del Signore all’umanità, mediante la parola solenne che il Padre rivolge a tutti i presenti. In questa giornata, tradizionalmente, il Santo Padre amministra il Battesimo ad alcuni bambini, ai quali è fatto l’inestimabile dono della fede, che li accompagnerà per tutta la vita e che dovrà essere, anche grazie alle famiglie, custodito, coltivato, portato a maturità. Dal punto di vista del rito, accanto al fonte battesimale, già usato lo scorso anno, sarà collocato un nuovo candelabro.
Un’ultima parola sulle vesti liturgiche. In occasione delle canonizzazioni del 21 ottobre scorso, Benedetto XVI ha indossato il fanone, una mantellina molto semplice e leggera che, a partire dal x-XII secolo, è stata utilizzata come veste liturgica tipicamente papale. Lo farà di nuovo?
Accadrà nelle due grandi solennità della notte di Natale e dell’Epifania. Il termine fanone deriva dal latino e significa “panno”. È stato abitualmente indossato dai Pontefici fino a Giovanni Paolo II. Benedetto XVI ha inteso conservare l’uso di questa semplice e significativa veste liturgica. Nel corso del tempo si è sviluppata una simbologia in relazione a questo indumento. Si dice che rappresenterebbe lo scudo della fede che protegge la Chiesa. In questa lettura simbolica, le fasce verticali di colore oro e argento esprimerebbero l’unità e l’indissolubilità della Chiesa latina e orientale, che poggiano sulle spalle del Successore di Pietro. Mi pare una simbologia molto bella. Ed è davvero significativo ricordarla durante l’Anno della fede.
45 commenti:
Bella notizia. Vorrei registrare le celebrazioni e inviarle in episcopio a Treviso. Immagino già il gaudio di mons. Gardino!
"Benedetto XVI ha inteso conservare l’uso di questa semplice e significativa veste liturgica."
IL PAPA HA VOLUTO IL FANONE. STOP. BANDO ALLE CIANCE, ALLE LAMENTELE, ALLE ACCUSE A MARINI, A CAMALDO.
Serviva proprio?
Per natale hanno detto che ci sarà un parato nuovo, pare con richiami a sant'Agostino e all'anno della fede! 2700 pietre dure solo per la mitra.
Pazzi
Duemilasettecento pietre dure solo per la mitra? Ha ha ha ha ha, non sanno quel che dicono e specialmentenon conoscono il peso di duemilasettecento pietre dure! Saranno, come sempre, volgari plastichette!
Sarà una mitria-corona da parata...
Già, proprio da parata!
Cari..miei...quando vedo in tante chiese preti che si siedono sull' Altare Grande, girando le spalle al Santissimo...quanti preti hanno collocato il Crocifisso al centro dell'Altare...pochi..quasi nessuno...quando leggo ..dei Vesperi...nella mia parrocchia...ma in tutta la diocesi Istriana...i fedeli non sanno cosa vuol dire Vespero!!!! Potrei andare avanti...e scusate...proprio non mi interessa queste novita'...fanone...e' tutto un bel apparire!!! Buon Natale...
Io mi ricordo quanto papa mesto metteva il fanone, mi piaceva molto soprattutto quanto pontificava con altri vescovi e lui si vedeva subito.
La mitria della foto è veramente papale.
Forse volevano scrivere 270 pietre dure. 2700 sarebbe impossibile per peso e prezzo.
Fanone. Ok. Ma cosa sono quelle mitrie bislacche che mettono in testa ai cardinali, fatte con le cordicelle da tapezzeria? FANNO ASSOLUTAMENTE SCHIFO, NON SERVIVANO ASSOLUTAMENTE, VERGOGNA AL PREFETTO E A QUELLI CHE SI SONO INVENTATI DI FARE QUELLO SCHIFO, QUANDO TUTTI SANNO CHE LE MITRIE DEI CARDINALI SONO QUELLE CON IL DAMASCO ALTE CHE SONO STATE PORTATE FINO AI TEMPI DEL GIUBILEO DEL 2000.
