Uno sguardo veneto sulla Liturgia, musica e arte sacra, le attualità romane e le novità dalle terre della Serenissima.
Sul solco della continuità alla luce della Tradizione.

Caso Treviso: un nostro lettore scrive al Vescovo

Messa nella Forma Extraordinaria nella Basilica di Sant'Antonio a Padova
 
 
Dopo il caso, reso noto anche dal vaticanista Tornielli, della Messa more antiquo annullata a causa dei chiacchiericci contrari provenienti dall'Episcopio di Treviso, un nostro lettore "extra regionale" che qui preferisce restare anonimo, scrive al Vescovo e al Vicario...

Eccellenza Reverendissima e M.to Rev.do Mons. Vicario della Diocesi di Treviso,
 
mi chiamo G. S. ed abito a Ferrara. Sono sposato da quasi 21 anni ed ho due figlie rispettivamente di 18 e 17 anni, sono laureato in matematica e lavoro da più di vent'anni in una SW factory Hi-Tech.
 
Da quando Sua Santità il Papa felicemente regnante Benedetto XVI ha pubblicato nel luglio 2007 la lettera apostolica Motu Prorio data "Summorum Pontificum" nella quale si riconosce la mai avvenuta abrogazione del rito cattolico di sempre e si rende libera facoltà a ciascun sacerdote di celebrare nella forma che egli ritiene più opportuna SENZA ALCUNA INTROMISSIONE INDEBITA da parte dell'ordinario del luogo e tantomeno del suo vicario, che non ha alcuna autorità su tale decisione, la mia famiglia ed io, che pure non siamo affatto avversi alla messa riformata di Paolo VI che infatti frequentiamo quotidianamente nei giorni feriali, abbiamo avuto, a partire dal dicembre 2008, la grande grazia da parte del nostro amato arcivescovo S.E. Rev.ma Mons. Paolo Rabitti della collaborazione piena e e della disponibilità di 20 (venti) sacerdoti diocesani che si turnano per la celebrazione della S.Messa festiva nel rito nella cosiddetta "forma straoirdinaria", volgarmente detto S. Messa di s. Pio V.
 
E così possiamo felicemente e finalmente assolvere al precetto festivo con quella celebrazione che ci riempie il cuore di gioia e di riconoscenza verso il Redentore e la Sua Gerarchia, immergendoci nella Tradizione ininterrotta di Santa Madre Chiesa, in piena comunione con il successore Pietro e con il nostro Arcivescovo.
 
Leggo con estrema tristezza  e con sgomento, ed anche con profondo dissenso, nell'articolo di Andrea Tornielli, che allego in calce a quest e-mail, della vicenda legata al parroco di Vetrego, don Pietro Mozzato, al quale è stato impedito - in evidente contrasto col volere di Pietro e con l'autorità Petrina dal Papa stesso rivestita in qualità di Vicario di Cristo - al quale è stato impedito di celebrare l'anniversario della sua ordinazione sacerdotale nel rito che fu, è e sarà il rito di sempre della Chiesa, senza per quetso rinnegare la forma ordinaria uscita dal post-concilio ed approvata da Papa Paolo VI.
 
Mentre esprimo, con la mia famiglia, la mia totale solidarietà a don Pietro Mozzato, mi si lasci altresì dire che è veramente scandaloso, cioè che dà veramentre scandalo, nel senso che le scritture attribuiscono a tale espressione, che un successore degli Apostoli, invece di inchinarsi al Magistero di Pietro, che è vincolante in materia di fede, costumi e quindi di liturgia, proibisca ciò che è bene e lecito in sè.
 
Nell'augurare Buona Pasqua di Resurrezione a S.E. e ed a Mons. Vicario, auspico un loro rapido ripensamento, a giovamento delle anime loro e per l'unità della Chiesa, divisa da questi interventi di chiara matrice antipapale e che espirmono disobbedienza e disprezzo verso la massima autorità esistente su questa terra, quell'autorità che viene da Dio e sulla quale la Chiesa del Signore è stata fondata dallo stesso Redentore.
  Con l'occasione, auguro a Don Pietro Mozzato una felice Santa Pasqua di Risurrezione, esprimendogli la solidarietà dell'intero Nuovo Movimento Liturgico Benedettiano, che non sarà certo fermato da queste azioni indegne di un successore degli apostoli e del Suo Vicario.   Caro Don Pietro, quando e se vorrà venire a celebrare a Ferrara la Santa Messa nella forma straordinaria del rito romano, sappia di poter contare su molti amici, anche se non li conosce ancora personalmente, nell'Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio. Presto sarà pubblicata l'Istruzione applicativa sul Motu Proprio: non ci illudiamo che questo possa sanare tutte le insopportabili angherie commesse nei confronti degli amanti della liturgia antica, ma certamente le notizie per questi signori non saranno belle. Con grande fiducia nella Vergine Santissima!   A tutti, in comunione con Pietro e con tutta la santa Chiesa, auguro una Santa Pasqua di Risurrezione.  
In Jesu et Maria
Cum Petro et Sub Petro
G. S. 

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Si, si, tutte cose risapute e risentite, dette e ridette, niente di nuovo ? Di veramente nuovo ... ?

Anonimo ha detto...

Non capisco il commento precedente. Cosa significa "niente di nuovo"? C'è l'esempio di un vescovo che si è comportato bene a fornte di quello di uno che ha ignorato il Motu Proprio ... non va bene neanche questo?

Per la cronaca, sono l'autore della lettera precedente e la mia mail è nibinagh@alice.it.

Anonimo ha detto...

Io sono l'Anonimo che ha pubblicato la splendida e toccante intervista di mons. Mattiazzo nel post precedente, mi chiamo Pietro.
Ho avuto una discussione ancora in corso con Tornielli, che con il solito "cerchiobottismo" ha prima condannato la sopraffazione della curia e dopo ne ha preso le difese.
Vi consiglio di leggere lo scambio vivace su www.andreatornielli.it (scusate se faccio pubblicità)

pietro ha detto...

Caro amico, è difficile oggi destreggiarsi, ormai siamo al conflitto PIO V contro PAOLO VI, certo per noi sarà dura poiché ormai preti, cardinali e vescovi sono figli del PostConcilio.......e quindi.....certamente ci sono anche sacerdoti postconciliari che celebrano molto bene e sono convinti di ciò che avviene sull'altare, ma la maggior parte sono distratti e continuano a guardare a destra e a sinistra. Spero che la prossima Istituzione Apostolica porti molta chiarezza, anche se per me il MOTU PROPRIO non ha bisogno di ulteriori chiarimenti.

Anonimo ha detto...

Carissimo, difatti non avrebbe avuto bisogno di alcun chiarimento, ma fatti come quello di Treviso dimostrano che è l'ora che l'autorità si faccia sentire. Forse voi non ve lo ricordate, ma io che facevo il catechismo (la "dutrina" si diceva allora) la settimana prima dovevo inginiocchiarmi tutt le cvolte che passavo davanti al Santissimo, e giustamente, la settimana dopo ero diventato uno duro di comprendonio e un baciapile in pectore (a otto anni?) perché continuavo a farlo ... Adesso invece abbiamo bisogno che qualcuno dica a molti vescovi che il Papa con il Motu Proprio non stava affatto scherzando. D'altra parte, è forse andata in modo diverso quando il beato G:P. II promulgò il catechismo. Mi dite che ne parla o lo prende in considerazione?

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