Uno sguardo veneto sulla Liturgia, musica e arte sacra, le attualità romane e le novità dalle terre della Serenissima.
Sul solco della continuità alla luce della Tradizione.

Patene, veli omerali e suddiaconi


Nella forma extra-ordinaria del rito romano, uno degli usi meno comprensibili - almeno a prima vista - è quello del suddiacono che regge la patena vuota.
Nella Messa solenne, dove il celebrante è assistito da diacono e suddiacono, quest'ultimo, all'Offertorio (dopo la preghiera dell'Offerimus tibi, Domine), riceve dal diacono la patena vuota; il suddiacono stesso, ricoperto col velo omerale, la regge vuota sino alla fine del Pater noster, quando la riconsegna al diacono. Lo stesso accade nella Messa pontificale.
Quest'uso deriva da un'antica pratica della Messa papale (almeno sino al VII secolo), ancora non del tutto chiara.
Le linee proposte possono essere due:
1) un passo dell'Ordo Romanus Primus (VII sec.) (cfr. PL 78, 945), alquanto oscuro, ha fatto propendere alcuni a sostenere l'idea per cui il Papa, svolgendo il rito della commixtio (cioè del mettere un pezzettino di ostia consacrata nel calice del vino consacrato), avrebbe inserito nel calice non un frammento del pane appena consacrato, bensì un frammento del Santissimo Sacramento rimasto da precedenti celebrazioni, a significare la perpetuità del Sacrificio. Sarebbe forse da ricollegarsi al rito, descritto dal medesimo Ordo (cfr. PL 78, 941), che avveniva durante il canto dell'Introito. Mentre la Schola cantava, infatti, il Pontefice procedeva processionalmente verso l'altare; prima di giungere a quest'ultimo, però, due accoliti gli presentavano una custodia "cum Sanctis", cioè con un frammento dell'Eucarestia, evidentemente consacrata in precedenti celebrazioni.
L'uso di tenere una patena avrebbe dunque avuto un senso: su di essa sarebbe stato presente il frammento di ostia consacrata che il Papa avrebbe successivamente immesso nel calice, prima della Comunione.
2) Un'altra possibilità è da ricollegarsi all'uso del fermentum. Almeno dal II sec., è infatti stato uso invalso nella cristianità che il vescovo, dopo aver consacrato pane e vino, inviasse un frammento dell'Eucarestia ad un altro vescovo oppure a sacerdoti della sua stessa diocesi: era questo un modo per rendere visibile la comunione esistente tra i successori degli Apostoli, oppure tra un vescovo e i suoi sacerdoti. Nel caso del Papa, questo frammento veniva inviato ai vescovi suburbicari e ai presbiteri titolari delle chiese di Roma (quest'uso è descritto da papa sant'Innocenzo I [+ 417]).


Se in Oriente la pratica del fermentum andò sparendo già verso il IV secolo, in Occidente pare invece essere rimasta in uso sin quasi al termine del I millenio.
In questo caso, il reggere la patena vuota avrebbe significato l'attesa di ricevere un frammento dell'Eucarestia appena svolta, il quale poi sarebbe stato inviato ai soggetti sopra descritti. Chi riceveva il fermentum, poi, l'avrebbe utilizzato per il rito della commixtio.
L'uso del velo omerale, invece, pare piuttosto evidente: si trattava di non toccare direttamente con le mani oggetti sacri. Si tratta comunque di un uso che ha conosciuto diverse codificazioni e varianti (talvolta non si usava alcun panno, talvolta non si usava il velo omerale in sé), venendo alla fine definito, così come lo conosciamo, verso la fine del Medioevo.

immagini da RS, g.immage.

2 commenti:

Caterina63 ha detto...

Grazie mille per questo chiarimenti.... in effetti mi ero ripromessa di chiedere a qualcuno il significato di quella presenza....
^__^

G.D. ha detto...

Peccato che nel rito riformato si sia eliminata questo uso antichissimo!

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