Il cambio delle meravigliose mitre storiche - quelle favolose con la pigna - non è addebitabile a mons. Guido, ma a qualcun altro; a quello del piviale del giubileo, per intenderci.
E Mons. Guido non poteva semplicemente ripristinarle, se gli premevano tanto le mitre cosidette storiche!? Ma ha optato per una via di mezzo, con mitre in cui il disegno della pigna non si vede assolutamente, gemellate con le impressionanti "leggermente ornate" (che dicitura da vera suora, tanto per dire "vorremmo osare ma non osiamo" oppure, "stiamo nel mezzo in cui si trova prudenza e virtù, così non ci criticano né gli uni né gli altri)!
Già, se si doveva tornare indietro lo si facesse con decisione. A me questa "avanti mezza" non piace per niente.
I nomignoli ("dicitura da vera..."), irriguardosi verso un sacerdote, servono solo a screditare il blog, tenerne lontane le persone serie e rivelare i nervi scoperti.
Qualcuno deve mettersela via: indietro non si torna.
Chiunque abbia un po' di esperienza di cose di chiesa e di curia romana sa benissimo che indietro si torna eccome. Nuovo pontificato, nuova moda!
Già, è vero. Per ora si è tornati al fanone (non di lurex).
Certamente di lurex (chi scrive in questo blog non ha la minima cognizione di tessili)!
Cerchiamo di fare affermazioni verificabili per favore e di non rifugiarci nel solito "competente o incompetente", rifugio di chi non ha argomenti e affine al "lei non sa chi sono io" (ma fa pensare anche un po' al film Viale del tramonto).
L'unica cosa certa, ora, è che lo stile liturgico attuale è antitetico a quello precedente. Il futuro non ci appartiene proprio e ciò contrariamente a quello che pensavano gli allievi di Bugnini.
Sarà pure antitetico ma era lurex per quello ed è lurex per questo. Per cui osannare il Guido perchè non usa il lurex è un baggianata bella e buona e distorcere l'argomento - come di fatto si fa - solo per dimostrare quant'è meglio ora in rapporto al passato prossimo è vera falsificazione. Se si conosce la materia si parli con cognizione, altrimenti si fa la figura di chi vuol essere più papista del Papa.
Ha ha ha ha, su "www.cattoliciromani.com" stanno censurando il Maestro Guido per "inettitudine liturgica"! Eccola qui la vera "età dell'oro"... (o del lurex!?).
Guido Marini è un santo prete. Ma non ha ... per fare quello che deve fare. Non mette mai la mantelletta (eppure sappiamo che lui la metterebbe subito) ha fatto fare cose schifose e deplorevoli, ma certo che se pensiamo a 7 anni fa...
Ah, i miei nomignoli (vera suora) sono irriguardosi verso un sacerdote e l'ipotesi che egli manchi di (puntini) invece no... e per quanto riguarda la beatificazione del soggetto direi di attenersi all'antico adagio; "soldi e santità, metà della metà".
Non sapevo che cattoliciromani avesse la competenza a decretare l'attitudine o l'inettitudine dei cerimonieri. Direi che questa competenza non sussiste proprio, visto che ci scrivono persone private le quali, molto semplicemente, dicono la loro, talvolta informate talaltra no.
Come qui, del resto, visto che pensare ad un Maestro che porta la mantelletta mentre è in funzione è alquanto fantasioso.
Sui nomignoli (femminili) attribuiti a maschi, bisognerebbe fare una lezione di psicologia. La cosa non solo è irriguardosa verso sacerdoti, ma scredita questo blog.
Non credo che esprimere opinioni - valide o fatue che siano - screditi un Blog, credo invece che chi lo afferma abbia tanta paura di essere egli stesso screditato per motivi ben intuibili. Chi si affanna a ottenere credito con la frode ha una coda di paglia lunga chilometri...
Esprimere opinioni è una cosa, dileggiare un sacerdote chiamandolo col nomignolo di "vera suora" è altro. A mio avviso il blog non dovrebbe accettare cose del genere.
