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Un Concistoro curiale e bertoniano




di Andrea Tornielli (per Vatican Insider)
Molte previsioni della vigilia sono state confermate per quello che si presenta come un concistoro molto curiale, molto italiano e molto bertoniano. Nell’elenco dei nuovi porporati che riceveranno il cappello il prossimo 18 febbraio (22 in tutto, 18 dei quali con meno di ottant’anni e dunque votanti in caso di conclave: lo sforamento rispetto al tetto di 120 stabilito da Paolo VI è di tre unità ma rientrerà nei prossimi mesi) troviamo ben dieci curiali, molti dei quali italiani. Per permettere l’elevazione alla porpora di tutti questi capi dicastero vaticani, è stata fatta valere la norma non scritta – ma applicata di volta in volta con eccezioni – di non concedere la berretta rossa agli arcivescovi residenziali il cui predecessore abbia meno di ottant’anni e dunque sia ancora votante in caso di conclave.

L’unico residenziale italiano incluso nella lista è l’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, che ha già saltato il concistoro del 2010, il cui predecessore sulla cattedra del capoluogo toscano, Ennio Antonelli, ha meno di ottant’anni ma è stato chiamato in curia a presiedere il Pontificio consiglio per la famiglia. La norma ha invece escluso l’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, nominato nell’ottobre 2010.

Il Papa ha elevato alla porpora due presidenti di Pontifici consigli, Antonio Maria Vegliò (Migranti) e Francesco Coccopalmerio (Testi legislativi): entrambi ultrasettantenni, entrambi in attesa già da diversi concistori.
Diversi nuovi porporati sono molto vicini al cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone: Domenico Calcagno (Apsa) e Giuseppe Versaldi (Affari economici) hanno collaborato con lui per risolvere alcuni problemi finanziari fin dai tempi in cui Bertone era arcivescovo di Vercelli. Coccopalmerio è un canonista anch’egli molto vicino a Bertone. Come pure sono considerate di segno bertoniano anche le nomina del Presidente del Governatorato Giuseppe Bertello e dell’arciprete di Santa Maria Maggiore Santos Abril y Castelló.
Cinque dei nuovi porporati provengono dalle fila della diplomazia pontificia. Spicca l’assenza di nuovi porporati africani (il Continente nero, visitato lo scorso novembre da Benedetto XVI, non ottiene nessuna berretta, come quella dei mediorientali. Balza anche agli occhi l'assenza di nuove porpore tra gli arcivescovi delle diocesi latino-americane: nel "continente della speranza" abitano più della metà dei cattolici del mondo. Due berrette, invece, vanno all’Asia con la nomina del vescovo di Hong Kong e dell’arcivescovo maggiore dei Siro Malabaresi. Una personalità di spicco presente nell’elenco è certamente quella dell’arcivescovo di New York, Timothy Dolan, uno dei due nuovi porporati provenienti dagli States (l’altro è il nuovo Gran Maestro dell’Ordine del Santo Sepolcro).
Tra gli ultraottantenni spicca il nome di Julien Ries, il padre dell’antropologia, la cui vastissima produzione scientifica è molto stimata anche nel mondo accademico laico.

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