Per il resto, alquanto ininfluente, ripeto che sarà bene farsi ragione della realtà attuale.
E' peraltro appellativo assai rispettoso in rapporto ad altri che sono in uso comune nonchè, ritengo adeguato alla personalità del soggetto, particolarmente alla suoresca affettazione del tratto e dell'eloquio. La realtà attuale, come tutte le realtà, è soggetta a cambiamento e vi sono già segnali premonitori dell'auspicata metamorfosi verso orizzonti liturgici meno retrofili!
Diamo un taglio a questo cianciare sacrestanesco.
Grazie.
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Ci sono tre contrade: quella del Piero Marini, quella del Guido Marini tristesse, quella del Guido Marini alla lefebvriana... e tutte concorrono al palio. Chi vincerà? La prima sembra avere il cavallo azzoppato, la seconda è quella che va di moda, la terza si riveste del fanone.
Secondo me certe scelte sono dovute al fiato sul collo della Segreteria di Stato. Il fanone è una stupenda insegna papale, l'ho vista alle scorse messe e sembra richiamare paramenti dell'oriente cristiano.
DECORO MASSIMO, TUTTI IN PIANETA DI LAMA D'ORO E TUNICELLA.
W BENEDETTO XVI!
Io aggiungerei: w monsignor Guido!
W IL PAPA E BASTA. MARINI FA GUAI.
Paolo VI si sta rivoltando più volte nella tomba. Bugnini è addirittura uscito e si è fatto protestante.
Che visione ridicola, una liturgia distorta ad immagine e somiglianza di un anzianissimo signore, unicamente desideroso di rivivere tempi ormai passati,il suo codazzo di ciambellani e di cerimonieri proni ai suoi desideri per fare carriera e ugualmente pronti a cambiare pizzo se cambia il vento! Le ridicole trombe d'argento hanno raggiunto accenti alla Cecil De Mille, si dispiegano cartonati fasti cinematografici e un eunuco a cantale il noveritis. Complimenti al regista di queste "rievocazioni storiche". La Chiesa è da un'altra parte!
Bugnini chi?
Quello che dopo aver fatto la riforma delle liturgie papali (come commissario) e la riforma del Messale romano è stato inviato nunzio in Iran?
Sarebbe bello che il blog facesse qualche accenno anche al nuovo maestro delle cerimonie del Duomo di Milano e al suo stile. Un sacerdote che, tra l'altro, celebra anche col vecchio messale ambrosiano (con pianeta e manipolo ovviamente).
Monsignor Guido, quindi, non è affatto un isolato. Forse non ci sarà bisogno di cambiare pizzi.
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: Quia ipsum in Christo salútis nostræ mystérium hódie ad lumen géntium revelásti, et, cum in substántia nostræ mortalitátis appáruit, nova nos immortalitátis eius glória reparásti. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus, cumque omni milítia cæléstis exércitus, hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.
Al canto di questo meraviglioso prefazio, il cardinal Dante è sussultato di gioia: "et exultabunt ossa humiliata"!
Vedrete quando cambia Papa come cambiano i pizzi ... e in fretta anche!
Alcuni questa mattina, hanno detto che al Verano, dal loculo del Cardinale Noè, provenivano suoni strani, lamentazioni. Alcuni dicono sia stato lo spirito della Riforma Liturgica "voluta dal Concilio" che, vinto, ha deciso di librarsi, abbandonando per sempre Roma... per rifugiarsi in lidi sicuri, come Padova.
Un requiem per tutti i bugninisti e i pieromariniani gigliucciomani.
La liturgia questa mattina è stata superba. Pianete, dalmatiche, apparato dell'Altare, canti; il tutto coronato dal Pontefice, che celebra e predica in un modo eccelso.
Un vera festa della Luce, com'era giusto all'Epifania.
Grande decoro anche oggi nella Sistina.
GRAZIE BENDETTO XVI
GRAZUE MONS. GUIDO
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